La Strada delle Abbazie lungo il territorio maceratese
Il nostro itinerario si svolge nella regione marchigiana, la quale fin dal VII sec. accolse nel proprio territorio il movimento spirituale chiamato “Monachesimo”, nato in oriente intorno al III sec. e sviluppatosi in occidente fin dal VI sec., grazie alla regola benedettina basata sulla dignità del lavoro e la santità della preghiera. Fu in quell’epoca che la regione si popolò di cenobi e monasteri lungo le vie che portavano i pellegrini a Roma. Nel corso del tempo si aggiunsero, specie nella zona dell’odierna provincia di Macerata, numerose abbazie, contrafforti di fede che lentamente diedero vita a quelle aggregazioni, successivamente organizzate economicamente, con forti aspetti sociali e culturali che diedero vita al lento processo di formazione della società medievale.
Il percorso si distribuisce in questi luoghi suggestivi, un modo di uscire dall’assordante tran tran cittadino, un’avventura che supera spazio e tempo e si divide in due tappe, alla scoperta della spiritualità che pervadeva la popolazione marchigiana nel cuore del medioevo. Un viaggio che provocherà sensazioni intense, culturalmente profondo, che offrirà ai viaggiatori un nuovo modo di leggere l’antichità, magari proponendo nuovi stimoli di lettura. Una visita che, oltre a essere un momento di conoscenza vuole essere anche occasione di meditazione. Strada di circa 106 km, divisa in due tappe e intervallata dalla fermata “obbligatoria” nella elegante e splendida città di Macerata, nel cui territorio si svolge l’intero itinerario, lungo la media Valle del Chienti e quella del fiume Potenza, fino al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, tra splendide colline punteggiate da antiche pievi, distese di campi ben ordinati, radure incontaminate con fonti diroccate e casali tipici.
La prima tappa: “la Via delle Abbazie” di circa 26 km, grazie all’attrezzata pista ciclabile, è percorribile agevolmente anche in bicicletta. Si parte da Montecosaro Scalo, abbazia di S. Maria a Piè di Chienti; poi Montelupone, abbazia di S. Firmano; Corridonia, abbazia di S. Claudio al Chienti, dove la Via termina. Più avanti, l’avventura continua per la sorprendente seconda tappa, fino al Parco dei Monti Sibillini, attraverso una lunga catena di antichi e importanti complessi religiosi dell’antichità, testimonianze dell’architettura sacra marchigiana; dall’abbazia di Rambona, nel territorio del comune di Pollenza, all’abbazia di Chiaravalle di Fiastra; poi, la chiesa di San Giusto in località San Maroto a Valfornace, già nel Parco dei Monti Sibillini, e l’Eremo dei Santi a Pieve Torina.
Dunque, partenza dallaBasilica di Santa Maria a Pié di Chientio Santissima Annunziata, nella frazione di Montecosaro Scalo, circa 24 km a est in auto, dal capoluogo Macerata, complesso risalente al 936, prezioso esempio dell’arte romanica. Il comune di Montecosaro, borgo inserito nel ristretto club dei comuni più belli d’Italia, presenta un centro storico ricco di testimonianze medievali; la piazza principale, dove si stagliano la chiesa Collegiata risalente al XVIII sec., l’antico Teatro delle Logge e il palazzo dei Priori, mostra con evidenza l’antica struttura fortificata della cittadina. Dal borgo, muovendo verso nord, a contatto con la natura, in auto o pedalando, tra storia e spiritualità, dopo circa 16 km, si raggiunge il borgo di Montelupone, tra i più belli d’Italia, il cui centro storico mantiene tuttora l’originale pavimentazione in pietra, circondato dalle mura castellane, che accolgono importanti edifici storici, come il palazzetto del Podestà con la torre civica; il palazzo comunale del XIX sec., in cui è stato concepito il Teatro Storico Nicola Degli Angeli, in forme neoclassiche che richiamano lo stile palladiano; il palazzo Emiliani e la Chiesa di S. Chiara risalente al XV - XVIII sec.
