Ab. 628.165; palermitani/ panormiti; altezza: m. 14 s.l.m.; provincia: Città metropolitana di Palermo - mappa - Info Turista.: C.I.T. Teatro Massimo, p.za Verdi, 13 / C.I.T. Porto, Banchina Crispi / C.I.T. Bellini, via Maqueda, 189 tel. 091 7408020 / C.I.T. Galletti, p.za Marina, 46 tel. 091 7406344; P.S. H.: via del Vespro, 129 – T. 091 6551111 Aeroporto Internazionale di Palermo - Punta Raisi Falcone e Borsellino, presso Cinisi Tel. 800 541880
Insediamento urbano risalente all’età preistorica, chiamata Panormus, tutto porto, per la grande insenatura del suo porto, diventò una città punica col nome di Ziz. Nel 253 a. C. fu sottomessa dai romani. Con la caduta dell’Impero Romano vi si insediarono i bizantini fino alla prima metà del IX sec. quando sbarcarono i saraceni che arricchirono la città, facendone il centro amministrativo della Sicilia. Nel 1072 passò sotto i normanni, i quali nel 1134 la proclamarono capitale del loro regno, accrescendone la sua importanza, come snodo commerciale tra l’Europa e l’Asia, e la sua bellezza. Con Federico II, imperatore del Sacro romano impero, Palermo diventò sveva, sede della sua corte e prezioso centro culturale del tempo. L’arrivo degli angioini, caduti gli svevi, significò per la città la perdita del primato del regno a vantaggio di Napoli; giogo da cui si liberò nel 1282 con la rivolta dei Vespri, che coincise con l’insediamento degli aragonesi, i quali la rigenerarono. Palermo, passò poi agli spagnoli per un lungo periodo, salvo gli anni in cui regnarono i Savoia, 1713 – 1718, e gli austriaci, 1720 – 1735, a cui subentrarono i Borboni, che caddero sotto l’avanzata dei Mille, 27 maggio 1860.
Palermo si trova distesa ai piedi del Monte Pellegrino, m 660, su una grande insenatura della costa, al limitare della verde Conca d’Oro. Posta in una posizione paesaggistica eccezionale, il suo territorio è uno scrigno di tesori artistici e di bellezze naturali inestimabili. Il suo centro storico, tra i più grandi d'Europa, costituito da una rete di strade irregolari e vicoli stretti con una conformazione medievale, si estende intorno all’antica cinta muraria, delimitato dalle vie Cavour a nord ovest e Tukory a sud est, che vi scorrono quasi parallelamente, tagliate da due assi viari, per la maggior parte pedonalizzati, via Vittorio Emanuele, ex Cassarro (il Castello), e via Maqueda, che si incontrano nella suggestiva piazza Vigliena, chiamata i Quattro Canti. La croce segnata da queste due vie divideva la città in quattro quartieri: Capo o Monte di Pietà; Loggia o Castellammare; Kalsa o Tribunali; Albergaria o Palazzo Reale. Tutt’intorno si è sviluppata la città moderna, in particolare l’area alle pendici del monte Pellegrino, che si apre sul porto. Ricordiamo che il sito “Palermo arabo - normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale” nel 2015 è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità; ne fanno parte: Palazzo Reale o dei Normanni, la Cappella Palatina, la Zisa, la Cattedrale della Santa Vergine dell’Assunta, la Chiesa di S. Giovanni degli Eremiti, la Chiesa della Martorana, la Chiesa di San Cataldo, il Ponte dell’Ammiraglio, il Duomo del Santissimo Salvatore di Cefalù, il Duomo di Santa Maria Nuova di Monreale. La città di Palermo è fornita di un'ottima linea metropolitana che unisce l'aeroporto Falcone e Borsellino alla stazione centrale.
