Marche, Itinerario n. 1/2019
Nel cuore della provincia di Pesaro Urbino, da Pesaro a Urbino attraverso il Montefeltro marchigiano
Itinerario: da Pesaro a Urbino attravo il Montefeltro marchigiano, in 2 tappe.
Località: Pesaro - Montefabbri – Sassocorvaro – Macerata Feltria – Carpegna - Urbania – Acqualagna - Urbino.
Stagione: primavera, estate, autunno. Tempo: due giorni. Lunghezza: Km. 140.
I) Pesaro – Montefabbri – Sassocorvaro – Macerata Feltria – Carpegna, km 67, circa h 1,30’
II) Carpegna – Urbania – Acqualagna – Gola del Furlo - Urbino, km 73, circa h 1,40’
Questo interessante percorso parte da Pesaro, sulla costa adriatica e conduce il viaggiatore verso un territorio sempre più impegnativo ed impervio, attraverso borghi antichi, paesaggi mozzafiato, torri, laghi e fiumi, nascosti tra la vegetazione, per toccare il Montefeltro, dalla parte marchigiana, e lambire, tornando a scendere verso il mare, il Parco naturale delle Gole del Furlo. Un’impresa davvero, che abbiamo contenuto in solo 2 tappe, per un percorso di circa 140 chilometri su un territorio splendido, scandito dall’insolito susseguirsi di campi lavorati, di boschi e di paesaggi integri, di borghi e cittadine meravigliosi. Credeteci, questi luoghi sono così incantevoli che qualunque viaggiatore potrebbe decidere una vacanza più lunga. Pesaro è la città da cui si parte, particolare città, chiusa tra le due quinte collinari che l’abbracciano, insieme alla sua spiaggia. Ricorda “le scene di un teatro”, sia che la si guardi dal mare che dalla splendida piazza, la quale emana il fascino antico dei suoi palazzi medievali e dei suoi quartieri interni. Poi, risalendo la valle si raggiunge Montefabbri, un’adorabile borgo, che profuma ancora di medioevo. Procedendo lungo la SP. 3 bis e SP 6 si giunge a Sassocorvaro, poi a Macerata Feltria, quindi a Carpegna, sede del Parco naturale e regionale del Sasso Simone e Simoncello, tranquillo borgo posto alle falde del monte omonimo. Immersi in un paesaggio stupendo si gode un panorama mozzafiato dove si riconosce la Repubblica di San Marino, il Monte Fumaiolo e il Monte Aquilone, la vallata del Marecchia fino ai profili della costa adriatica. Arrivati nel cuore del Montefeltro, si può viaggiare a tema: per arte e architettura; per mappe del gusto e delle tipicità; per oasi ambientali e riserve naturali; per tutto quanto insieme. I collegamenti sono agevoli, innumerevoli le soste, diffuso e capillare il sistema dell’ospitalità. Ovunque, in questo territorio, si assiste al cambiamento dei paesaggi, da quelli montuosi e aspri, come abbiamo detto, del Sasso Simone e Simoncello, del Carpegna, del Catria, del Nerone e dell’Alpe della Luna, a quelli più dolci, espressi dalle morbide colline che scendono verso l’Adriatico. Un territorio mutevole, dunque, dai molteplici aspetti ambientali e paesaggistici, crocevia di storiche strade, collocate ai confini con la Toscana, l’Umbria, le Marche, l’Emilia Romagna e la repubblica di S. Marino. Altrettanta attenzione, prendendo per la SP 18 e SS 73 bis, meritano in questo itinerario, Urbania con il suo seducente palazzo ducale e l’invitante Acqualagna con i suoi tartufi, che fanno parte di un patrimonio e di una cultura di altissimo pregio, di cui i viaggiatori non possono fare a meno di stupirsi. Prima di intraprendere il viaggio in direzione Urbino, proseguendo sulla via Flaminia, per la via Furlo, si incrocia una galleria lunga 38,3 m. che gli antichi chiamarono “petra pertusa” o “forulus” da cui il nome di galleria del Furlo, proprio in questo punto si può vedere, stupefacente, la Gola del Furlo, formata da un enorme parete di calcare spaccata in due, per erosione da parte delle acque. Il territorio fa parte del Parco naturale della Gola del Furlo. Più avanti, percorrendo la SP 55 si raggiunge Urbino, capitale ideale del Montefeltro, città Unesco, patrimonio mondiale dell’umanità, capolavoro intatto del Rinascimento. Magica città in cui i maggiori geni artistici del rinascimento, chiamati dal suo signore, Federico di Montefeltro, intorno alla seconda metà del XV sec., fecero della città una reggia con fulcro il maestoso Palazzo ducale. Si porge al viaggiatore, in un mix di atmosfere storiche, tra i saliscendi dei vicoli, le piazze animate, il candido Duomo, il maestoso Palazzo Ducale, che la rendono magnifica, forse più che nel XV sec. La conclusione del percorso non poteva essere più felice, lasciando al viaggiatore ogni possibile scelta tra pub animatissimi, musica, cocktail e fingerfood: dall’Art Cafè ai locali di piazza della Repubblica, dalla Pasticceria Ducale all’Atellier Marcello Pucci, per le fantastiche sculture d’argilla dipinta in “arancio d’Urbino”.
