Basilicata, itinerario n. 3/2023                        

Da una costa all’altra, lungo le Valli del Noce e del Sinni: Maratea - Lagonegro - Latronico - Senise -Tursi - Policoro

Itinerario: Maratea – Policoro, in tre tappe

Località: Maratea - Lagonegro - Latronico - Senise - Tursi - Policoro

Stagione: tutte Tempo: tre/ cinque giorni. Lunghezza: Km. 162

I) Maratea – Lagonegro, km 30

II) Lagonegro – Latronico – Senise, km 68 

III) Senise -Tursi - Policoro, km 64     

Un itinerario intenso, una full immersion, nella natura e nei colori incontaminati di questo territorio lucano al confine con la Calabria, a sud, e la Campania, a occidente. Tratteggiato dai sensazionali colori del mare, delle foreste, dei boschi, dei laghi, del giallo ocra dei calanchi; punteggiato dai suggestivi borghi incastonati tra le rocce calcaree e accomunati da una storia millenaria che ha lasciato i segni del tempo.

Si parte da Maratea, posta nella baia di Policastro, un contesto naturalistico unico, caratterizzato dal Mar Tirreno e dalle montagne, per salire lungo la statale, contornata da una fitta rete di boschi, raggiungendo la Valle del Noce, dove si scorge Lagonegro. La cittadina è posizionata su un colle sulle pendici del monte Sirino, zona ricca di sorgenti dove non mancano i laghetti, immersa nei boschi di castagni e faggeti, nella parte occidentale della provincia potentina, al confine con la zona sud - orientale della provincia di Salerno. Proseguendo il viaggio, passando nel territorio del comune di Lauria, grosso centro abitato, posto sulla dorsale del monte la Spina, località in cui svettano le cime più alte del massiccio del Sirino, si giunge a Latronico, antico centro posto in splendida posizione sulle pendici del monte Alpi, distribuito dall’alto verso il basso, nel cui territorio si distinguono i Calanchi, di colore giallo ocra e friabilissimi, costituiti da argilla e calcare e modellati dalle piogge, che conferiscono al paesaggio un fantastico impatto. Poi seguendo la Valle del Sinni si arriva a Senise, borgo medievale che si estende in una fitta rete di stradine inestricabili; spostandosi per circa 8 km verso nord, si trova la gigantesca diga di Monte Cotugno, in cui si raccolgono le acque del fiume Sinni. Più avanti, verso nord est, si incontra Tursi, paese con una storia ricca e importante, con le sue caratteristiche case in pietra e paesaggi unici. Continuando verso sud est si raggiunge la pianura metapontina dove si intravede il grosso centro di Policoro, a 3 km dal Mar Ionio, dove oltre ad ammirare l’azzurro del mare si resta increduli davanti alla bellezza artistica degli scavi del sito archeologico dell’antica Heraclea, dove stanno i resti dei templi di Dionisio e Demetra.

Maratea

Ab. 4.726, marateoti; altezza: m. 300 s.l.m.; Provincia: Potenza -mappa - info Turista.: piazza B. Vitolo, 1 - 0973 030366; P.S. H.: Via S. Nicola - T.: 0973 876536

Secondo le testimonianze archeologiche e i ritrovamenti il territorio dell’antica Maratea era abitato fin dal Paleolitico; vicino al Porto odierno è stato rinvenuto un villaggio dell’età del Bronzo. Con la conquista romana del territorio, III sec. a.C., già colonizzato da gente magnogreca, furono insediate villae patrizie, mentre i commerci si intensificarono grazie all’approdo naturale dell’Isola di Santo Janni, nei cui fondali è situato un importante sito archeologico subacqueo di epoca romana. L’antico villaggio, sul finire del IX sec., per motivi difensivi venne trasferito sul Monte S. Biagio, diventando Marathia. Dopo alterne vicende nel 1131 passò sotto il Regno di Sicilia e Puglia; successivamente, concluso il conflitto tra angioini e aragonesi, rientrò nel Regno di Napoli, mentre sul versante della stessa montagna nasceva l’attuale centro storico, chiamato Borgo, dove si concentrarono le attività economiche e culturali della comunità, che attribuirono alla località un lungo periodo di ricchezza. Maratea seguì le sorti del Regno di Napoli.

