Sardegna, Itinerario n. 4/2024
Santa Teresa di Gallura - Tempio Pausania e la costa nord ovest della Sardegna: Castelsardo - Porto Torres - Stintino - Alghero
Itinerario: da Santa Teresa di Gallura ad Alghero in 4 tappe:
Località: Santa Teresa di Gallura - Tempio Pausania - Castelsardo - Porto Torres - Stintino - Alghero
Stagione: tutte le stagioni. Tempo: 5/ 7 giorni. Lunghezza: Km. 220
I) Santa Teresa di Gallura - Tempio Pausania, km 53
II) Tempio Pausania - Castelsardo, km 48
III) Castelsardo - Porto Torres, km 34
IV) Porto Torres - Stintino, Alghero km 85
Il percorso di questo viaggio nel nord della Sardegna, disegnato da paesaggi unici, immerso nella natura più aspra, abbagliato dal sole e sferzato dal vento, segnato dalla selvaggia bellezza dell’entroterra gallurese, si svolge come un lungometraggio in cui panorama, mare e cielo si incontrano, armoniosamente ballando al ritmo del vento. Si parte da Santa Teresa di Gallura, cittadina giovane, nonostante il suo territorio abbia origini prenuragiche, oggi meta riconosciuta del turismo vip, da cui è possibile imbarcarsi per l’isola della Maddalena e per il porto di Bonifacio, in Corsica. Poco oltre, si raggiunge il punto più estremo del nord della Sardegna, l’isolotto di Capo Testa, circondato da un mare dai colori indescrivibili, unito alla terraferma da un istmo sabbioso. Proseguendo, superato il Ponte Liscia si trova lo stazzo di S. Filippo, territorio definito “Mare di Luna”, una conca dove dominano giganteschi massi granitici, modellati spettacolarmente dai fenomeni atmosferici; poi, l’abitato di Aggius, ai piedi dei rilievi galluresi, fino a raggiungere Tempio Pausania, con il suo suggestivo centro storico in pietra locale, importante cittadina della Gallura interna. Dopo avere superato Sedini, territorio su cui insistono le antiche “domus de janas” e il noto “elefante”, scolpito nella roccia dai fenomeni naturali, si arriva nel luminoso centro di Castelsardo, situato su un promontorio proteso verso il golfo dell’Asinara. Andando oltre, attraverso la costiera e la pineta di Platamona, s'intravede la costiera di Balai, quindi Porto Torres, l’antica Turris Libyssonis romana, oggi importante centro portuale e turistico. Lungo il litorale, dopo avere lambito la torre di avvistamento delle Saline, si raggiunge il suggestivo borgo di Stintino e la nota spiaggia di La Pelosa a Capo Falcone, il punto più vicino all’isola dell’Asinara. Infine, tornando verso l’interno, prendendo la strada della costa verso sud, si arriva ad Alghero, la splendida cittadina che mantiene ancora caratteristiche spagnoleggianti.
Santa Teresa di Gallura
Ab. 5.049, teresini/lungonesi; altezza: m. 40 s.l.m.; Provincia: Sassari - mappa - info Turista.: piazza Vittorio Emanuele I, 24 - 0789 740986; P.S. H.: Ospedale Paolo Merlo, via Ammiraglio Magnaghi; La Maddalena - 0789 791218; Aeroporto di Olbia, circa 64 km:“Olbia Costa Smeralda”,Via degli Astronauti – 0789 563444
Antico insediamento preistorico, testimoniato dalla scoperta di nuraghi e tombe dei giganti che prese il nome di Longon, diventando, in epoca romana, un porto commerciale importante. Durante il medioevo, nel periodo in cui la Sardegna fu divisa in diversi regni giudicali, Santa Teresa di Gallura divenne un territorio della curatoria di Taras, in seguito passò sotto i giudici di Gallura. Nel XII sec. i mercanti pisani la chiamarono Longosardo, ampliando la sua capacità commerciale. Nel XIV sec. gli aragonesi costruirono il castello. Il territorio sopportò il conflitto sardo – catalano fino a circa la metà del XV sec. fino all’assalto dei genovesi che saccheggiarono e distrussero il borgo e il castello, per cui il porto e il territorio furono assegnati dagli aragonesi in feudo alla famiglia Carroz d’Arborea. Nel 1720 l’isola passò ai Savoia, i quali nel 1808, ai piedi dell’antica torre di Longosardo, intorno alla piazza e alla chiesa di San Vittorio, fondarono il nuovo centro urbano al quale lo stesso re Vittorio Emanuele I diede il nome della moglie, la regina Maria Teresa d’Asburgo d’Este.
