Padula *
Cfr.: Campania, itinerario 1/2019 - dal Golfo di Policastro al Vallo di Diano: Marina di Camerota - Sapri – Padula – Sala Consilina
Ab. 4.779, padulesi; altezza: m. 699; provincia: Salerno, mappaInfo Turista.: viale Certosa snc – tel. 0975081007 3475240844; P.S.H.: Via Nazionale 545, tel. 0975 521474.
Insediamento risalente al XII sec. a. C. I resti degli scavi archeologici identificano la città di Cosilinum come l’antica Padula, fondata dagli Enotri. L’attuale territorio fu popolato soltanto nel VI sec. a.C. e occupata prima dai Lucani e successivamente dai Romani, contro cui gli abitanti si schierarono ai tempi delle guerre di Pirro e Annibale, pagandone le spese con deportazioni di massa e distruzione. Soltanto intorno al I sec. a. c., Padula riuscì a risollevarsi, grazie alla costruzione della via Capua – Rhegium che la collegava alle importanti città di Paestum e Velia, diventando, nell’89 a.C. municipio romano. Fiorirono numerosi ordini religiosi che costruirono nel territorio i loro monasteri. Intorno agli inizi del X secolo Padula diventò soggetta al potere dei Normanni, che militarizzarono la zona e introdussero il feudalesimo, che modificò i rapporti di potere locali. Risale al 1296 l’opera di Tommaso Sanseverino, il quale fece costruire una imponente cinta muraria intorno all’intero abitato. L’imposizione fiscale e gli effetti della guerra dei Vespri, scoppiata a Palermo nel 1296 contro il potere angioino, provocarono fenomeni di violenza che insieme a varie epidemie, compresa la peste nera del 1348, determinarono l’abbandono dei luoghi rurali per la città. Padula divenne una enclave soggetta alla volontà dei notabili locali, i quali non consentirono di apportare le riforme urbanistiche e sociali di cui il territorio e la popolazione necessitavano. Neanche l’arrivo dei Borbone modificò la situazione del territorio, che durante il Risorgimento fu teatro di aspre lotte e insurrezioni armate finite nel sangue, come quella famosa di Carlo Pisacane e dei suoi “300 giovani e forti ….”. Padula seguì le sorti del Regno di Napoli.
La cittadina di Padula si mostra un borgo splendidamente arroccato su un colle che ancora oggi mantiene una struttura urbana medievale, sviluppata intorno alla chiesa Madre. Lo testimoniano i ruderi del Castello Sanseverino, che si intravedono nel giardino del palazzo Padula, dietro la chiesa di S. Clemente; le Torri angioine di casa Tepedino, in via Nicotera, e Palazzo Marsicovetere, nella piazza Trieste e Trento; i terrazzamenti d via Madonnella; i resti della cinta muraria del Castello, in via Carlo Poerio. Non mancano gli edifici storici di pregevole architettura del XVI – XVIII sec., come il Palazzetto Sanseverino, in via Municipio col suo pregevole Portale di ingresso; il Palazzo baronale, in via S. Giacomo; la serie di palazzi di forme neoclassiche di via XX Settembre e di corso Garibaldi, tutti ornati di portali e manufatti in pietra di Padula.
* articolo aggiornato a maggio 2025
Da vedere
Percorso di circa 4 km
Certosa di Padula, o di San Lorenzo, nella via omonima. Si tratta della prima certosa ad esser sorta in Campania, anticipando quella di San Martino a Napoli e di San Giacomo a Capri. Occupando una superficie di 51.500 m², contando su tre chiostri, un giardino, un cortile ed una chiesa, è uno dei più sontuosi complessi monumentali barocchi del sud Italia nonché la più grande certosa a livello nazionale e tra le maggiori d'Europa. Dal 1957 ospita il Museo archeologico provinciale della Lucania occidentale. Dal 1998 la Certosa è stata dichiarata patrimonio dell'umanità insieme ai vicini siti archeologici di Velia, Paestum, al Vallo di Diano e al parco nazionale del Cilento. Presso la corte esterna della Certosa è ora ospitato temporaneamente il Museo del cognome, dedicato all’onomastica.
Chiesa della Santissima Annunziata, via Italo Balbo, ricostruita integralmente nel XVIII sec. Nel 1957 per la ricorrenza del centenario della spedizione di Carlo Pisacane fu realizzato il Sacrario dei Trecento di Pisacane, posto nella cripta.
Casa museo Joe Petrosino, nella via omonima, a 200 metri dalla chiesa Madre. Custodisce oggetti appartenuti a Petrosino e sezioni che riguardano i temi della emigrazione italiana negli Stati Uniti e del movimento antimafia.
Chiesa di S. Michele Arcangelo, la chiesa madre della cittadina, in via San Clemente, eretta nel punto più alto, risale al IX – X sec. e ristrutturata più volte. Sul lato sinistro della facciata presenta un campanile con orologio. L’interno ha una pianta a croce latina a tre navate. Custodisce alcune pergamene di notevole interesse. Di fronte alla chiesa si alza il Palazzo Cariello.
Ruderi del Castello Sanseverino, nucleo di riferimento storico.
Palazzo Romano, in via Costantinopoli, del XVIII sec. dove è conservato un frantoio tradizionale con le macine trascinate dai muli.
Convento di S. Francesco, nella via omonima, edificato a partire dall’ultimo ventennio del XIV sec. da un Sanseverino, Giovanni Tommaso, discendente di quel Tommaso II fondatore della Certosa di S. Lorenzo. Si tratta di un complesso che unisce vari corpi: la chiesa, il chiostro e la zona delle celle dei frati. La facciata fu realizzata nel XVII sec. e costituita da tre archi appoggiati su colonne filiformi e da un portale di pietra. L’interno consta di due navate. Lo splendido chiostro è costituito da 24 colonne le cui pareti conservano gli affreschi del pittore locale O. Paparo.