Pesaro
Ab. 94.882, pesaresi; altezza: m.11; Provincia: Pesaro Urbino, mappa Info Turista.: V. le Trieste, 164 - T. 0721 30452; P.S. H.: Via Oberdan – T. 0721 362248
Gli scavi effettuati nel centro della città di Pesaro, nel 1977, confermano che le sue origini risalgono all'età del ferro, quando la città era appena un villaggio che faceva parte del territorio dei Piceni. Nel 184 a.C., i Romani fondarono la colonia di Pisaurum, che si inquadrò nelle strutture politico-culturali di Roma. Fu colonizzata nuovamente durante il secondo triumvirato da Ottaviano e Marco Antonio, diventando, sotto l'Impero, castrum e centro economico posto sulla via Flaminia. Distrutta da Vitige nel 539 d.C., venne ricostruita da Belisario e occupata dal 545 al 553 dai Goti. Dopo la caduta di Roma, Pesaro, passò sotto l'Esarcato bizantino di Ravenna. Nel 752 fu presa dai Longobardi, successivamente, nel 774, il re dei Franchi la donò allo Stato della Chiesa. Nella prima metà del XII secolo il fiorente Comune seguì le sorti della parte imperiale. Nel XIII secolo, subì il dominio degli Estensi, dal 1210 al 1216. Per lungo tempo ghibellina, durante il regno di Federico II di Svevia, nel 1266, tornò alla Chiesa. Nel Rinascimento la città adriatica vide una successione di signorie: i Malatesta (1285-1445), gli Sforza (1445-1512) il cui dominio fu interrotto da Cesare Borgia dal 1500 al 1503 ed in seguito consegnata da papa Giulio II ai Della Rovere (1513-1631). Fu in questo periodo che la città raggiunse il suo momento di maggiore fortuna. Alla morte di Francesco Maria II Della Rovere nel 1631, il Ducato tornò sotto il dominio papale che fece Pesaro sede cardinalizia. L'11 settembre 1860 fu occupata dal generale Enrico Cialdini e fu annessa allo Stato italiano in seguito al plebiscito del novembre 1860.
Da vedere
· Rocca Costanza, v. le Don Minzoni, costruzione della seconda metà del XV sec. è un edificio militare a pianta quadrata con le torri cilindriche e il fossato. Viene oggi utilizzata come carcere mandamentale.
· Madonna delle Grazie, via S. Francesco, chiesa eretta nel XIII sec. con magnifico portale del XIV sec. in pietra d’Istria. L’interno, restaurato nel 1700, conserva, dietro l’altare maggiore l’immagine della Madonna delle Grazie.
· Palazzo Ducale, p.za del Popolo, costruito verso la metà del XV sec. per volontà di Alessandro Sforza, presenta una facciata aperta da un porticato sormontato da cinque finestre decorate finemente, un magnifico portale immette nel Cortile d’Onore costruito nel XVI sec. Da vedere anche la Sala d’aspetto con un camino cinquecentesco di F. Brandani e il grande Salone Metaurense.
· S. Domenico, chiesa costruita alla fine del XIII sec. ha una facciata impreziosita da un portale gotico in pietra bianca e rosa.
· Casa Natale di Rossini, via omonima, all’interno è organizzato il museo Rossiniano.
· Musei civici, P.za Toschi-Mosca, comprendono la Pinacoteca comunale e il museo delle ceramiche.
· Duomo, Cattedrale di S. Maria Assunta, via Rossini, eretta nel XII sec. ha la facciata romanica, mentre l’interno è stato restaurato nel 1800.
· S. Agostino, c.so XI Settembre, rifatta nel 1700 presenta un prestigioso portale del XIV sec.
· Palazzo Almerici, via Mazza, ospita il Museo e la Biblioteca Oliveriani.
· Il lungomare di Pesaro, v. le della Repubblica, cosiddetta “Marina”, dove si trovano gli alberghi, i ristoranti, e varie attrezzature balneari.
· Villetta Ruggeri, p. zle della Libertà, costruita agli inizi del XX sec. in stile liberty, vicino, nello stesso piazzale, è situata la splendida scultura di Arnaldo Pomodoro “la Sfera Grande”.