Da vedere
Per il suo straordinario patrimonio artistico, per la grandezza del territorio su cui è distribuito nella città metropolitana, abbiamo individuato, per i viaggiatori, tre percorsi virtuali distinti, da seguire, considerata la rispettiva lunghezza, in tappe separate, intorno al centro storico e non solo, attraverso strade e piazze, edifici rinascimentali, tesori artistici e bellezze naturalistiche unici al mondo:
Percorso I: circa 9 km, h. 2,15’, dal Palazzo della Zisa*, attraverso piazza dei Cappuccini, Palazzo della Cuba, la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti *, Palazzo dei Normanni*, dove si trova la Cappella Palatina*. Procedendo per, la Cattedrale*, raggiungendo i Quattro Canti e il rione del Capo, per ammirare il Palazzo Sclafani, la Chiesa di S. Giuseppe dei Padri Teatini, la Chiesa di S. Agostino e la chiesa di Santa Maria di Gesù al Capo, tra i banchi del mercato del Capo. Poi, tornando a Piazza Pretoria, verso l’adiacente piazza Bellini, per vedere il meraviglioso Palazzo del Municipio, la splendida Chiesa Monastero di S. Caterina d’Alessandria, la Chiesa Santa Maria dell’Ammiraglio* o della Martorana, la Chiesa di San Cataldo*. Quindi, ritornando su via Maqueda, otre i Quattro Canti, verso est, si possono vedere il palazzo dei principi Comitini e quello Santacroce. Riprendendo, via Vittorio Emanuele, verso sud, si incontra la monumentale Chiesa di S. Matteo al Cassaro; poi, per via dei Cipressi si raggiunge Piazza S. Antonino, dove prospetta il Palazzo dell’Università. Infine, da Piazza S. Antonino al giardino pubblico Villa Giulia, per scoprire Palazzo Ajutamicristo, la Piazza della Rivoluzione, il Chiostro della Chiesa della Magione e il magnifico Orto Botanico.
N. B. con * sono indicati i monumenti riconosciuti dall'Unesco come patrimonio dell'umanità.
Palazzo della Zisa, nella piazza omonima; “Zisa” in arabo significa “splendida/rilucente”, che manifesta lo splendore della costruzione realizzata per il re normanno Guglielmo I intorno al 1160 e terminata da Guglielmo II. Si tratta di una maestosa costruzione di forma rettangolare con piccoli torrioni posti sui lati corti ed eleganti merlature all’esterno risalenti al XVI sec.
Catacombe dei Cappuccini, nella piazza omonima, situate nelle gallerie sotterranee del convento dei Cappuccini del XVII sec., in cui si trovano allineati numerosi corpi ormai mummificati di ricchi palermitani morti tra il XVII e il XIX sec.
Palazzo della Cuba, C. so Calatafimi, costruita nel 1180 per volere di Guglielmo II, faceva parte di un o splendido parco. Complesso a forma di parallelepipeda, interrotta su ogni lato da torri sporgenti e segnata sulla parte esterna da archi ciechi. L’interno è costituito da un’unica sala con delle nicchie ai lati. Non lontano, si trova Villa Napoli, chiamata “Cubula”, per un piccolo padiglione cubico sovrastato da una cupoletta rossa.
Palazzo dei Normanni, Piazza del Parlamento, complesso maestoso, costruito dagli arabi nel IX sec., ampliata dai normanni e ristrutturata già in epoca sveva. Nel primo ventennio del XVII sec. gli spagnoli diedero vita alla maestosa facciata, aprendo degni cortili, tra i quali quello della Fontana. Sulla parte destra della costruzione è posta la Torre Pisana o di Santa Ninfa, quanto resta dell’originario normanno.
All’interno si trovano: la splendida Cappella Palatina, al I piano, stupendo esempio dell’arte normanna, dedicata a Santi apostoli Pietro e Paolo, eretta tra il 1132 – 1140 per il re Ruggero II. L’interno è a tre navate con colonne dai capitelli corinzi e archi a sesto acuto. La navata centrale è ricoperta da un meraviglioso soffitto ligneo a stalattiti; originale è lo splendido pavimento ad arabeschi. Tutto in questo contesto appare prezioso, dai marmi, i mosaici sulle navatelle, famoso il Cristo Pantocratore decorato nel santuario, 1143, il trono reale nella cappella, stupendo l’ambone con mosaici e il gigantesco candelabro pasquale alla destra del santuario; gli Appartamenti Reali, II piano, tra cui la Sala del Parlamento o di Ercole, dove si tengono le riunioni dell’Assemblea della regione e la sala di re Ruggero adorna di un ciclo musivo di notevole interesse del 1170.
Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, via dei Benedettini, costruita tra il 1142 – 1148 per volere di re Ruggero II, vicino a una moschea di cui vediamo ancora alcune parti, come cappella funebre dei dignitari di corte. Il campanile quadrato, sormontato da una cupola rossa si integra con le altre cupole a forma orientaleggiante. L’interno a navata unica, a croce latina, si presenta spoglio. Un chiostro notevole, con archi acuti sorretto da colonne binate, del XIII sec. è situato nel giardino adiacente. La chiesa è riconosciuta e tutelata come monumento nazionale dal regio decreto 15.8.1869. A circa 700 m si trova l'eccezionale mercato Ballarò, nella via omonima.
Palazzo Sclafani, piazza S. Giovanni Decollato, suggestiva costruzione ornata da archi preziosi ed eleganti bifore.
Cattedrale, via Vittorio Emanuele, complesso davvero scenografico e imponente dedicato all’Assunta, costruzione della seconda metà del XII sec., successivamente ristrutturata e rimaneggiata intorno alla fine del XVIII sec. con l’innalzamento della cupola. La facciata del XV sec. è fiancheggiata da due torri angolari aperte da bifore. L’interno si presenta a tre navate con cupola. Nelle due cappelle a destra vi sono le tombe di Costanza d’Aragona, moglie di Federico II, di Enrico VI padre di Federico II, dello stesso Federico II morto nel 1250, del nonno materno Ruggero II, della madre Costanza d’Altavilla, e altri reali. Un portale del XVI sec. porta nella Sacrestia dei Canonici da cui si entra nella Cappella il cui altare è ornato dalla Madonna della Scala di A. Gagini del 1503. Sotto la parte absidale si raggiunge l’ampia sala della Cripta normanna a due navate divise da colonne a crociera dove sono custoditi sarcofagi dell’epoca normanna. In via Bonello, a due passi, è situato il Palazzo Arcivescovile, sede del Museo Diocesano che conserva la collezione d’arte tra il periodo normanno e l’età contemporanea
Chiesa di S. Agostino, via F. Raimondo, costruita tra la fine del XIII e l’inizio del XIV sec., presenta un portale con una splendida rosa in stile gotico. L’interno barocco è a navata unica con pregevoli decorazioni a stucco dei primi anni del XVIII sec.
Santa Maria di Gesù al capo o Santa Maruzza ri Canceddi, piazza Beati Paoli, eretta nella prima metà del XV sec., presenta un portale sulla facciata, scolpito nel 1495; altri due portali si si stagliano sul fianco sinistro. L’interno, a navata unica, conserva interessanti opere scultoree e una preziosa arcata scolpita dal Gangini del 1512 a destra del presbiterio. Preziosa la Cappella Grua Talamanca, in stile gotico catalano. L’annesso monastero è impreziosito da un chiostro da cui si apre un panorama impareggiabile sulla città.
Chiesa di S. Giuseppe dei Padri Teatini, via Vittorio Emanuele, della prima metà del XVII sec., ristrutturata nel XVII sec. con l’aggiunta della cupola; il campanile presenta forme barocche. L’interno a tre navate, diviso da colonne, strabordante di marmi conserva numerose opere d’arte dell’epoca, tra cui preziosi dipinti di Giorgio Vasari e del Gangi.
Quattro Canti, è definita così la stupenda piazza Vigliena, spazio nato dall’incrocio della via Vittorio Emanuele con via Maqueda, caratteristica via della Palermo barocca. La scenografia del luogo, con le quattro fronti smussate, risalente agli anni 1609 – 1620, è dovuta all’architetto G. Lasso.
Piazza Pretoria, al cui centro si alza la monumentale Fontana Pretoria di forma circolare con statue allegoriche, balaustre e scale, eseguita tra il 1554 - 1555 per una villa di Firenze da F. Camilliani e trasferita nella piazza tra il 1573 – 1575 dal figlio dell’architetto Camillo e dal Naccherino. Nella piazza si staglia il Palazzo del Municipio del XVI – XVII sec., ristrutturato nel XIX sec., conserva notevoli opere d’arte.
