Abruzzo e Molise, Itinerari n. 2/2019
(Suggerimento vedi: Abruzzo e Molise itinerario 1/2019)
Dalla valle Peligna alla costa termolese: Roccaraso – Ateleta – Castel di Sangro - Isernia – Termoli
Itinerario: da Roccaraso a Termoli in 2 tappe:
Località: Roccaraso – Ateleta – Castel di Sangro - Isernia – Termoli
Stagione: tutte le stagioni. Tempo: 2 giorni. Lunghezza: Km. 160.
I) Roccaraso - Ateleta – Castel di Sangro - Isernia, Km 60, circa h. 1,20’
II) Isernia - Termoli, km 100, circa h 1,15’
Ai margini meridionali dell'Altopiano delle Cinquemiglia, procedendo da Sulmona sulla SS. 17 si giunge a Roccaraso, località che fa parte della Comunità montana Alto Sangro. Con i suoi impianti sciistici, appartenenti al comprensorio sciistico dell'Alto Sangro, Roccaraso è diventata una moderna stazione di soggiorno estivo e di sport invernali, tra le maggiori stazioni turistiche montane dell'intero Appennino. Prima di riprendere il percorso si consiglia una digressione, prendendo la SP 84, dopo circa 11 Km, si giunge a Ateleta, un piccolo borgo in provincia dell’Aquila, chiamato “la città degli uguali”, che ospita il Museo delle Tradizioni contadine. Quindi, continuando il viaggio, riprendendo, verso sud ovest, la SS. 652 si incontra la città di Castel di Sangro che sorge sul limitare di una valle molto ampia, sulla riva destra del Sangro. Proseguendo poi, sulla SS. 17, poco prima del bivio per Rionero Sannitico si oltrepassa il confine della regione Abruzzo e si entra nella regione Molise, seguendo il tratturo Pescasseroli-Candela, antica via della transumanza, all'incrocio della SS. 85 e la SS. 17 Appulo-Sannitica, si giunge a Isernia, giovane capoluogo di provincia, ma città antica di storia, circondata dai monti del Matese a sud e dalle Mainarde a nord-ovest. Nuove sono pure le tipologie abitative rinnovate periodicamente a causa dei fenomeni sismici e delle vicende belliche. Il valico del Macerone (684 m s.l.m.), situato nella zona settentrionale del comune, è stato fin dall'età romana un’importante via di comunicazione, mentre in età contemporanea la sua particolare ripidezza e tortuosità lo hanno reso popolare tra gli appassionati di ciclismo e gli escursionisti in moto. Procedendo sulla SS. 16 si arriva a Termoli, tra le più dinamiche e vitali città del Molise, il cui territorio si colloca tra il fiume Biferno (a sud) e il torrente Sinarca (a nord); la parte storica della città si sviluppa sul piccolo promontorio-penisola a ridosso del mare ma la città moderna trova il suo ampliamento nella zona dell'entroterra in particolar modo nei quartieri-satellite. Nel centro urbano le strutture abitative moderne disegnano un grande arco intorno al nucleo più antico, la “città vecchia”, situata su un promontorio calcareo, in una posizione unica, che nelle giornate luminose permette di ammirare, verso nord, il Golfo di Vasto e i rilievi abruzzesi della Majella, verso il mare, le Isole Tremiti (FG) e, verso sud, il profilo del promontorio del Gargano.
