Cfr.: Lungo la Riviera del Brenta: Mira – Pianiga - Dolo – Fiesso d’Artico – Stra – Vigonovo – Fossò – Camponogara – Campolongo Maggiore – Campagna Lupia
La zona della Riviera del Brenta è una delle aree urbane della città metropolitana di Venezia, in cui si intrecciano i territori di ben dieci comuni con le rispettive realtà, integrate dall’antica tradizione. Una striscia infinita di verde che si estende lungo le sponde del fiume Brenta. Territorio eletto, tra il 500 e il 600, a villeggiatura preferita dai patrizi veneziani. Per tutto il corso del fiume occhieggiano tra la vegetazione magnifiche ville patrizie, lussureggianti giardini e parchi monumentali. Un’area paesaggistica di notevole interesse artistico, culturale e naturalistico dove risplende la vera ricchezza storica.
Mira
Si tratta di un comune sparso di 38.146 abitanti, la cui sede municipale è situata nella località Mira Taglio. Si estende lungo il Naviglio del Brenta, sul quale si affacciano le splendide Ville degli aristocratici veneziani del XVI – XVII sec. Condivide con il comune di Venezia la frazione Malcontenta. A sud est del suo territorio si trovano le barene, un particolare ambiente costituito da un insieme di isolotti collegati da canali.
L’intero territorio di Mira è solcato da numerosi corsi d’acqua, oltre al Naviglio. Questa particolare conformazione ha dato vita, tra il XV e il XIX sec., al fiorire della costruzione di numerosissime ville, allineate lungo il Brenta, con oratori, palazzi, barchesse isolate e tanti casini di caccia. Tra queste Villa Venier, Contarini, a Mira Taglio del XVII sec.; Villa Vallier, Bembo, detta “La Chitarra”, a Mira;
Villa Widmann, del XVII sec. a Mira; le Barchesse di villa Valmarana, in località Valmarana nella frazione Mira Porte, sulla riva destra del Brenta; Villa Mocenigo del XVIII sec., riva destra e Cà Moro, del XV sec., riva sinistra del Naviglio a Oriago;
Villa Foscari, detta “La Malcontenta”, costruita su progetto del Palladio intorno alla metà del XVI sec. nella località Malcontenta di Mira. Nel suo territorio, tra la frazione Malcontenta e la località Dogaletto della frazione di Gambarare, è sita l’Abbazia di Sant’Ilario e Benedetto, importante monastero benedettino fondato nell’819. A Borbiago si alza la chiesa di Santa Maria Assunta i cui lavori di costruzione risalgono alla metà del XVII sec. A Oriago è situata la chiesa di Santa Maria Maddalena, risalente al XV sec.
Pianiga
Risale al periodo romano il primo insediamento urbano nel territorio, tra il III e II sec. a.C., sono ancora presenti i segni della centuriazione, il c.d. graticolato romano. Pianiga faceva parte del territorio del Comune di Padova, nel 1405 passò sotto la Serenissima e nel XVI sec. subì una importante evoluzione economica dovuta al miglioramento delle tecniche di coltivazione e l’introduzione di nuove produzioni e la realizzazione di opere di bonifica, che destò l’interesse degli aristocratici veneziani. Il territorio seguì le sorti della Repubblica di Venezia.
Il territorio comunale, 12.290 abitanti, aggrega numerose frazioni e quattro storiche parrocchie della diocesi di Padova, tra cui la chiesa di San Martino Vescovo, costruita intorno al XIII sec.
Dolo
Fu molto probabilmente una mansione romana e un piccolo borgo medievale, che ebbe il suo sviluppo tra il XII e il XIV sec. sotto la protezione del comune di Padova. Agli inizi del XV sec. il territorio passò alla Serenissima, ma le sue parrocchie continuarono a dipendere dalla diocesi di Padova e amministrativamente dalle “ville”, vero e proprio comune rurale autonomo. L'influenza veneziana trasformò Dolo in un luogo ricco di eleganti palazzi e salotti alla moda, il più frequentato della Riviera del Brenta. Dopo il trattato di Campoformio, 1797, il territorio di Dolo tornò sotto il comune di Padova. Nel 1807 Dolo fu aggregata alla Provincia di Venezia e successivamente al 1815 passò al regno del Lombardo Veneto, quindi nel 1866 con la pace di Vienna entrò a far parte del Regno d’Italia.