· Baia Flaminia, dove il sole sorge e tramonta sul mare, per concludere la gita a Pesaro, davanti al magico tramonto, più romantico della costa.
MONTEFABBRI (fraz. del comune di Vallefoglia)
Ab. 40; altezza: m.310; Provincia: Pesaro Urbino, mappa Info Turista.: P.za Rinascimento, 1 Urbino - T. 0722 2613; P.S. H.: Via Bonconte da Montefeltro, 70 Urbino - T.: 0722 301111
Non si conoscono bene le origini di Montefabbri, si pensa che i primi insediamenti risalgono all'epoca romana, di cui è rimasto poco, in seguito alle incursioni barbariche degli Ostrogoti e dei Longobardi. In epoche successive, le sorti di Montefabbri vennero legate a quelle di Rimini dei Malatesta e di Urbino dei Montefeltro, i quali in epoca rinascimentale utilizzarono il borgo come avamposto difensivo strategico lungo la strada verso il mare. Nel 1578 i Conti Paciotti divennero signori del piccolo borgo, i quali propiziarono per Montefabbri un periodo di prosperità; attivarono una fabbrica di ceramiche, acquisirono il mulino di Pontevecchio e donarono nuovo impulso all'attività artigiana. Estinti i Paciotti, nel 1744, Montefabbri ritornò al ducato di Urbino di cui subì le sorti passando allo stato pontificio. In questo periodo, la popolazione del posto visse una lunga fase di carestie, privazioni e banditismo. Nel 1868 perse l'autonomia amministrativa e fu definitivamente annesso al Comune di Colbordolo
Montefabbri sorge abbarbicato su un colle proprio a metà strada tra le città di Pesaro e Urbino. Si tratta di una piccola frazione del nuovo comune di Vallefoglia, istituito da un referendum popolare nel 2014, che comprende altri 2 borghi vicini: Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola.
L’ingresso al piccolo borgo di Montefabbri avviene attraverso la porta Urbica, la quale era l’unico accesso al castello, ora esistono altre scalinate che tagliano le mura, permettendo un accesso alternativo. Varcata l'antica porta di accesso sormontata, all’esterno, dalla quattrocentesca scultura in arenaria della Madonna Lattante, mentre all’ interno vi è scolpito lo stemma in marmo di Francesco Paciotti, architetto civile e militare, primo conte di Montefabbri, ci si ritrova catapultati nel Medioevo epoca in cui, attorno alla splendida pieve di S. Gaudenzio, si sviluppò il borgo, inserito nel 2006 nel circuito dei Borghi più Belli d'Italia. La Pieve è uno dei luoghi più caratteristici del paese, oltre ad essere una delle più antiche della diocesi di Urbino, Da notare il fonte battesimale ricavato da un cippo di epoca romana e la cappella di Santa Marcellina che conserva i resti dell’omonima Santa. Nel corso del sec XI la cittadina si dotò delle fortificazioni murarie che, ancora oggi, la custodiscono.
Le viuzze convergono, a raggiera, verso la piazza centrale sulla quale si affaccia questa splendida pieve affiancata dal bel campanile quattrocentesco che svetta sul paese.
Il borgo veglia da 319 metri di altitudine sulle valli del fiume Foglia e del torrente Apsa sfoggiando scorci caratteristici che sembrano usciti da un'epoca ormai lontana ma ancora vivida tra i vicoli e gli edifici storici rimasti intatti e inalterati nel corso del tempo. La campagna verdeggiante crea una cornice di estrema suggestione che sembra uscita da un quadro e che crea un'atmosfera di serenità e di tranquillità davvero speciale. La bellezza del paese risiede proprio nella sensazione che dona il trovarsi sospesi in un'altra epoca che ha lasciato preziose testimonianze tutte da scoprire. A tavola sarà un piacere sedersi e gustare i piatti della tradizione del Montefeltro che spaziano dalle portate a base di funghi e tartufi, sino ai formaggi di pecora di fossa, alla piadina e alla crescia.
Sassocorvaro Auditore
Ab. 4.930; altezza: m.326; Prov.: Pesaro Urbino, mappa Info Turista.: P.za Rinascimento, 1 Urbino - T. 0722 2613; P.S. H.: Via Bonconte da Montefeltro, 70 Urbino - T.: 0722 301111
Sassocorvaro è stato un comune italiano di 3 414 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino. In seguito al referendum popolare del 2 dicembre 2018, si è avviata la procedura di unificazione al comune di Auditore. Dal 1 gennaio 2019 è stato istituito il comune di Sassocorvaro Auditore, del quale è divenuto capoluogo.