Roccaraso
Ab. 1.702, roccolani/roccarasini; altezza: m. 1.236 s.l.m.; Provincia: L’Aquila, mappa Info Turista.: via C. Mori, – 0864 62210; P.S. H.: via Sangrina, 20 Castel di Sangro – T. 0864 8992
Ai margini dell’altopiano del Prato, in mezzo ai boschi, sorge l’abitato di Roccaraso, anticamente denominato Roccca Rasini, creato intorno all’XI sec. Dedicato alla pastorizia e all’agricoltura, il borgo ebbe notevole sviluppo economico. A causa del terremoto della Maiella del 1706 subì notevoli danni. Verso la fine del XIX sec., l’apertura del collegamento ferroviario con Napoli porta i primi turisti e l’idea di attivare un comprensorio sciistico e alberghiero che potesse accogliere la domanda crescente di sport e vacanza. Il suo aspetto medievale fu distrutto durante la seconda guerra mondiale. Oggi, di interesse storico – artistico Roccaraso ha ben poco, a parte il borghetto antico di Pietransieri, a circa 5 Km, e la chiesa barocca di S. Rocco, edificata nel 1656. In compenso la sua invidiabile posizione a pochi Km dall’altopiano delle Cinquemiglia nella zona degli altipiani d’Abruzzo, la rendono unica. Poi, la stazione sciistica di Roccaraso, splendida meraviglia, la quale si articola attorno ai Monti di Roccaraso, circa 2283 m, al Piano Aremogna e a Pizzalto, collegata direttamente agli impianti di Rivisondoli-Monte Pratello, 2012 m, è diventata il cuore della più vasta area sciistica dell'Italia centromeridionale,
Castel di Sangro
Ab. 6.700, castellani; altezza: m.793 s.l.m.; Provincia: L’Aquila, mappa Info Turista.: Pro Loco, piazza Plebiscito, 11 – 0864 840078/ 0864 840837; P.S. H.: via Sangrina, 20 – T. 0864 8992
Secondo i rilevamenti degli ultimi scavi archeologici nella zona avvenuti alla fine dell’800 presso la necropoli di Campo Consolino, vicino all’antico abitato italico di Aufidena, uno dei principali insediamenti sanniti, risulta che i primi siti abitati nell’area di Castel di Sangro risalgono al VII sec. a.C. Proprio sui resti di questo abitato, che subì la romanizzazione nel 298 a.C., venne edificata la parte più alta e antica di Castel di Sangro. Nel medioevo il suo territorio diventò possedimento del ducato longobardo di Benevento, ma furono i frati benedettini a gestire e esercitare il potere, rappresentato dal monastero di S. Vincenzo al Volturno. Risalgono all’XI sec. le prime notizie circa l’attestazione del nome Castrum Sari, che identificava l’attuale sito di Castel di Sangro. Nel XII sec. passò sotto il dominio dei Di Sangro, fino alla sua estinzione, quindi fu contesa da altre importanti famiglie. Castel di Sangro rifiorì intorno al XVI sec., grazie ai commerci sviluppatisi lungo gli altipiani e le valli fluviali dell’Abruzzo interno, che collegavano Napoli alle ricche città dell’Italia centrale; nel 1744 Carlo III di Borbone la insignì del titolo di città. La cittadina dopo l’annessione al Regno d’Italia subì una certa decadenza economica e demografica, aggravata successivamente dalla generale crisi del XIX sec., che portò al declino della pastorizia transumante. Durante la II guerra mondiale, il 7 novembre del 1943, appena il fronte della linea Gustav fu assestato nei pressi del paese, l’intero centro abitato fu distrutto dall’esercito tedesco.
Da vedere
· La Civita, quartiere più antico della cittadina, dove è situata la Basilica di S. Maria Assunta, costituita da case fortificate del XVI sec. per cui è facile distinguere il Palazzo De Petra, risalente al XV sec., che ospita la Pinacoteca patiniana con arcate in stile gotico e torretta merlata.
· Castello, costruito nell’XI sec. sul Colle S. Giovanni, sui resti di precedenti fortificazioni, serviva da presidio militare e fu conteso da tutte le famiglie succedutesi a Castel di Sangro e chiamato il “castello del Re”. Del castello rimane la pianta quadrata irregolare, delimitata dalle basi di tre torrioni circolari, di cui la maggiore, detta maschio, è la più antica. In mezzo alle torri, si trova la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, usata come cappella privata
· Basilica di S. Maria Assunta, chiesa di origini medievali, ricostruita in stile barocco tra la fine del XVII sec. e l’inizio del XVII. Conserva la pianta originale semi ottagonale a tre navate e una facciata in travertino con un portico a due ordini.
· S. Nicola di Bari, in via Riviera, antica chiesa risalente forse al XIII sec., più volte restaurata pur conservando l’aspetto romanico.
· Piazza Plebiscito, cuore della città, anche se è situata alla periferia del centro storico, dove si ergeva Porta Napoli
Isernia
Ab. 21.666, isernini; altezza: m. 423 s.l.m.; Provincia: Isernia, mappa Info Turista.: via M. Farinacci, 11; P.S. H.: via S. Ippolito – T. 0865 4421
L’antica Aesernia fu una delle principali città sannite, colonia romana nel 263 a. C., diventata municipio in epoca imperiale. venne distrutta nel 456 dai Vandali, di Genserico. Nel VII secolo, i Longobardi del ducato di Benevento ne promossero la rinascita, mentre sotto il dominio normanno subì una fase di decadenza e numerosi saccheggi da parte dei saraceni. La città si risollevò sotto gli svevi nel XIII sec. Nel 1519, Carlo V decretò la sua annessione al Regno di Napoli. I bombardamenti degli alleati, nel 1943, danneggiarono gravemente l’intero abitato e provocando la morte di numerosi persone. Dal 1947 il governo mise in atto un piano di rinascita della città, che lentamente si è sviluppato così che nel 1970 il Parlamento stabilì l’istituzione della nuova provincia di Isernia.