Chiesa Monastero di S. Caterina d’Alessandria, piazza Bellini, eretta intorno alla metà del XVI sec. presenta un’elegante facciata con portale decorato. L’interno a una navata è riccamente ornato da rilievi di marmo statue e pitture a fresco. Custodisce una splendida S. Caterina scolpita da Antonello Gangini sull’altare del transetto destro. Immerse nel verde della vegetazione e in posizione dominante rispetto alla piazza si stagliano:
la Chiesa Santa Maria dell’Ammiraglio, o della Martorana, costruzione normanna della metà del XII sec., voluta dall’ammiraglio Giorgio di Antiochia, ristrutturata più volte nel corso dei secoli, in particolare nel periodo barocco quando fu innalzata la fronte concava, 1688. Particolare risulta la torre campanaria in stile arabo normanno, ornata da splendidi intarsi. Le mura ancora visibili sono decorate da due meravigliosi mosaici raffiguranti il re Ruggero II e L’Ammiraglio Giorgio. L’interno si presenta oggi a tre navate con una notevole cappella barocca, le cui pareti conservano un importante ciclo di mosaici di epoca normanna. La chiesa è riconosciuta e tutelata come monumento nazionale dal regio decreto 15.8.1869, oggi viene officiata con rito greco - orientale; la Chiesa di San Cataldo, eretta intorno alla seconda metà del XII sec. e restaurata nel XIX sec. Le sue mura esterne sono decorate con arcate cieche, coronate da merli di forma araba e sovrastate da tre cupole rosse a forma rigonfia. L’interno sobrio, a tre navate, diviso da colonne presenta un pregevole pavimento mosaicale normanno. Davanti a Piazza Bellini, proprio sulla via Maqueda, dalla parte opposta dei Quattro Canti, l’altra grande via barocca del centro cittadino, si stagliano: Palazzo dei Principi di Comitini del XVIII sec., oggi sede della Città Metropolitana di Palermo e il Palazzo Santacroce in forme barocche.
Chiesa di S. Matteo al Cassaro, in via Vittorio Emanuele, dai Quattro Canti, sulla sinistra verso il mare, costruzione del XVII sec. con facciata in stile barocco. Nell’interno a tre navate si distinguono le 4 statue della Virtù poste sui pilastri della cupola del Serpotta, 1728.
Chiesa del Gesù di Casa Professa, nella piazza omonima, costruita e poi ampliata tra il 1591 e il 1633, presenta una facciata tardo manierista e barocca, in cui risalta il colore rosso delle membrature. L’interno a tre navate splende di forme barocche, tarsie marmoree, stucchi sculture e dipinti. Sulla destra della chiesa è situato l’elegante cortile barocco della casa Professa da cui si entra nella Biblioteca, dove sono conservati i manoscritti degli eruditi palermitani tra il XVI e il XVIII sec.; il notevole corpus di codici membranacei e cartacei.
Piazza S. Antonino, va oltre via Maqueda, la quale costituisce il suo palcoscenico. Sulla destra è situata la chiesa di S. Antonino del XVII sec., nella cui ultima cappella a destra è custodito un Crocefisso ligneo dipinto, intorno al 1639, da frà Umile da Petralia e Innocenzo da Palermo. La Piazza si trova a lato dell’altra immensa area di piazza Giulio Cesare che ospita la Stazione Centrale delle Ferrovie.
Palazzo Ajutamicristo, via Garibaldi, costruito intorno alla fine del XV sec. in stile gotico - catalano, più volte ristrutturato modificando le forme originarie di cui restano la merlatura, gli archi del II piano, le finestre e il portale.
Piazza della Rivoluzione, spazio in cui sfocia la ricca e lunga via Garibaldi. Impreziosita dalla Fontana con il genio di Palermo, simbolo della città, prende il nome degli episodi accaduti nel 1848, quando questo luogo fu il centro della rivolta popolare contro i Borboni.
Basilica della Santissima Trinità del Cancelliere detta La Magione, via Magione, costruita intorno alla fine del XII sec. in stile normanno. La facciata è decorata di bozze nei portali, i lati sono squadrati. L’interno a tre navate diviso da colonne e archi a sesto acuto presenta sulla navata di destra un prezioso trittico in marmo del XVI sec. Nell’attiguo Oratorio del Crocefisso, sull’altare, è conservato un affresco notevole del XV sec.