Santa Teresa di Gallura è posta su un promontorio che si affaccia sulla spiaggia della Licciola, di fronte alla costa meridionale della Corsica, da cui dista appena 14 km, separata dalle Bocche di Bonifacio, lo stretto che divide la Sardegna dalla Corsica. Il paese si distribuisce intorno all’insenatura di Porto Longone che termina con il porticciolo, e l’altra insenatura di Rena Bianca che comprende la meravigliosa spiaggia omonima. Presenta un disegno urbanistico a pianta romana, fatto da una serie di vie che si si incrociano perpendicolarmente; tipico esempio degli insediamenti piemontesi di origine militare. Il suo territorio è costellato da splendide spiagge e meravigliose calette che offrono luminose distese di sabbia bianca, la più famosa delle quali è la Rena Bianca, un magnifico arenile lungo circa 700 m di sabbia finissima. Il porto mantiene intatta la sua importanza: oltre ad essere il punto di imbarco e sbarco da e per la Corsica è il principale per la Maddalena.
Da vedere
Torre Longosardo, la costruzione del XVI sec. è raggiungibile dalla piazza Vittorio Emanuele; più avanti, in località Portisco è situata
la spiaggia Rena Bianca.
Il Belvedere, posto sulla parte nord del paese da cui si gode una magnifica vista dall’alto sulla Corsica.
Chiesa del Buoncammino, circa 3 km fuori dall’abitato, nascosta dentro una pineta secolare, costruita su un’antica chiesa medievale e interamente rifatta nel XX sec.
Lu Brandali, sito archeologico e complesso nuragico, risalente all’età del bronzo, situato fuori dall’abitato in località Santa Reparata.
Tempio Pausania
Ab. 13.056, tempiesi; altezza: m. 566 s.l.m.; Provincia: Sassari - mappa - info Turista.: IAT, piazza Gallura, 1 - 0789 679999; P.S. H.: Ospedale Paolo Dettori, via Grazia Deledda, 19 - 0796 78282; Aeroporto di Olbia, circa 50 km: “Olbia Costa Smeralda”, Via degli Astronauti – 0789 563444
Il primo insediamento urbano risale all’epoca preistorica prenuragica e nuragica periodo. Fu colonizzata dai romani nel 238 a. C.; nel medioevo, chiamata Templo, successivamente Villa Templi, diventò capitale del Giudicato di Gallura. Nel 1296 il Giudicato di Gallura viene conquistato dai pisani, ai quali nel 1324 si succedono gli aragonesi che acquisiscono l’intero Regno di Sardegna. Nel corso della guerra di successione spagnola la Sardegna passa per un breve periodo al dominio austriaco, che viene ben accolto dall’aristocrazia locale tempiese, la quale si schierò con l’arciduca d’Austria Carlo VI, ottenendo notevoli privilegi. Nel 1720, il trattato dell’Aia, che chiudeva la guerra della “Quadruplice Alleanza”, assegnò la Sardegna ai Savoia, da quel periodo Tempio subisce un forte incremento demografico ed economico e nei due secoli successivi, fino al XIX sec. la città fu ampliata e modernizzata. Soltanto alla fine del XIX sec. fu aggiunta la denominazione “Pausania” in onore della prima sede vescovile della Gallura, chiamata Phausania, sorta nel medioevo nelle vicinanze dell’antico insediamento di Olbia romana.
Posta al centro della Gallura sulle pendici del Monte Limbara, Tempio Pausania presenta un centro storico molto particolare, con edifici e pavimentazione costruiti in blocchi di granito grigio del XVIII sec.; notevoli si presentano: via Matteotti, via Roma, piazza d’Italia, Piazza F. De André. La cittadina dal 2005, insieme ad Olbia, è stata capoluogo della provincia di Olbia - Tempio, soppressa nel 2016. Quando sarà operativa la riforma degli enti locali sardi, regolata nel 2021, Tempio Pausania condividerà con la città di Olbia il capoluogo dell’istituenda Provincia della Gallura Nord - Est Sardegna.