Il territorio del comune di Maratea si estende per la maggior parte tra le colline e le montagne, di cui i versanti del Monte Coccovello (1505 m.) e Monte San Biagio (623 m.) finiscono direttamente nel mare, fornendo, grazie anche alla presenza della ricca macchia mediterranea, meravigliose immagini paesaggistiche. Il suo territorio tocca ben tre parchi naturali: quello del Pollino, quello dell’Appennino Lucano Val d’Angri Lagonegrese, quello del Cilento - Vallo di Diano. Sul Monte San Biagio si trovano: le vestigia dell’antica Maratea, chiamata “Castello”; la grande Statua del Redentore e la basilica omonima. L’unica parte pianeggiante del suo territorio è situata, vicino alla foce del fiume Noce, in prossimità del confine con la Calabria. Lungo la costa, a circa 500 m., si nota la minuta Isola di Santo Janni, uno dei siti di importanza comunitaria (SIC) protetti del comune, insieme a quelli del Monte Coccovello, Acquafredda di Maratea e Marina di Castrocucco.  Sulla costa dell’isolotto, dove è praticabile la pesca subacquea, sono presenti numerose e suggestive insenature in cui si aprono alcune grotte, la più importante delle quali è la Grotta di Marina di Maratea, con le sue stalattiti e stalagmiti. Il centro storico della cittadina, chiamato Borgo, arroccato sul fianco del Monte S. Biagio, più a sud rispetto all’antica Maratea, oggi abbandonata, è meta turistica per eccellenza. Il nucleo storico presenta una struttura urbanistica intricata e caotica, dovuta all’asperità del territorio, che dà una particolare suggestione ai vicoli tortuosi che portano al lungo corso principale, che si apre su Piazza Biagio Vitolo e Piazza Giovanni Buraglia. Maratea era chiamata dagli antichi “la dea del Mare” oggi è riconosciuta come la “la perla del Tirreno” 

Da vedere

Castello di Castrocucco, sito su un picco sopra la SS.18 nella frazione omonima, costruito intorno al IX sec., ristrutturato e ampliato durante il XVI sec., intorno alla seconda metà del XVII sec. diventò proprietà della famiglia Labanchi fino al XIX sec. il Castello venne però abbandonato e si presenta piuttosto in rovina. Dal 2005 è stato reinserito nell’elenco dei Monumenti nazionali italiani e sottoposto alla tutela del Ministero dei Beni e Attività Culturali (MIBAC).

Per le numerose chiese e monasteri Maratea è chiamata “la città delle 44 chiese”, di cui segnaliamo:

Chiesa madre di Santa Maria Maggiore, in largo Palazzo, nel centro storico parte alta del Borgo, costruita agli inizi del XVI sec., in forme romaniche e barocche. Il campanile è di forme romaniche termina con una cupola a cuspide, mentre il fianco che si presenta sulla piazzetta presenta un portale barocco. L’interno oggi si presenta decorato con stucchi in stile barocco e conserva pregevoli dipinti del XVII e XVIII sec. Nel 1984 è stata posta sotto tutela del MIBAC. Sempre nel centro storico, lungo il corso, si stagliano: la chiesa dell’Annunziata, eretta come cappella nel XVI sec., intorno alla fine del secolo successivo fu elevata a chiesa, a metà del XVIII sec. furono eseguiti lavori di ristrutturazione e ampliamento in stile barocco. All’interno conserva alcuni pregevoli dipinti; lachiesa dell’Addolorata, costruzione della fine del XVII sec. in stile neoclassico - barocco, si caratterizza per l’obelisco dell’Addolorata, opera in pietra del 1788, posto davanti all’entrata. L’interno a navata unica presenta tre altari in marmo, conserva alcune sculture e dipinti di notevole fattura.   

Palazzo Calderano, nel rione Capo casale, eretto nel XVII sec. è oggi posto sotto la tutela del Mibac. Presenta un grande portale in pietra e un sistema di scale e ponti volanti sulla doppia facciata.

Palazzo Eredi Picone, nel Rione Pietro del pesce, presenta una caratteristica loggia a forma di torre. Di proprietà privata, è sottoposta alla tutela del Mibac.

Palazzo Marini - D’Armenia, nel Rione Casaletto, presenta un suggestivo angiporto e un portale su cui, in bassorilievo, è raffigurato un angelo.  È sottoposta alla tutela del Mibac.

Palazzo De Lieto, eretto nel XVIII sec., ospitò il primo ospedale della cittadina. Oggi, tutelato dal Mibac, è sede di attività culturali e mostre.

Villa comunale, inaugurata intorno alla metà del secolo scorso, fu varie volte ristrutturata, presenta un pregevole laghetto artificiale, da cui si apre un ampio belvedere sulla valle e il centro storico. 

Nei dintorni

Belvedere di Monte S. Biagio, circa 4 km a nord del centro di Maratea, sulla cima del monte omonimo a 624 m. si staglia la statua del Redentore di ben 22 m di altezza e il Santuario di S. Biagio. Vicino è situato il sito di Maratea vecchia.   

Villa Nitti, posta ad Acquafredda di Maratea, a punta San Pietro, a picco sul mare. Costruzione del XIX sec., ristrutturata intorno al 1920 per volontà di Francesco Saverio Nitti, importante uomo politico dell’epoca, secondo uno stile neogotico e déco. Negli anni ’70 del sec. scorso diventò di proprietà della regione Basilicata che attuò un restauro che in parte modificò le precedenti forme. Dal 2012 la Villa è la sede della Fondazione Francesco Saverio Nitti e ospita le attività dei corsi di formazione politica dell’istituto. 