Orto Botanico, via Lincoln, di proprietà dell’Università di Palermo, aperto nel 1785, dispone di ben 10 ettari di giardino che ospita piante provenienti da tutto il mondo.
Villa Giulia, via Lincoln, adiacente all’Orto Botanico, giardino pubblico creato nel 1778, a forma quadrata al cui centro si staglia una meravigliosa fontana a orologi solari. Sul lato che guarda al mare è posta un’altra statua in marmo raffigurante il Genio di Palermo del XVIII sec.
Percorso II, circa 9 km h. 2,10’: dalla chiesa di S. Giovanni dei Lebbrosi, al Ponte dell’Ammiraglio*, al Foro Italico, fino alla Chiesa di Santa Maria della Catena, alla chiesa di S. Giorgio dei Genovesi, all’Oratorio del SS. Rosario in Santa Cita e al Teatro Massimo, per ammirare la Chiesa di S. Teresa e quella di Santa Maria dello Spasimo, nel quartiere della Kalsa, la Galleria Civica d’Arte Moderna, il Palazzo Abatellis, la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, il Palazzo Chiaramonte Steri, il Museo Internazionale delle Marionette, la Basilica di S. Francesco d’Assisi, l’Oratorio di S. Lorenzo, Porta S. Felice e la chiesa di S. Maria di Porto Salvo. Poi, dalla Chiesa di S. Antonio Abate, per vedere la Chiesa di S. Domenico e vicino il decadutomercato della Vucciria, il Museo del Risorgimento, l’Oratorio del SS Rosario in San Domenico, la Chiesa di S. Ignazio all’Olivella, il Museo archeologico regionale; infine, più avanti la chiesa di Santo Spirito.
N. B. con * sono indicati i monumenti riconosciuti dall'Unesco come patrimonio dell'umanità.
Chiesa di S. Giovanni dei Lebbrosi, via S. Cappello, fondata, secondo la tradizione, dal re normanno Roberto il Guiscardo, nel 1071. In forme romanico sicule - normanne, più volte modificata; l’aspetto attuale è dovuto al restauro dei primi anni del XX sec., che presenta un campanile contemporaneo, mentre l’interno, a tre navate, tutte con absidi, è coperto da una cupola. Non lontano, sul fiume Oreto, è situato il Ponte dell’Ammiraglio, costruzione a sette arcate della fine del XII sec., voluto dal comandante Giorgio di Antiochia.
Foro Italico, prospetta sul mare incorniciato da un verde giardino, da cui si apre una superba vista su tutto il golfo palermitano.
Chiesa di S. Teresa alla Kalsa, piazza della Kalsa, antico quartiere arabo che significa: “la pura”, maestosa costruzione del XVIII sec. in stile barocco, presenta preziose decorazioni a stucco all’interno.
Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, nella via e nella piazza omonima, nel quartiere della Kalsa, costruita tra il 1509 – 1515, in stile tardo gotico. Nel 1518 il patrocinatore Jacopo de Basilicò acquisì l’opera di Raffaello Sanzio “Andata al Calvario”, raffigurante il dolore della Madonna davanti al Cristo sofferente sotto il peso della croce, chiamata universalmente lo “Spasimo di Sicilia”, da cui il nome della chiesa. Nel 1569 a causa dell’umidità e dell’atmosfera malsana della località il dipinto e l’altare marmoreo su cui era esposto, opera del Gagini, furono trasferiti nella Cappella del Santissimo Sacramento della Chiesa del Santo Spirito, detta del Vespro. Nel 1661 l’opera d’arte fu venduta a Filippo IV di Spagna (Filippo III di Sicilia) con l’intermediazione del viceré di Sicilia Ferdinando d’Ayala e l’originale sostituito con una copia. La vicenda suscitò molti dubbi che non sono mai stati chiariti. Il capolavoro di Raffaello oggi è conservato al Museo del Prado a Madrid. La chiesa spogliata del famoso dipinto nel 1582 fu destinata a diventare sede di spettacoli pubblici, un primo esempio di “teatro stabile”. A causa di diverse avversità succedutesi: peste, alluvioni, terremoti, infine i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, della splendida chiesa originaria rimase solo lo scheletro. Nel secondo dopoguerra divenne una discarica; finalmente, nel 1985 iniziarono i lavori di recupero. Un primo intervento rese agibile la parte monumentale, usata come teatro all’aperto e inaugurata il 25 luglio 1995 con il concerto “Spasimo”. Dal 1997 i restanti locali ospitano il Museo del Jazz, la scuola popolare di Musica, la scuola europea di orchestra Jazz.