Da vedere
Cattedrale di S. Pietro, nella piazza omonima, costruzione del XV sec. con portale e campanile, fu ricostruita e ampliata nel XIX sec. seguendo le linee dello stile barocco genovese.
Chiesa di Santa Croce, in piazza S. Pietro, eretta in stile romanico, probabilmente in un periodo precedente la costruzione della stessa cattedrale con la quale condivide la torre campanaria.
Oratorio del Rosario, in piazza S. Pietro, di fronte alla Cattedrale, costruzione del XV sec. in forme romaniche sarde.
Chiesa di S. Francesco, nella via omonima, eretta circa alla metà del XVI sec. seguendo uno stile pseudo rinascimentale e realizzata con blocchi irregolari di granito a vista, con tetto a capanna e portale centinato a tutto sesto e navata unica.
Palazzo degli Scolopi, su piazza del Carmine, ex convento della seconda metà del XVII sec. oggi sede della Biblioteca comunale.
Palazzo Antico Seminario Pes di Villamarina, in piazza Gallura, costruzione rinascimentale, residenza dell’aristocratica famiglia tempiese dei Pes, poi ceduta alla Diocesi, oggi sede degli uffici della curia e del ” Museum Templense”, museo diocesano.
Palazzo Pes di Villamarina, in piazza Brigata Sassari, del XVII sec, altra residenza della famiglia Pes, oggi sede degli uffici regionali e della provincia di Olbia – Tempio. Sulla facciata dell’altro palazzo Pes, in via Mannu, è riportato lo stemma gentilizio della famiglia, il piede scalzo.
Palazzo municipale, in piazza Gallura, costruzione della fine del XIX sec, realizzato sul luogo dove si alzava l’antico convento delle Monache cappuccine.
Teatro del Carmine, nella piazza omonima, costruito tra il 1928 - 1929, sui resti dell’antica chiesa contigua al convento degli Scolopi, in forme Liberty, secondo i canoni del tempo, restaurato nel XX sec.
Parco delle Rimembranze, immerso tra i lecci, dove ogni albero è dedicato a un tempiese caduto nella Grande Guerra che
Fonti di Rinagghju, in via delle Fonti, nascoste da un magnifico parco fornito di stabilimento idropinico.
Castelsardo
Ab. 5.610, castellanesi; altezza: m 114 s.l.m.; Provincia: Sassari - mappa - info Turista.: via P. Sassu, 1 - 0794 780931/ 780945; P.S. H.: via V. Bottego, 37 Sassari – 079 272222; Aeroporto di Alghero Fertilia, circa 64 km: Regione Nuraghe Biancu, Alghero – 079 935282/ 070935011
Col nome di Castel Genovese fu fondata nei primi anni del XII sec. per mano della famiglia genovese dei Doria, diventando un importante scalo portuale con ampia autonomia locale. Nel XV sec. fu sottomessa al dominio degli aragonesi e chiamata Castel Aragonese. Dopo il dominio spagnolo e quello austriaco fu assegnata ai Savoia, i quali nel 1769 la denominarono Castelsardo.
Castelsardo è posto su un promontorio al centro del golfo dell’Asinara, nella regione dell’Anglona, lungo la costa nord occidentale della Sardegna, arroccato su uno splendido punto panoramico, racchiuso nell’antica cinta costruita dai Doria e dominato dalla Rocca, in cui ancora si possono ammirare bastioni e belvedere. Inserito nel club dei borghi più belli d’Italia, fa parte del circuito delle 7 città regie della Sardegna, grazie alle sue spiagge è una meta turistica d’élite.
Da vedere
Castello dei Doria, l’antica rocca fortemente rimaneggiata oggi sede del Museo della cestineria sarda.