Le prime fonti scritte documentano che l’attuale sito dove sorge il borgo risalgono al 1061. Successivamente, Il piccolo borgo di Castrum Saxi Corbari intorno al 1200, risulta retto da un signore locale fedele ai ghibellini e successivamente dovette sopportare le lotte tra signorie e le scorrerie di Goti e Longobardi, fino a cadere sotto il dominio del papato.
Il borgo è articolato attorno alla rocca Ubaldinesca, la quale si erge su un colle che domina la valle del fiume Foglia. Si tratta di una fortificazione dell’epoca rinascimentale, costruita intorno al 1475 su commissione del Conte Ottaviano degli Ubaldini.
Attorno alla fortificazione si sviluppa la parte storica del borgo, in cui si segnalano la chiesa dedicata a San Giovanni Battista, che presenta al suo interno bassorilievi rinascimentali e affreschi risalenti al XIV e XV secolo, ed il palazzo Battelli, costruzione del XVIII secolo sede del Museo di Civiltà Contadina.
Tra Sassocorvaro e la frazione di Mercatale si estende il lago artificiale di Mercatale, il cui bacino contiene circa 6 milioni di metri cubi di acqua e serve per l'irrigazione dei campi coltivati a cereali, frutta e ortaggi, a vantaggio di tutta la vallata del Foglia fino alla città di Pesaro. Dal borgo di Sassocorvaro, che domina la sottostante vallata del Foglia, proprio sopra il lago artificiale di Mercatale, si possono ammirare, praticamente da ogni punto, splendidi scorci panoramici. ll lago di Mercatale è un luogo ideale per scampagnate ed attività all’aria aperta in genere, essendo circondato da una piacevole zona boscosa, ed è dotato di un punto di ristorazione posto proprio all’interno del parco, con piacevole vista sullo specchio d’acqua.
Curiosità
Durante la seconda guerra mondiale a Sassocorvaro, scattò l’operazione di salvataggio del patrimonio artistico nazionale, coordinata dal professore Pasquale Rotondi, all'epoca sovrintendente dei beni culturali a Urbino. Nella Rocca ubaldinesca, ritenuta luogo sicuro e al riparo, fu nascosta buona parte del patrimonio artistico mobile italiano, insieme a numerosi capolavori d'arte provenienti da tutta Italia. Nell’occasione più di 10.000 capolavori d'arte mondiale furono concentrati tra Sassocorvaro, Urbino e Carpegna . La Rocca in quel periodo diventò il “museo nascosto” con la più alta concentrazione di opere d’arte al mondo, vi erano infatti depositati circa 6.500 capolavori. L’operazione rimase segreta fino al 1984, anno in cui venne riportata alla luce l'intera vicenda. All’interno del complesso sono oggi visitabili la pinacoteca, situata al piano nobile che presenta una nutrita collezione di opere a tematica religiosa, il teatro, ubicato nel salone maggiore e decorato in stile neoclassico dal pittore Enrico Mancini e la cosiddetta “Arca dell’arte”, una esposizione permanente comprendente le riproduzioni dei numerosi capolavori che furono segretamente ospitati all’interno della rocca.
Macerata Feltria
Ab. 2.020; altezza: m.321; Provincia: Pesaro Urbino, mappa Info Turista.: P.za Rinascimento, 1 Urbino - T. 0722 2613; P.S. H.: Via Bonconte da Montefeltro, 70 Urbino - T.: 0722 301111
Grazie alla sua struttura medievale, giunta ai giorni nostri in ottime condizioni, ed al notevole patrimonio culturale di cui è dotata, Macerata Feltria è stata inserita nell’elenco del club “I Borghi a più Belli d’Italia”. La zona in epoca preromana era popolata dai Galli Senoni, per cui si pensa che l’antico centro di Pitinum Pisaurense, abbia avuto origini celtiche. La tradizione locale però, vuole che la fondazione dell’antica cittadina sia opera del popolo greco dei Pelasgi, cui è dedicato l’omonimo arco posto all’ingresso della parte più antica del borgo. Successivamente, in epoca tardo-repubblicana ed imperiale diventò un centro importante per il taglio e il commercio del legname, che garantì alla popolazione un certo benessere economico. Nel VI secolo d.C., Pitinum Pisaurense fu completamente distrutta dai Goti, nel 522, durante le Guerre Greco-Gotiche. Il paese fu soggetto alla dominazione longobarda e nell’anno 1233, passò sotto il controllo di Rimini per tutto il basso medioevo, diventando proprietà della famiglia Malatesta, autentica enclave malatestiana nel territorio dominato dai conti di Montefeltro. Nel 1463, al termine del conflitto tra i Malatesta ed i Montefeltro, Macerata fu definitivamente occupata da Federico da Montefeltro e seguì successivamente le sorti del Ducato di Urbino, fino all’annessione allo Stato Pontificio fino al suo passaggio, nel 1860, al Regno d'Italia.