Galleria Civica d’Arte Moderna Empedocle Restivo, GAM, via S. Anna, il complesso è costituito da due edifici del XV sec.: l’ex convento francescano della chiesa di S. Anna la Misericordia in forme barocche e l’attiguo palazzo Bonet in stile gotico – catalano. Raccoglie, oltre alle opere di artisti meridionali e palermitani tra la fine del XVIII sec. e l’inizio del XX sec., a quelle di famosi artisti nazionali, tra cui Carrà, Casorati, De Chirico, Guttuso, Leto, Boldini, Sironi e numerosi altri.
Palazzo Abatellis, via Alloro, costruito tra il 1490 - 1495 in stile tardo gotico con linee catalane e rinascimentali. Oggi ospita la Galleria interdisciplinare regionale della Sicilia di arte moderna e Medievale, la quale custodisce importanti collezioni dal medioevo al XVIII sec., opere scultoree in legno e marmo, pregevoli dipinti, tra cui alcuni di Antonello da Messina.
Chiesa di Santa Maria degli Angeli o La Gancia, Costruita nel 1400 con facciata decorata da portali a ogiva, mentre sul fianco sinistro si apre un magnifico portale gotico. L’interno a navata unica custodisce notevoli opere d’arte. Il 4 aprile 1860 da questa chiesa prese il via la rivolta popolare, finita in un fallimento, contro i Borbonici che costituì l’avvisaglia dell’insurrezione che sarebbe successa tra il 27 - 30 maggio grazie all’arrivo delle forze garibaldine.
Palazzo Chiaramonte Steri, piazza Marina, maestosa costruzione completata nella seconda metà del XIV sec. dalla nobile famiglia Chiaromonte e centro della vita politica, ospitando, prima il Parlamento della Sicilia nel XVI sec., poi il S. Uffizio e i Tribunali fino al 1960. Nello spazio riservato al Giardino Garibaldi sono custodite numerose piante rare e palmizi. Nella piazza è situato il Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino, ospitato nelle sale del palazzo Fatta, nella piazzetta omonima, dove sono conservate varie collezioni di pupi siciliani, burattini napoletani, marionette di ogni parte del mondo
Basilica di S. Francesco d’Assisi, nella piazza omonima, eretta nella seconda metà del XIII sec., ristrutturata più volte nei sec. XVI e XVIII, presenta una facciata rifatta nel XIX sec. decorata da uno splendido rosone scolpito e da un portale in forme gotiche del XIV sec. L’interno a tre navate si distribuisce attraverso i pilastrini divisivi in numerose cappelle con arcate scolpite in forme gotiche e rinascimentali. Conserva preziose opere d’arte.
Oratorio di S. Lorenzo, via Immacolatella, costruzione della seconda metà del XVI sec. L’interno fu riccamente decorato dal Serpotta sul finire del XVII sec. e l’inizio del XVIII. Opera considerata la massima espressione dell’artista. Altra opera d’arte è rappresentata dai sedili settecenteschi, intarsiati in avorio e madreperla, adagiati attorno alle pareti. Sull’altare si trovava la tela “Natività di Gesù”, ultima opera del Caravaggio del 1609, trafugata nel 1969 e mai recuperata. Vicino si staglia la Porta S. Felice proprio di fronte al mare. Costruzione ultimata nel 1642 costituita da due imponenti corpi di fabbrica divisi tra loro decorati da fontane, colonne, statue e aquile reali. Ancora vicino, si alza la chiesa di S. Maria di Porto Salvo, i cui lavori di costruzione furono iniziati da Antonello Gagini nel 1526 secondo un progetto che seguiva le forme rinascimentali; invece, quando fu ripresa la costruzione nel 1536 il progetto fu trasformato con aggiunte di elementi che richiamano lo stile gotico – catalano. L’interno ha la forma basilicale a tre navate.