Concattedrale di Sant’Antonio Abate, in via Manganella, nel centro storico a picco sul mare, costruzione del XVI sec. in forme gotico catalane che si fondono con linee classico rinascimentali. Presenta un’alta torre campanaria, con cupola maiolicata. L’interno a croce latina a navata unica con volta a botte e cappelle laterali e un transetto che conserva alcuni affreschi manieristi attribuiti al noto artista locale Andrea Lusso. L’Abside accoglie l’altare maggiore in marmo sormontato da una splendida tavola della Madonna con Bambino del Maestro di Castelsardo; i sotterranei sono stati adibiti a Museo diocesano, dove sono conservate numerose per d’arte.
Roccia dell’elefante, fuori dell’abitato, sulla strada per Sedini, singolare roccia vulcanica, a forma di un pachiderma, elaborata in parte dai fenomeni naturali e in parte lavorata dall’uomo, nel cui corpo sono presenti “fori di domus de janas”.
Spiagge, segnaliamo: la Vela Blu; la Marina, lu Poltu di la Rena, Sa Ferula.
Porto Torres
Ab. 20.944, turritani/ portotorresi; altezza: m 5 s.l.m.; Provincia: Sassari - mappa - info Turista.: Stazione Marittima, via Bassu, 6 – 079 5048008/ 780945; P.S. H. A. Segni: via Cappuccini, Ozieri – 079 779111; Aeroporto di Alghero Fertilia: Regione Nuraghe Biancu, Alghero – 079 935282/ 070935011
Insediamento di età prenuragica, occupato dai cartaginesi che probabilmente diedero vita alla sua fondazione. Sarà l’antica Turrys Lybissonis romana, nell’età di Giulio Cesare, che segnerà il suo ampliamento territoriale e il suo sviluppo fino a diventare municipio, in posizione di privilegio. La sua importanza dipendeva dalla presenza del porto, dove avveniva lo smistamento e stoccaggio dei prodotti agricoli, in particolar modo cereali, che dal Nord-Sardegna salpavano verso Ostia per essere poi inglobati nel sistema della distribuzione imperiale. Dopo la caduta dell’Impero Romano fu soggetta agli assalti dei barbari. Durante il medioevo fu contesa dai pisani e dai genovesi, i quali costruirono importanti fortificazioni, che non riuscirono a limitare le incursioni dei pirati, per cui la popolazione si rifugiò nell’entroterra. Soltanto, a partire dal XVIII sec., con l’assegnazione della Sardegna ai Savoia, la città ebbe un nuovo impulso e un’espansione economica costante e continua.
Porto Torres deve la sua fortuna al mare e alla sua posizione. Il porto della città ancora oggi rappresenta, con quello di Olbia, il più importante scalo marittimo della costa Nord - occidentale della Sardegna. Posto al centro del golfo dell’Asinara, sopra un promontorio che scende verso la piana della Nurra, ampia area agricola che tocca anche i territori dei comuni di Sassari, Stintino e Alghero. Per la sua posizione, Porto Torres rappresenta la porta d’accesso dell’importante e storico territorio Sassarese. L’abitato era caratterizzato da un nucleo storico che si sviluppava intorno alla Basilica di San Gavino e da un altro sulla costa, vicino al porto antico, con riferimento la chiesa della Consolata. Nel primo abitavano i “Baizini”, popolazione che viveva di agricoltura e allevamento; sulla costa, invece, erano concentrati i “Portottorresi”, popolazione che praticava la pesca e il commercio marittimo. Soltanto nel 1884, grazie all’espansione urbanistica e alla crescita demografica, i due centri si unirono dando vita all’attuale unico centro città.
Da vedere
Chiesa di S. Gavino, nella piazza omonima, antica e famosa Basilica intorno alla quale, in epoca medievale, la popolazione creò un secondo nucleo urbano. Costruzione romanica in stile pisano dell’XI sec., tra i più importanti monumenti dell’isola. Aperta da monofore, non presenta una facciata, con due portali gotico catalani del XV sec. e da un portale romanico, mentre ai lati è disegnata da un doppio ordine di strette arcature. L’interno in tre navate è diviso da colonne. La cripta custodisce i sarcofagi romani con le reliquie dei SS. Gavino, Proto e Gianuario, martirizzati dai romani di Diocleziano.