Palazzo Labanchi, in località Secca di Castrocucco, costruzione del XVI sec., presenta due torri circolari che gli attribuiscono l’aspetto di una fortificazione. Anche questo palazzo dal 1979 è tutelato dal Mibac. Nel 1860 ospitò Garibaldi per una notte durante l’avanzata dei Mille verso Napoli.    

Torri costiere, sei costruzioni del XVI sec. che si stagliano sulla costiera di Maratea, alcune in stato di rudere: due di esse si trovano nella frazione di Acquafredda, la Torre di Acquafredda sul promontorio della Rotondella e la Torre dei Crivi, sulla strada costiera; mentre la Torre Caina, nei pressi della frazione Marina, è posta sul promontorio, in una suggestiva posizione. La Torre Apprezzami l’Asino nella frazione Cersuta dopo l’ultimo restauro è diventata monumento; le altre due: Torre Santavenere, nella frazione Fiumicello – Santavenere e Torre di Filocaio, posta anticamente a guardia del Porto, ristrutturate e riadattate come abitazione nel XX sec., hanno perso l’antica struttura.

Manifestazioni

I maggiori eventi sono legati alle feste religiose, ricordiamo fra tutte la festa dell’anniversario della traslazione delle reliquie di S. Biagio. Si tratta di tre processioni distinte, che si svolgono dal primo al secondo sabato del mese di maggio.

La cittadina ospita, nella stagione estiva, diversi e interessanti eventi culturali.

Gastronomia

Ai prodotti agroalimentari locali si abbina una cucina ricca di sapori di terra e di mare: Caciocavallo e mozzarella a trecce di Massa/formaggi: pecorino del Pollino e i canestrati di Moliterno/ Cacioricotta Gilò di Maratea, una pianta simile alla melanzana/ Pomodoro costoluto/ Vermicelli col sugo di patelle/ Alici alla scapece/ Nocetti, dolci decorati con una glassa al limone/ mostaccioli.

Da non perdere

Orecchiette alla maritata/Baccalà alla lucana/ Capitone allo spiedo/ zeppole 

Vini

Rossi: Aglianico del Vulture / Rosso Basilicata Igp/ Titolo

Bianchi: Bianco Basilicata Igp

Alberghi

B&B “La Giancarla” ***, via prazza inferiore, 16 – 347 9746936

Hotel Club S. Diego***, via Nazionale, 59 – 0973 878004

Hotel La Giara ***, via Torretta, 4 - Fraz. Acquafredda – 370 1119162

Ristoranti

La Cambusa, via Santavenere, 23 – 340 9714623

La Taverna di Zu Cicco, via Dietro il Trappeto, 32 – 0973 873296

Santa Lucia da Biagio, via Ondavo, 11 – 0973 876400

Lagonegro

Ab. 5.127, lagonegresi; altezza: m. 666 s.l.m.; Provincia: Potenza - mappa - info Turista.: sede del Comune, P.za Unità d’Italia, 1 - 0973 41330; P.S. H.: Viale Colombo - T.: 0973 48251

 

Territorio abitato fin dall’età preistorica, ebbe origini altomedievali e probabilmente nacque sul luogo dell’antica città lucana Nerulum. Secondo altre teorie ebbe origini da un insediamento romano sul quale tra il VII e VIII sec. i monaci basiliani crearono il piccolo centro abitato di Lacus Niger, dal nome di un vicino lago formatosi dal fiume Tanagro, da cui il borgo, durante il periodo longobardo, prese il nome di Lagonegro. Fortificato dagli stessi longobardi, il paese fu assegnato dai normanni alla contea di Lauria, successivamente fu feudo di diversi signori della zona. Nel 1551 diventò città demaniale, nel 1799 si associò alla Repubblica Partenopea; quindi, al Regno di Napoli e ne seguì le sorti.    

Lagonegro sorge a metà strada tra il Massiccio del Sirino e il Mar Tirreno, nell’alto bacino del fiume Noce, abbarbicata su un colle alle falde del monte Sirino, compresa fra il Vallo di Diano e il Massiccio del Sirino. Il suo borgo antico è dominato dall’imponente Concattedrale di San Nicola e numerose altre chiese, se ne contano ben 33 poste tutte nel centro, tra queste: la chiesa del Purgatorio, della Candelora, del Crocefisso, del Carmelo, dell’Assunta. Non mancano le antiche fontane, tra queste: quella del Canterano, quella del Rosario e di Casal Parisi. Rinomato per le sue bellezze paesaggistiche, Lagonegro è un centro turistico invernale, frequentato anche d’estate per le fantastiche escursioni nel Parco del Pollino.