Chiesa di Santa Maria della Catena, chiamata così per la catena che chiudeva l’entrata del vicino porto, in piazzetta delle Dogane, eretta sul finire del XV sec., in forme gotico - catalane, su un’alta gradinata, sul davanti presenta un portico a tre archi a sesto ribassato sotto cui si trovano tre portali del XVI. Sec. scolpiti da Vincenzo Gangini. L’interno a tre navate è diviso da belle colonne e grandi archi a sesto ribassato. Nelle cappelle laterali sono custodite numerose opere scultoree del XV sec.
Chiesa di S. Giorgio dei Genovesi, nella piazza omonima, eretta alla fine del XVI sec. dalla comunità genovese per i concittadini di Sicilia. Si presenta con forme rinascimentali, sia all’esterno che all’interno, a pianta basilicale con navate divise da colonne e cupola sulla crociera.
Teatro Massimo Vittorio Emanuele, piazza G. Verdi, tra i più importanti teatri lirici d’Italia e d’Europa. Costruito alla fine del XIX sec. in forme neoclassiche. Inaugurato il 16 maggio 1897 con la rappresentazione del Falstaff di Verdi. All’esterno il complesso presenta un pronao corinzio elevato sun scalinata ai cui lati si trovano due leoni bronzei con le allegorie della tragedia e della lirica, sormontato da un’enorme cupola. L’interno richiama le linee del liberty europeo, la sala a ferro di cavallo con cinque ordini di palchi e loggione. Dietro il teatro, a circa 400 m, si trova il mercato del Capo, ricco di prodotti tipici locali.
Chiesa S. Antonio Abate, via Roma, nei pressi del più antico e popolare mercato cittadino la “Vucciria”, il complesso religioso eretto nel XIV sec, su vecchi resti di epoca normanna, fu ricostruito integralmente nel XIX sec., rispettando il disegno originario.
Chiesa di S. Domenico, nella piazza omonima, costruzione rifatta nel 1636 sulla precedente del XIV sec., presenta un’elegante facciata del 1726. L’interno a tre navate, diviso da colonne, è maestoso. Custodisce numerose tombe di illustri cittadini e conserva notevoli opere d’arte. Nella piazza ha sede il Museo del Risorgimento, dedicato a Vittorio Emanuele Orlando, è situato nel chiostro di S. Domenico, conserva materiale e reperti dell’epoca. Su una laterale della piazza si accede a quel che resta dell'antico mercato della Vucciria, che tanto ispirò l'illustre pittore Guttuso.
Oratorio del SS Rosario in San Domenico, via Bambinai, eretto nella seconda metà del XVI sec. L’interno è uno scrigno di opere d’arte: statue e affreschi colmano spazi e pareti.
Oratorio del SS. Rosario in Santa Cita, via Valverde, costruzione del XVII sec. con l’ingresso su lato sinistro della chiesa di S. Cita. Presenta un interno riccamente decorato a stucco; sulle pareti sono rilievi scultorei con statue allegoriche.
Chiesa di S. Ignazio all’Olivella, nella piazza omonima, costruzione della fine del XVI sec. con delicata facciata barocca chiusa tra le due torri campanarie. L’interno a tre navate divise da colonne conserva notevoli opere d’arte del Paladino e del Conca. Accanto alla chiesa si trova l’Oratorio di S. Filippo Neri, del XVIII sec., il cui interno presenza richiami a vecchie forme rococò. Nel vicino ex convento dei filippini del XVII sec. ha sede il Museo archeologico regionale Antonino Salinas, che raccoglie importanti reperti archeologici ritrovati a Selinunte. Una visita da non perdere.
Chiesa di Santo Spirito o del Vespro, presso il cimitero S. Spirito – S. Orsola, dal nome della rivolta dei palermitani dei “Vespri” contro gli angioini che da questo luogo, il 31 marzo 1282, infiammò tutta la Sicilia. Si tratta di una costruzione della fine del XII sec. su cui si appoggiano una teoria di archi ogivali lavorati che si intrecciano nell’abside. L’interno a tre navate conserva ciò che resta delle decorazioni originarie del soffitto.