Parco archeologico di Turris Lybisonis, in via Ponte Romano, oltre la stazione ferroviaria, sono visibili i ruderi antichi delle case e delle botteghe con parte delle vie lastricate dove si ammirano la maestosa Domus di Orfeo, I – III sec. a. C., ricca domus patrizia con preziosi mosaici e le Terme di Pallottino e Maetzke. Attiguo al sito è stato aperto l’Antiquarium Turritanum, museo archeologico che conserva i reperti del complesso termale databile tra la fine del III secolo d.C. e gli inizi del IV. La zona per tradizione è conosciuta anche con il nome di Palazzo del re Barbaro come riferimento all'imperatore Diocleziano, responsabile all'inizio del V secolo dell'uccisione e della passione dei protomartiri Gavino, Proto e Gianuario. A circa 1 km si trova il Complesso funerario di via Libio, che conserva sepolture ad arcosolio scavate nel calcare e altre a inumazione; in una di queste è rappresentata una biga in corsa con cavalli e auriga.
Palazzo Marchese, in corso Vittorio Emanuele I, edificio neoclassico dei primi anni del XIX sec., oggi ospita il Museo dedicato ad Andrea parodi noto musicista turritano.
Chiesa della Beata vergine della Consolata, nella parte portuale, costruzione della seconda metà del XIX sec. in forme neoclassiche
Torre aragonese, nella zona portuale, fortezza del 1325 che ha funzionato anche da faro. Sviluppata su una pianta ottagonale è alta circa 14 m e rivestita da conci regolari di pietra intonacati.
la Tanca Borgona, via Lungomare Balai, vicino alla spiaggia della Renaredda, necropoli imperiale paleocristiana, contiene 32 sepolture e 50 tombe ad arcosolio “del Nautico”.
Spiagge, partendo dal lungomare Cristoforo Colombo in direzione Platamona ci imbattiamo nelle spiagge di “Scoglio Lungo” e di Balai, splendida caletta di sabbia e rocce protetta dalla presenza della chiesetta campestre di S. Gavino a Mare, nota come Balai Vicino. Più avanti, continuando sul lungomare, si trova una seconda chiesetta chiamata di Santu Bainzu Ischabizzaddu, detta del Balai Lontano, che, secondo la tradizione, sarebbe il luogo del martirio dei tre santi, Gavino, Proto e Gianuario.
Ponte romano, per via Eleonora D’Arborea, alla foce del fiume Mannu, dove sorgeva l’antica Turris. Lungo circa 135 metri, alta opera di ingegneria usata fino a metà del XX sec.
Stintino
Ab. 1.536, stintinesi; altezza: m 9 s.l.m.; Provincia: Sassari - mappa - info Turista.: via Sassari, 121 – 079 520081; P.S. Polissorso: via S. Anna, 3 – 079 7237979; Aeroporto di Alghero Fertilia, circa 48 km: Regione Nuraghe Biancu, Alghero – 079 935282/ 070935011
Il suo territorio ha origini preistoriche come testimoniato dalla scoperta di alcuni siti archeologici, l’origine del paese di Stintino, invece, è dovuta a un decreto del Governo del 22 giugno 1885, che istituendo sull’isola dell’Asinara un lazzaretto, in località Cala Reale, insieme a una colonia penale in località Cala di Oliva, il 15 agosto successivo sfrattava i pochi abitanti dell’isola. A quel punto, la popolazione, che comprendeva soltanto 45 famiglie per un totale di circa 500 persone, di cui metà dediti alla pastorizia e allevamento e l’altra metà alla pesca e al commercio ittico, di provenienza sarda i primi e gli altri camoglini e ponzesi, lasciò l’Asinara, parte fermandosi nella costruenda Stintino, grazie ai soldi dell’indennizzo ottenuto dalle famiglie sfrattate per l’esproprio, e fondando la “Comunione dei 45”, altri sbarcando in altre località vicine.