Sede dell’unione di comuni “Città della Riviera del Brenta”, si trova al centro della Riviera, estendendosi su entrambe le rive del Naviglio, il quale all’altezza del centro si sdoppia, formando l’isola Bassa. In pieno centro storico, è situato lo Squero monumentale, antico cantiere o scalo coperto dove venivano riparate e trovavano ricovero le barche che transitavano lungo il Brenta, trainate controcorrente dalle rive con l'ausilio dei cavalli. Nel territorio del comune, 15.093 abitanti, si trovano tra le altre, la Villa Velluti costruita intorno al 1661 all’altezza di Sambruson di Dolo, lungo il lato destro della Riviera; la Villa Badoer Fattoretto del 1516, Villa Ferretti Angeli, del 1582, entrambe a Sambruson.
Fiesso d’Artico
Il territorio appartenne al comune di Padova sino al XV sec., quando passò alla Serenissima, abbellendosi di magnifiche ville e dimore estive dei nobili veneziani. La città di Venezia era collegata a Fiesso con il "Burchiello", un battello adibito a vero e proprio salotto galleggiante. Nel 1867, la cittadina diventata parte del regno d’Italia, mutò la denominazione in Fiesso d’Artico, in onore del Magistrato delle Acque di Venezia Angelo Maria Artico, il quale aveva ideato una particolare deviazione del Brenta per salvaguardare il paese dalle innumerevoli inondazioni.
La cittadina, 8.397 abitanti, immersa nella naturale bellezza della riviera del Brenta è diventata una delle mete più ambite dai turisti che arrivano a Venezia, grazie alla suggestione esercitata dal suo territorio e alle ville veneziane. In centro è situata la Chiesa della Santissima Trinità, risalente al 1297, riedificata nel 1454. L’attuale parrocchia fu edificata verso la fine del XVII sec.
Stra
Territorio di passaggio, attraversato dalla strada militare Emilia - Altinate, costruita dal Console romano Marco Aurelio Lepido, subì diverse invasioni barbariche. Coinvolta nelle guerre di confine fu dominata dagli Ezzelini, poi dai Visconti e tornò sotto l’influenza di Padova. Nel XVI sec. divenne territorio veneziano e cominciò a fiorire, diventando una località ideale per i soggiorni dei nobili veneziani.
Il comune di Stra, 7.637 abitanti, è costituito da tre centri abitati: Stra, capoluogo, sulla sponda destra del Naviglio del Brenta, San Pietro e Paluello lungo la sponda sinistra. Sul suo territorio si trova la celebre Villa Pisani, costruita a partire dal 1721, concepita come dimora regale su progetto del Frigimelica. Oggi è sede del museo nazionale che conserva opere d’arte e arredi del XVIII e XIX sec. Altrettanto interessanti sono: la Villa Lazara Pisani, detta la Barbariga, costruita nel XVIII sec. e la Villa Fossarini, del XVII sec., in forme palladiane.
Vigonovo
Antico insediamento paleoveneto risalente probabilmente al III sec. a.C. Nella zona i romani tracciarono la via Annia che collegava Padova ad Aquileia. L’area subì la devastazione durante le invasioni barbariche del IV sec., che costrinsero gli la popolazione locale a rifugiarsi sulle isole della laguna veneta. Soltanto nel VI sec. la zona fu ripopolata con la costruzione del nuovo centro che prese il nome di Vigonovo, ossi “villaggio nuovo”. Nel 1405 fu assoggettata alla Serenissima, insieme a Padova e ne seguì le sue sorti.