Oggi Macerata Feltria, è un importante centro di servizi e di cultura, dove sono presenti diversi luoghi da visitare: dal Museo Civico al Teatro "Angelo Battelli", dagli scavi archeologici presenti alla Pieve di San Cassiano al Museo della Radio d'epoca, poi le Chiese.
Situata nel cuore del Montefeltro, sulle colline che separano le valli del Foglia e del Conca, Macerata Feltria è una località turistica di notevole interesse.
Da vedere
L’abitato di Macerata Feltria si presenta diviso in due parti ben distinte, quella più antica e fortificata, che risale al periodo longobardo, si trova in alto su di una collina ed è dominata dalla caratteristica sagoma della Torre Civica, a fianco della quale si trova il Palazzo del Podestà, risalente al XIII secolo e sede del Museo Civico, contenente testimonianze archeologiche e paleontologiche reperite in tutta la zona del Montefeltro, con una particolare attenzione ai reperti provenienti dagli scavi che hanno riportato alla luce l’antica Pitinum Pisaurense. Sempre nella parte più antica, denominata “Castello”, sono degni di nota la Chiesa di San Giuseppe, risalente al XIV secolo, che conserva al proprio interno alcune opere di rilievo tra cui la tela della Madonna del Rosario, ed il Palazzo Evangelisti, edificato nel XVI secolo, all’interno del quale sono presenti numerosi affreschi.
Il “Castello” è collegato alla parte più moderna di Macerata Feltria, denominata “Borgo” o “Mercatale”, attraverso una scalinata che raggiunge la ripida via Gaboardi, lungo la quale si trova la Chiesa di San Francesco, costruita nel 1376 e caratterizzata dal suo splendido portale in stile gotico.
La parte più nuova del borgo, edificata attorno all’asse viario principale costituito da Corso Battelli e dalla susseguente Via Antimi, presenta in rapida successione i suoi punti di interesse principali, partendo dalla bella meridiana posta sulla facciata di una casa all’inizio del Corso, per proseguire poi con il Palazzo Antimi Clari e la dirimpettaia Cappella gentilizia, raggiungendo quindi la Chiesa di Santa Chiara, con annesso convento, quindi il moderno Teatro “Angelo Battelli” ed infine la Chiesa di San Michele Arcangelo, che custodisce al proprio interno l’importante Crocifisso ligneo opera realizzata nel 1396 da Olivuccio di Ciccarello.
Lungo l’asse viario principale si trova anche lo stabilimento termale di Macerata Feltria, denominato “Pitinum Thermae”, che sfrutta le sorgenti naturali di acque sulfuree che si trovano nei pressi delle frazioni di Certalto e Apsa.
Ai margini del borgo, sulle rive del torrente Apsa, si trova il Palazzo Gentili Belli, esempio di architettura industriale dell’ottocento, con l’annessa filanda che era adibita alla lavorazione della seta. A lato della basilica di San Cassiano si trova l’area archeologica di Pitinum, teatro degli scavi che, nei primi anni ’90, hanno riportato alla luce i reperti dell’antica città romana.
Carpegna
Ab. 1.689, carpegnati/carpegnoli; altezza: m. 748; Prov.: Pesaro Urbino, mappa Info Turista.: P.za Rinascimento, 1 Urbino - T. 0722 2613; P.S. H.: Via Bonconte da Montefeltro, 70 Urbino - T.: 0722 301111
La sua origine ruota attorno alla famiglia dei Conti di Carpegna, inizio del XIII sec., fra le più blasonate d'Italia, dalla quale derivano i Malatesta, i gloriosi Montefeltro e di Della Faggiola del notissimo Uguccione, descritto nei versi del Canto XXIII dell’Inferno di Dante. Nel medioevo la giurisdizione dei Carpegna comprendeva alcune decine di castelli, sulla dorsale appenninica tra Umbria, Toscana, Marche e Romagna. Nel 1463 alla morte del conte Francesco, gli eredi si dividono i possessi della contea, originando le due linee dei conti di Carpegna di Castellaccia e di Carpegna di Scavolino-Gattara. Nel 1670 la contea grazie all’apporto del cardinale Gaspare dei conti di Carpegna, raggiunge una certa autonomia che migliora il benessere della popolazione, possiede un mulino per la produzione di polvere da sparo, riceve il privilegio papale di commerciare il sale acquistato a Rimini allo stesso prezzo di ogni altro stato sovrano, incrementando così il commercio del sale e di altre mercanzie tra la costa riminese e la Toscana. Successivamente, i conflitti sorti per la successione tra la Chiesa, l’imperatore, la Francia, la Toscana, la Sardegna e la Spagna, furono risolti nel 1754 con il riconoscimento del conte Antonio di Carpegna Gabrielli come unico successore, fino al 1807 quando fu espropriata durante la campagna napoleonica. Nel 1814 fu definitivamente ceduta alla Chiesa.