Poco fuori il paese, circa 4 km, si trova la romanica abbazia di San Firmano, costruita dai benedettini, che risale alla fine del X sec., a tre navate.
Altri 14 km circa, verso sud ovest, si arriva a Corridonia, nel cui territorio è possibile visitare l’abbazia di San Claudio al Chienti, del VI – VII sec., in forme romaniche, dichiarata monumento nazionale nel 1902, con una struttura costituita da due chiese sovrapposte su due livelli, la cui facciata è posta tra due torri cilindriche con un singolare portale gotico in pietra d’Istria. I ricercatori ritengono sia stata la sede della nuova corte carolingia e centro del nuovo Impero Romano, dopo l’incoronazione di Carlo Magno a imperatore del Sacro Romano Impero, avvenuta nel dicembre 800. Qui termina “La Via delle Abbazie”, ma le sorprese non finiscono, altri importanti complessi religiosi, meta della seconda tappa, attendono.
A partire dall’abbazia di Rambona, nella contrada omonima, nel territorio del comune di Pollenza, circa 11 km lungo la strada verso nord ovest, situato su una collina a 341 m s.l.m. al centro tra la valle del fiume Potenza e quella del fiume Chienti. Si tratta di una costruzione del IX sec., antica testimonianza dell’architettura carolingia di impianto romanico, tra le più antiche della regione. La particolarità del complesso sta nelle tre maestose absidi semicircolari di scuola preromanica con richiami all’arte longobarda, differenti tra loro e decorate verticalmente da semicolonne in pietra bianca, sormontate da un rosone cieco, mentre monofore e bifore strombate di diverse epoche sono aperte alle altezze che corrispondono agli ordini del presbiterio e della imponente cripta.
Ancora oltre, per circa 11 km a sud est, si trova l’abbazia di Chiaravalle di Fiastra, nel territorio dei comuni di Tolentino e Urbisaglia, circa 10 km dalla città di Macerata, una delle più antiche abbazie gotico-cistercensi; il complesso che si trova nella vasta area della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, creata nel 1984, è costituito dalla chiesa, dedicata a S. Maria Annunziata, dall’ex monastero con sala capitolare, refettorio e chiostro quattrocentesco. Dal vicino lago di Fiastra poi, proseguendo verso sud ovest per circa 45 km, all’interno del Parco dei Monti Sibillini, si arriva a Valfornace, piccolo e grazioso comune sparso, dove in località San Maroto si staglia lachiesa di San Giusto, notevole costruzione romanica dell’XI sec., con 4 cappelle poste intorno al corpo centrale, che danno forma alla sua particolare pianta circolare; l’edificio è coronato da una cupola senza centine e conserva, al pian terreno della torre campanaria, preziosi affreschi del XIV sec. Sempre nello stesso comune, In località Pievebovigliana si erge la parrocchiale chiesa di Santa Maria Assunta, del XII sec. di forme romaniche e ristrutturata all’interno nel XVIII sec., custodisce una preziosa cripta divisa da alcune colonne in 5 navatelle, alcune delle quali di origine romana; e, in via Marconi, prospetta il Castello di Beldiletto del XIV sec., dopo l’ultimo terremoto del 2016 è inagibile e in degrado, necessita un articolato restauro e recupero. Continuando ancora per circa 11 km a sud ovest e concludere la visita si raggiunge Pieve Torina, piccolo borgo medievale, il cui centro abitato è stato semi distrutto dal terremoto del 2016, per ammirare l’Eremo di Sant’Angelo in Prefoglio, chiamato “Eremo dei Santi”; nell’antichità frequentato dagli eremiti laici, e nel XVIII sec. dedicato ai Santi; secondo la tradizione i santi apostoli Pietro e Paolo furono i primi a curare l’evangelizzazione della zona.