Percorso III, circa 1,5 km, h. 0,20’, da effettuare a piedi: dal Teatro Politeama Garibaldi a Piazza Castelnuovo, fino alla Pinacoteca Villa Zito; poi, circa 21 km, h. 0,45', in auto o con mezzi pubblici, per raggiungere la casa Florio - palazzina dei Quattro Pizzi, quindi il Parco della Favorita fino al Santuario di Santa Rosalia,
N.B. Il percorso in auto prevede strade a traffico limitato o private e a pagamento di pedaggi.
Teatro Politeama Garibaldi, al termine di Viale della Libertà, in piazza Ruggero Settimo, ideato come teatro diurno all’aperto, fu inaugurato nel giugno 1874 con la prima rappresentazione “I Capuleti e i Montecchi” di V. Bellini. La copertura fu realizzata soltanto nel novembre 1877. Nel 1891 terminarono i lavori di rifinitura e abbellimento, in occasione della grande Esposizione Nazionale che quell’anno si teneva a Palermo. L’ingresso del Politeama si caratterizza da un arco di trionfo sormontato dalla quadriga di Apollo, affiancata da una coppia di cavalli bronzei, chiaro riferimento allo stile neoclassico del periodo napoleonico. All’interno il complesso, ideato dall’architetto Damiani Almeyda, si rifà ai modelli del teatro circo, secondo i canoni dell’epoca, dove dalla forma semicilindrica del fronte si scopre una sala a ferro di cavallo con due ordini di palchi ed un profondo loggione. Il complesso e l’adiacente piazza Castelnuovo propongono un ampio giardino decorato da piante e monumenti, da cui si apre la prestigiosa via della Libertà, ampia arteria che termina nella piazza Vittorio Veneto dove si staglia il monumento ai caduti della Prima e Seconda guerra mondiale.
Pinacoteca Villa Zito, via della Libertà, antica villa nobiliare del XVII sec. ristrutturata e ampliata con modifiche e aggiornamenti degli inizi del XX sec. Fino al 2015 era la sede del Museo d’Arte e archeologia Maormino, oggi ospita la pinacoteca della Fondazione Sicilia con una collezione di dipinti che va dagli artisti siciliani del XVII sec. ai paesaggisti del XIX sec.
Casa Florio, Palazzina dei Quattro Pizzi, Discesa Tonnara, nel quartiere dell’Arenella, costruzione completata nel 1844 in forme eclettiche, richiama lo stile estremo dell’Art Nouveau, voluta da Vincenzo Florio e progettata dal suo amico e architetto Glachery, il quale ideò la palazzina, dove l’industriale si ritirò con la famiglia. Per la realizzazione fu abbattuta e trasformata una parte della struttura industriale esistente, proprio nello spigolo sudorientale della vecchia tonnara.
Parco della Favorita, in viale Duca degli Abruzzi, un gigantesco e splendido giardino pubblico creato nel 1799 per il re Borbone Federico III e la regina Maria Carolina. Particolare si presenta la Palazzina Cinese, situata appena dopo l’entrata in forme neoclassiche e linee che riprendono il gusto per le cineserie dell’epoca. In un’ala della Palazzina Cinese ha sede il Museo Etnografico Siciliano Pitrè, nel nuovo allestimento inaugurato nel 2014, che conserva una tra le maggiori collezioni etnografiche italiane. Nella sale si distribuiscono ben 20 sezioni, dove trovano posto documentazione storica che riguarda: usi, costumi, credenze popolari, miti, tradizioni del popolo siciliano. Una ricca biblioteca completa il Museo, con una raccolta di stampe, incisioni, fotografie. Nel 2007 è stata aperta una seconda sede del Museo, nel palazzo Tarallo di ferla – Cottone d’Altamira che conserva portantine e mobili del XVIII sec., il teatrino dell’Opera dei Pupi, la “Stanza della memoria” dedicata al fondatore Giuseppe Pitrè e parte dei volumi della biblioteca.
Santuario di Santa Rosalia, via Bonanno, si alza sul Monte Pellegrino, m 606. Costruzione del XVII sec. costituita dal convento e dalla grotta sacello dove la Santa, protettrice della città, dimorò fino alla morte, 1166. A circa 1 km dal santuario si raggiunge la Riserva Naturale protetta del Monte Pellegrino, m 606, che si estende per circa 1000 ettari e comprende anche il Parco della Favorita, definita preriserva. staglia una gigantesca statua della santa, località che offre la vista grandiosa sulla costa palermitana.