Adagiata sulla costa dell'omonimo Monte, immersa nel verde dei suoi faggeti, Carpegna è il centro di quel Montefeltro, come narrano le cronache del tempo, “aspro e gentile che fu terra di santi e condottieri, di cupe leggende e di storia”. Al centro del paese si erge l’imponente Palazzo dei Principi di Carpegna Falconieri, costruito intorno alla fine del XVII sec., cuore storico e artistico dell’abitato, progettato dall'architetto romano Giovanni Antonio De' Rossi per conto del cardinale Gaspare di Carpegna.
Da vedere
o Pieve Romanica di S. Giovanni Battista, a poco più di due chilometri dal centro del paese e al confine con il comune di Frontino, risale al XII secolo, la chiesa conserva lo stile romanico anche se le ristrutturazioni eseguite nel corso dei secoli hanno modificato profondamente l'aspetto originario.
o Parco naturale regionale del Sasso Simone e Simoncello, Carpegna è la sede capoluogo del territorio, centinaia di chilometri di sentieri immersi nel verde del Parco da percorrere a piedi, in mountain bike o a cavallo.
o Il Sasso Simone è un enorme blocco di roccia calcarea che si erge come un parallelepipedo regolare dalle montagne dell'Appennino riminese, raggiungendo un'altitudine di 1204 m s.l.m. e dominando la regione del Montefeltro.
o Il Simoncello, fa parte dell'Appennino riminese, posizionato sul confine tra l'Emilia-Romagna, la Toscana e le Marche. La cima ricade interamente nel territorio marchigiano.
o Il Cippo di Carpegna, situato sopra il paese, a circa 9 Km, immerso nella pineta. Il grande Pantani, il Pirata del ciclismo nazionale, ne ha fatto il suo percorso di allenamento in salita preferito. L’amministrazione gli ha dedicato il monumento.
Urbania
Ab. 7.076, urbanesi/durantini; altezza: m. 273; Provincia: Pesaro e Urbino, mappa Info Turista.: Corso Vittorio Emanuele, 21 - T. 0722 313140; P.S. H.: Via Bonconte da Montefeltro, 70 Urbino - T.: 0722 301111
Il borgo risale presumibilmente al VI secolo d.C., era chiamato Castel delle Ripe e fu libero Comune di parte guelfa, motivo per cui, nel 1277, fu distrutto dai ghibellini della vicina Urbino. La popolazione superstite trovò rifugio intorno alle mura della potente abbazia benedettina di San Cristoforo del Ponte (sec. VIII). Attorno all'abbazia, fu fondata la nuova città, circa il 1284, la cui gestione fu affidata, da papa Martino IV, al prelato provenzale Guglielmo Durand, il quale affidò l'incarico di costruire la città a tecnici bolognesi ai quali si ritiene sia dovuta la soluzione urbanistica di due strade porticate, che fa di Urbania una sorta di Bologna in miniatura. In onore di Guillaume Durand la città prese il nome di Casteldurante. Affidata come signoria alla potente famiglia dei Brancaleoni, dopo mille vicissitudini, nel 1427, il destino di Casteldurante seguì quello del Ducato di Urbino. I signori Della Rovere, successero alla estinta famiglia dei Montefeltro quindi nel 1631, alla morte di Francesco Maria II Della Rovere, ultimo discendente della famiglia, l'intero Ducato di Urbino tornò sotto il dominio diretto dello Stato Pontificio. Il 18 febbraio 1635, papa Urbano VIII elevò Casteldurante al rango di città e di diocesi e, in suo onore, cambiò per la terza volta denominazione, divenendo Urbania.
Da vedere
· Palazzo ducale, via Piccini, costruito nel XIII sec. e ristrutturato nel 1400. Dal cortile porticato del XV sec. si raggiunge la Biblioteca Comunale, il Museo e La Pinacoteca.
· S. Chiara, chiesa del XIII sec., restaurata nel 1626. La costruzione comprende l’ex convento delle Damianite e l’ex convento delle Clarisse, ricostruito nel 1500.
· Oratorio del Corpus Domini, via Garibaldi, eretto tra il XIV e il XV sec., ospita importanti affreschi.
· Chiesa del Crocefisso, via Roma, compresa nel complesso dell’Ospedale.
· Cattedrale, p.za Bartolomei, chiesa preromanica fu interamente ricostruita nel XVIII sec.
· Palazzo comunale, p.zza della Libertà, del XVI sec.
· Palazzo Vescovile, via Boscarini, del XV sec.
· S Francesco, via Ugolini, chiesa che risale al XVIII sec., esempio di architettura barocca, è fiancheggiata da un campanile romanico del 1300.