Da vedere
o Fontana Fraterna, è il simbolo della città, posta nella piazza San Pietro Celestino V, la piazza principale della città, la cui pavimentazione ricorda la planimetria delle abitazioni distrutte nel bombardamento del 1943, dove venne trasferita a seguito dei bombardamenti del 1943 (prima era posta in piazza della Fraterna, da cui prese il nome). Si tratta di un’elegante costruzione risalente al XV sec., che ha l’aspetto di una loggia a sei arcate a tutto sesto le cui sottili colonne poggiano sulla vasca di pietra. Al centro della vasca una lastra di marmo decorata con due delfini e un fiore definiscono l’opera.
o Piazza della Repubblica, dove nel 1998 fu posta una scultura in pietra molto suggestiva, di Pietro Cascella, denominata “L’Incontro”, che simboleggia l’anima della città, fondata sull’incontro di diverse strade e culture.
o Cattedrale di S. Pietro Apostolo, per mezzo dell’Arco di S Pietro attraversata da corso Marcelli, sorge su un antico tempio pagano del III sec., più volte ristrutturata a causa di vari terremoti. L’aspetto attuale si ispira alle forme neoclassiche della ricostruzione avvenuta nel 1837. Presenta, sulla parte anteriore, un grande timpano triangolare in travertino, sorretto da due coppie di pilastri agli angoli e da quattro colonne ioniche, all’interno la chiesa è suddivisa in tre navate da pilastri in marmo.
o Monastero di S. Chiara delle Monache, risalente all’XI sec., della cui chiesa di forma romanica distrutta, restano il campanile e il portale, oggi ospita il Museo Nazionale, la Biblioteca Civica e parte del Museo Paleolitico di Isernia.
o Chiesa di S. Francesco, ricostruita nel XVIII sec., conserva il portale romanico oroginario.
o Acquedotto Romano, di origine romana è scavato nelle rocce nel sottosuolo della città e funziona ancora oggi.
o Isernia – La Pineta, sito archeologico del Paleolitico risalente a circa 700.000 anni fa, rinvenuto nel 1979 a pochi metri dal centro abitato.
o Necropoli della Quadrella, nella località omonima, a sud del centro abitato.
Termoli
Ab. 33.583, termolesi; altezza: m. 15 s.l.m.; prov.: Campobasso, mappa Info Turista.: Piazza Bega, 42 – T.: 0875 703913; P.S. H.: viale S. Francesco, 1 – T.: 0875 71591
I ritrovamenti di necropoli preistoriche in contrada Porticone e Difesa Grande attestano che l’insediamento urbano risale all’età preistorica e romana. In seguito alle scorribande dei Barbari e ai momenti di crisi socioeconomica del basso impero, gli abitanti si rifugiarono sul promontorio con un unico accesso alla terraferma, limitando il pericolo delle incursioni dei pirati. La prima testimonianza di vita del territorio risulta la costruzione della Cattedrale nel XII o XIII sec. L’edificazione circa nello stesso periodo del Castello dimostrano un certo benessere generale. Successivamente, le scorrerie dei pirati turchi e alcuni terremoti segnarono una decadenza che durò fino alla fine del XVIII sec. L’avvento dei Borbone, nel 1847, segnò l’inizio dello sviluppo della cittadina. il borgo antico (chiamato dagli abitanti Paese vecchio) si erge come un piccolo promontorio verso il mare, circondato dalle mura
Da vedere
· Il centro antico della città di Termoli possiede le caratteristiche vie di un borgo di pescatori, attrezzata di Torretta Belvedere con la vista sui Trabucchi e la chiesa di S. Anna.
· Cattedrale, costruzione di difficile datazione, probabilmente del XII sec. edificata sul punto più alto della città. Si presenta con una facciata in stile romanico, divisa in due parti: la parte inferiore risalente al 1153, presenta sei piccole arcate con bifore decorate, al cui centro un settimo arco ospita il portale con ricchi rilievi; la parte superiore costruita nel 1400 presenta un grande rosone
· Castello Svevo, simbolo della città, costruito probabilmente nel XIII sec., costituito da un possente maschio centrale, era il centro di un più ampio sistema di difesa di cui residuano ancora in parte le mura e una torre.
· Seminario vescovile, in piazza S. Antonio.