Stintino è situato all’estremità nord del golfo dell’Asinara, quasi a protendersi verso la vicina isola dell’Asinara, in una stretta penisola tra due bracci di mare, porto vecchio e porto nuovo (porto Mannu), che ne determinò il nome sassarese di sthintinu (intestino o budello) italianizzato in Stintino. Il suo litorale è tra i più trasparenti e cristallini, dominato dalle cale di sabbia finissima che aprono al mare numerose piccole valli, tra cui la Valle della Luna. Stintino in passato era una frazione del comune di Sassari, l’8 agosto 1988 è diventato un comune autonomo.
Da vedere
Chiesa dell’Immacolata Concezione, in via Sassari, nella piazza, costruita nel 1934
Museo della Tonnara MuT, via Lepanto, inaugurato nel 2016, custodisce oggetti, documentazione, immagini, raccontando la storia della grande tonnara di Stintino.
Porto, suggestivo e caratteristico per le numerose barche a vela latina presenti, particolare per cui Stintino è riconosciuta come la “capitale della vela latina”.
Alghero
Ab. 42.223, algheresi; altezza: m 7 s.l.m.; Provincia: Sassari - mappa - info Turista.: via Cagliari, 2 – 079 979054; P.S. H. via Don Minzoni – 079 996233; Aeroporto di Alghero Fertilia, Regione Nuraghe Biancu, Alghero - 079 935282/ 070935011
Il territorio algherese risulta popolato fin dal neolitico, come testimoniano le domus de janas e le diverse necropoli presenti. Altresì, durante il periodo nuragico il territorio era intensamente popolato come segnalano i 90 nuraghi disseminati nella zona. La nascita dell’attuale città è dovuta alla famiglia dei Doria, che fondò il primo nucleo nella parte sguarnita di difese dell’antica città di Nulauro. Il centro crebbe e si popolò sotto i genovesi, salvo l’anno 1283 – 1284, quando i pisani ebbero il sopravvento, i quali, sconfitti nella battaglia della Meloria dovettero lasciarla ai genovesi. Nel 1353 subentrarono gli aragonesi di Pietro IV, che deportò la popolazione sarda che si era ribellata e vi trasferì una colonia di catalani. Nei quattro secoli successivi Alghero restò sotto il dominio degli spagnoli, lasciando segni indelebile come la struttura urbanistica e l’architettura nonché la lingua e alcuni costumi.
Alghero è posta su un piccolo promontorio che si distende sulle acque cristalline della baia omonima. La città conserva ancora un modello urbano e architettonico che ricorda quello spagnolo, specie nel nucleo antico rivolto verso il mare, dove ancora si vede la vecchia cinta muraria. Oltre si stende la moderna Alghero, metà turistica e balneare di livello internazionale.
Da vedere
Cattedrale, in piazza duomo, nell’attuale forma la costruzione risale a lavori effettuati tra il XVII e XVIII sec., mentre il campanile e il coro risalgono al XVI sec. presenta un notevole portale gotico che prospetta sulla piazza Civica su cui si alza l’importante Palazzo D’Albis da cui Carlo V, in visita, si affacciò per salutare i cittadini accorsi.
Torre di Porta Terra, nella piazza omonima, uno dei due ingressi alla città della cinta muraria che proteggeva il borgo antico, costruita dalla comunità ebraica nei primi anni del XV sec.
Chiesa di San Francesco, in via Carlo Alberto, in stile gotico catalano, costruita intorno alla fine del XIV sec., rifatta integralmente nel XVIII sec., conserva dell’originario complesso, l’elegante presbiterio con volte a crociera, le cappelle ogivali e il matroneo. Il chiostro romanico è dominato dal campanile a pianta ottagonale. Più avanti, sulla stessa via si staglia la chiesa di S. Michele, dei primi anni del secondo decennio del XVII sec., in stile barocco con cupola decorata a maiolica.
Torre dell’Esperò Reyal, in piazza Sulis, una delle fortificazioni delle mura, costruita nel 1500 a due piani, collegati da una scala a chiocciola.
Palazzo Machin, in via Principe Umberto, complesso del XVI sec. con portale e finestre in stile gotico catalano. Nella stessa via si alza Casa Doria, altro esemplare di arte gotico catalana del XVI sec.
Porto, che si raggiunge superando Porta A Mare, che si apre sul Bastione della Maddalena, sulla Torre della Maddalena, uniti da un tratto delle mura e su Giardino Pubblico.