· Chiesa dei Morti, via Ugolini, in stile romanico con un portale gotico, la chiesa conserva un Cimitero delle Mummie, rinvenute nel relativo sottoterra.
· Parco Ducale o Barco, residenza di caccia dei duchi di Urbino.
Acqualagna
Ab. 4.412, acqualagnesi; altezza: m. 204; Provincia: Pesaro e Urbino, mappa Info Turista.: P.za Rinascimento, 1 Urbino - T. 0722 2613; P.S. H.: Via Bonconte da Montefeltro, 70 Urbino - T.: 0722 301111
Nei pressi dell'attuale centro sorgeva una città romana, Pitinum Mergens, distrutta da Alarico, re dei Visigoti; gli abitanti superstiti fondarono più tardi il castello di Montefalcone da cui, nel tardo medioevo, si venne a formare il borgo. Le prime attestazioni documentate del borgo risalgono al 1292.
Sorge alla confluenza del torrente Burano nel Candigliano, lungo la via Flaminia. Si presenta come un borgo con impianto urbanistico mediavale, caratteristico e pittoresco, piacevole da visitare. Acqualagna è compresa nella Riserva Naturale Statale Gola del Furlo. E’ definita a livello nazionale, la Capitale del Tartufo, vista la sua importanza riconosciuta durante tutto l’anno per i vari eventi dedicati al delizioso tubero, in particolare La Fiera Nazionale del Tartufo, che si svolge gli ultimi week end di Ottobre e il primo di Novembre e per la sua ricerca, produzione e commercializzazione. Appena fuori dal paese si trova la chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Lucia, patrona del borgo, di antica fondazione più volte restaurata. L'interno è costituito da un'unica navata; nelle sei nicchie che costeggiano le pareti si trovano resti di affreschi del XVI secolo. Poco oltre la località Furlo si trova il Santuario del Pelingo, santuario mariano diocesano, che contiene un venerato affresco della Madonna col Bambino.
Da vedere
- Chiesa del SS. Sacramento: XV secolo nel caratteristico centro storico.
- L‘Abbazia di San Vincenzo al Furlo, in località Pianacce, è ciò che rimane di un'antica abbazia dell'VIII secolo in cui abitarono San Romualdo (1011) e San Pier Damiani (1042). Il cenobio rimase indipendente fino al secolo XI. La chiesa attuale, in stile romanico, fu riedificata nel 1271 dall'abate Bonaventura. L'interno dell'edificio conserva una delle due primitive navate, possiede una cripta a tre navate con antichi capitelli e un altare del secolo IX, insieme ai resti di affreschi medioevali. Nei pressi della chiesa si trova un piccolo ponte romano. Ogni anno accoglie, nel periodo estivo, mostre d'arte con tematiche differenti.
- Villa di Colombara, nell'omonima località del comune di Acqualagna, resti di un'antica fattoria romana del II secolo a.C. portati alla luce dagli scavi archeologici nel 1995 e 1997, con un ampio cortile porticato dove erano disposti i locali adibiti ad abitazione e alla lavorazione dei prodotti agricoli. I resti sono conservati ad Acqualagna nell'Antiquarium Pitinum Mergens.
-Il Castello di Pietralata si trova sul versante meridionale del Monte di Pietralata, immerso nella riserva naturale della Gola del Furlo. antica costruzione risalente all'XI secolo, composto dalle rovine piuttosto ben conservate del grande muro di cinta, la chiesa della SS. Trinità ancora consacrata, le rovine dell'insediamento centrale adiacente detto maschio e una Casa Canonica collegata alla chiesetta da un particolare passaggio sospeso.
- Chiesa di Santa Maria del Petriccio o SS. Annunziata: XV secolo, in località omonima lungo la strada apecchiese, con affreschi del XV secolo sotto il loggiato d'ingresso,
- Eremo Madonna del Ronco: XIII secolo, con affreschi del XV-XVI secolo.
- Le gole del Furlo, ricavate dalla forza erosiva del fiume Candigliano che ha scavato una profonda forra, tra il monte Pietralata e il Pagnuccio, sono situate nei dintorni del Lago del Furlo, dove nel 1922 è stata costruita una diga. Sul luogo è ancora percorribile la galleria fatta scavare nella roccia da Vespasiano (anno 79 d.C.).