Il paese, 10.019 abitanti, posto al confine con il territorio della provincia di Padova, è ricchissimo di corsi d’acqua. Oltre al Brenta è percorso dal canale artificiale di Piòvego, importante via di comunicazione tra Padova e Venezia. La sede municipale è situata a Villa Zanon, costruzione del XIX sec. In piazza Marconi, centro del paese, si alza la chiesa di Santa Maria Assunta, costruita su una vecchia pieve del IX sec. e ricostruita intorno alla metà del XX sec. Conserva opere del Tiepolo. Nella sua campagna è situata la splendida Villa Sagredo, costruita nel XVII sec.
Fossò
Il primo insediamento urbano nel territorio risale al periodo paleolitico e poi romano. La prima citazione del paese si rifà al 1025. Nel 1073 alcuni documenti dimostrano che Fossò era riconosciuto come “villa”. Dal XII al XIV sec. il suo territorio fu soggetto al comune di Padova. Nel XV sec. passò alla Serenissima, diventando un centro agricolo. Con la pace di Vienna, 1815, passò sotto l’Austria e seguì le sorti del Veneto.
Il comune, 7.039 abitanti, è situato a circa metà strada tra Padova e Venezia, vicino al Brenta in una zona pianeggiante e fertile. Interessante l’antica chiesa parrocchiale di San Bartolomeo.
Camponogara
La prima menzione del paese risale all’897, in un documento dell’imperatore Berengario. Nel 1077 risulta che a Camponogara fu costruita una chiesetta dedicata alla Madonna e un documento del 1297 ne conferma l’esistenza col nome di Santa Maria. Fu coinvolta nella Guerra della Lega di Cambrai, XVI sec., a cui seguì un periodo di pace durante il quale vennero costruite alcune notevoli ville venete. Nel 1797, con la caduta di Venezia, dopo il trattato di Campoformio, passò prima ai Francesi e poi all’Austria. Entrò a far parte del Regno d’Italia dopo la pace di Vienna, 3 ottobre 1866, che chiudeva la terza guerra di indipendenza.
L’antico abitato ha dovuto fronteggiare continue inondazioni dovute alla vicinanza del Brenta, deviato in prossimità del centro dagli interventi idraulici effettuati dalla Repubblica di Venezia. Oggi il comune conta 13.024 abitanti, distribuito intorno alla chiesa dei Santi Maria Assunta e Prosdocimo, costruita intorno alla fine del XVIII sec., con un importante campanile del XIX sec., tra i più alti d’Italia con i suoi 70 m. di altezza.
Campolongo Maggiore
Campolongo soltanto nel 1815, dopo l’annessione del Veneto nel Regno del Lombardo – Veneto, divenne Maggiore
La cittadina, 10.737 abitanti, è divisa in due parti: Campolongo Maggiore e Campolongo Maggiore Chiesa. È attraversata dal ramo principale del Brenta, chiamato Cunetta Brenta.
Campagna Lupia
Insediamento neolitico abitato da popolazioni paleovenete. In epoca romana, intono al III sec. a. C., vi fu insediata una colonia, che in un certo senso bonificò la zona acquitrinosa, fondando Campagna, vero e proprio riferimento agricolo dell’entroterra. Nel Medioevo nella zona si svolsero le campagne militari tra Carraresi e veneziani. Nel 1405 insieme alla città di Padova entrò a far parte della repubblica Serenissima e ne seguì le sorti. Nel 1867 prese la denominazione di Campagna Lupia.
La cittadina, 7.181 abitanti, è divisa in due parti: la pianura, ad ovest, col centro storico e le frazioni, e le valli, a est, umide da pesca, tra queste ricordiamo la valle Averto, oasi WWF Italia, la valle Zappa celebre per il suo casone rurale e casino di caccia. Notevoli da visitare: Villa Colonda Marchesini, costruita intorno alla fine del XVI sec., oggi ospita il municipio, la chiesa di San Pietro Apostolo, risalente alla seconda metà del XVIII sec.