Urbino
Ab. 14.468, urbinati; altezza: m.485; Provincia: Pesaro Urbino, mappa Info Turista.: P.za Rinascimento, 1 - T. 0722 2613; P.S. H.: Via Bonconte da Montefeltro, 70 - T.: 0722 301111
Municipio romano, l’antica Urvinum Metaurense nel VI sec, durante le guerre gotiche, divenne un centro importante. Nel 538 fu strappata ai Goti dal generale bizantino Belisario. Successivamente passò prima sotto il dominio dei Longobardi, poi dei Franchi. Diventata una diocesi, nel 744 fu ceduta da Pipino, re dei franchi, alla Chiesa. Dal XI sec. prevalse la forma di autonomia comunale per cui la città fu soggetta alle dispute tra guelfi e ghibellini diventando un possedimento dei Montefeltro fino al 1626, quando l’ultimo duca della casata, Francesco Maria II, la passò al Papa Urbano VIII.
Da vedere
- Palazzo dell’Università, via Saffi, era l’antica residenza dei Montefeltro, è situata alla sommità del colle del Poggio, uno dei due rilievi su cui sorge il centro storico urbinate. ricostruita nel XVII sec., dal 1800 è divenuta sede dell’Università, fondata nel 1506, oggi importante distretto culturale nazionale.
– ex Convento di S. Chiara, nella via omonima, risale al XV sec. con un cortile incompiuto e relativo portico e loggiati. Nella Chiesa annessa si trovano alcuni sepolcri della famiglia ducale. Il complesso è uno dei massimi esempi di architettura rinascimentale. Attualmente è sede dell'Istituto superiore per le industrie artistiche di Urbino
– S. Domenico, in via Rinascimento, costruita nel XIV, presenta una facciata a capanna aperta da un luminoso portale, fu ristrutturata nel XVIII sec.
– Duomo, via Puccinotti, costruito nel XVIII sec. su una precedente chiesa distrutta dal terremoto, presenta una meravigliosa facciata, una grande cupola e il campanile. Nell’interno, davvero suggestivo, vi si trovano conservati degli ottimi dipinti del tardo XVI sec. e il Museo in cui sono conservati affreschi rari del XIV e XV sec.
– Palazzo ducale, p.za Duca Federico, complesso architettonico costruito tra la metà e la fine del XV sec. per volontà del duca Federico da Montefeltro. All’interno si nota il Cortile d’onore, espressione tipica del rinascimento, con un colonnato sovrastato da finestre. Il palazzo ducale ospita la Galleria nazionale delle Marche, la quale occupa tutte le sale finora recuperate, al primo e secondo piano, per un totale di circa 80 ambienti. Vi sono esposti dipinti su tavola e su tela, affreschi, sculture in pietra e in terracotta, sculture lignee policrome e dorate, legni intarsiati, mobili, arazzi, disegni e incisioni: tutte opere databili tra il Trecento e il Seicento.
– S. Francesco di Paola, in via Mazzini, chiesa seicentesca presenta un interno disegnato ad aula, decorato nella volta da un ciclo di affreschi di A. Viviani, 1614, con le storie di S. Francesco di Paola. La chiesa nasce nel 1603 per il voto della città di Urbino, inteso a propiziare la nascita di un erede maschio al Duca Francesco Maria II della Rovere.
- S. Giovanni Battista, in via Barocci, chiesa risalente al XIV sec., con la facciata gotica, rifatta nel XX sec., il cui oratorio con le sue decorazioni pittoriche dei fratelli Salimbeni, XV sec., è il monumento religioso più importante della città.
– Oratorio di S. Giuseppe, in via Barocci, chiesa costruita nel XVI sec., costituita da due cappelle, in una delle quali, detta Cappella del presepe, è contenuto un presepe in stucco di notevole fattura. L’esterno non è interessante, all’interno però, iniziano subito le sorprese con il presepe cinquecentesco del Brandani molto bello. Di grande effetto gli affreschi della sacrestia, di notevole bellezza la cappella dello sposalizio. Il complesso era gestito da una delle confraternite della città, ognuna delle quali consacrate ad un'attività. Qui la confraternita di San Giovanni era consacrata al conforto dei condannati. Fanno un certo effetto le vesti ed i cappucci dei frati dell'epoca, conservati nella chiesa.
– Casa di Raffaello, nella via omonima, nel 1483, venne costruita nel XIV secolo e dal 1460 vi visse Giovanni Santi, padre del celebre pittore, a sua volta pittore professionista ed anche poeta. Dal 1872 la casa è sede dell’Accademia di Raffaello, che conserva fra gli altri dipinti un affresco dello stesso Raffaello.
– S. Sergio, via Raffaello, chiesa eretta tra il V e il VI sec. rifatta interamente ne 1400.
– S. Francesco, Via Raffaello, chiesa trecentesca, rimaneggiata intorno al 1700.
– Fortezza dell’Albornoz, lungo il v. le Buozzi, costruita nel XV sec. presenta torrioni e bastioni.
- S. Spirito, largo Clemente, del XVI sec. presenta un frontale coronato da un frontone rettangolare. All’interno sono conservati svariati dipinti.