Da vedere
Castello di Monforte, in v.le delle Rimembranze, nella parte più antica del centro storico. Maestoso edifico a forma quadrangolare con torrioni angolari e mura merlate. Risale all’alto medioevo, ricostruito nelle attuali forme dopo un terremoto nel 1549 per volontà di Cola Monforte.
Chiesa di Santa Maria Maggiore, costruzione dell’XI sec., ricostruita nel 1525, si trova accanto al castello.
Chiesa di S. Giorgio, in via delle Rimembranze, la più antica della città, risalente all’XI sec. sui resti delle rovine di un antico tempio pagano. Presenta una scarna facciata romanica con portale ornato da una lunetta a cui si affianca una croce in pietra del 1300. All’interno conserva alcuni antichi affreschi e alcune statue del XVII sec.
Chiesa della Santissima Trinità, la Cattedrale cittadina, eretta agli inizi del XVI sec., distrutta da un terremoto e ricostruita in forme neoclassiche nel 1829.
Chiesa di S. Bartolomeo, in via Chiarizia, costruzione dell’XI sec. in pietra calcarea, in forme romaniche, restaurata nel XVII sec. presenta un notevole portale e un campanile romanico.
Villa de Capoa, parco cittadino con varie statue e numerose varietà di specie vegetali.
Nei dintorni
Ferrazzano, circa 5 km a sud, pittoresco borgo arroccato in bella evidenza cinto dal verde dei boschi. Da vedere nella piazza principale, il castello costruito dai Carafa nel XV sec.; la chiesa dell’Assunta di epoca romanica, al cui interno è conservato un meraviglioso pulpito ligneo del XIII sec.
Sepino, circa 25 km a sud, la località fa parte del club dei borghi più belli d’Italia. Insediamento preromano le cui tracce sono precedenti al IV sec. a.C., con pianta trapezoide, mura fortificate e la via principale che conduceva al Foro e all’Acropoli. Chiamato Altilia, nel periodo augusteo, il paese venne abbandonato e, più in basso, nella valle fu fondata Sepinum, città romana fortificata con ben 25 torri e un foro con la basilica. La città ebbe un grande sviluppo commerciale, specie nella pastorizia. Nel IV sec. entrò a far parte del ducato di Benevento, nel IX sec. con l’invasione dei longobardi la città si spopolò e ancora più a valle fu creata un’altra città fortificata con castello e chiese, mentre la zona vecchia di Altilia fu ripopolata dai pastori, che riutilizzarono i resti delle opere romane come case, chiamando il centro “Terravecchia”. Alla fine del secolo scorso, avendo suscitato notevole interesse, il sito archeologico è stato restaurato. Da vedere, oltre il sito archeologico: la chiesa di Santa Cristina, nel centro cittadino, col campanile a forma di “bottiglione”, risalente al XII sec.; la chiesa di S. Lorenzo col campanile romanico; la chiesa sconsacrata di Santo Stefano che oggi ospita il teatro comunale.
Riccia, circa 25 km a sud est, l’antico centro sannita di Aritia, conquistato da Silla durante la guerra sociale. Cittadina divenuta importante nel XII sec. con la dominazione angioina e la costruzione del castello sopra le mura sannite. Si distingue un pregevole centro storico, che ha mantenuto l’impianto medievale a pianta elicoidale irregolare, dominato dalla torre del castello, costruito nel 1285. Sulla via principale, via Castello, si alzano la chiesa della Madonna delle Grazie, del XVI sec., la Zecca antica; più in basso, la chiesa della Santissima Annunziata, in via Bartolomeo Zaburri, del 1378; la chiesa madre di Santa Maria Assunta, in via Arco del Filosofo, del XIII sec. La parte più moderna, chiamata “Terranova” si estende tra gli assi di via Roma e viale Marconi, si sviluppa attorno all’area del Municipio, dove si trovava l’ex convento dell’Immacolata Concezione, dietro il quale è situato il piazzale quadrangolare intitolato a Umberto I di Savoia
S. Maria della Strada, circa 13 km a nord, nel comune di Matrice, si staglia isolata nella campagna circostante, costruita intorno al XII sec., all’interno custodisce varie opere d’arte rinascimentale. Proseguendo verso nord per ulteriori 25 km, si raggiunge il piccolo e pittoresco borgo di Civitacampomarano, dove svettano: il Castello angioino, dichiarato monumento nazionale nel 1979; la chiesa di Santa Maria Maggiore dell’XI sec., completamente ricostruita in stile gotico dagli angioini e ampliata e modificata nel periodo barocco; la chiesa di S. Maria delle Grazie, in via Vincenzo Cuoco, attualmente unica chiesa aperta del borgo, di epoca non definita, ha il portone d’entrata e il fonte battesimale della chiesa di S. Maria Maggiore, crollata nel 1903, mentre il portale a sesto acuto è di origine tardo gotica; la chiesa di S. Giorgio Martire, eretta intorno al X sec. su uno strapiombo che domina il paese; la casa natale di Vincenzo Cuoco. Nel territorio del comune si possono osservare i Calanchi, sito dichiarato di interesse Comunitario, per la particolare caratteristica che assumono alcuni terreni argillosi locali, modellati dall’azione erosiva delle acque piovane.
Baranello, circa 13 km a ovest, paese alle pendici del monte Vairano su cui è possibile vedere i resti di un antico insediamento sannitico. Nel Municipio ha sede un interessante Museo civico che conserva collezioni eterogenee.
Gambatesa, circa 31 km a est, borgo situato in collina da cui si gode una magnifica vista sull’immenso lago di Occhito, dalla particolare sagoma a Y, che si estende dal santuario di S. Maria della Vittoria fino alle pendici del monte S. Giovanni. Nel suo centro storico il paese presenta il Castello di Capua, fortificazione medievale che divenne la dimora della famiglia feudataria Di Capua. Oggi, dopo i recenti restauri è diventato una splendida pinacoteca grazie ai numerosi affreschi di Donato da Copertino della metà del XVI sec. Vicino al castello si staglia la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo apostolo del XVI sec. a tre navate con campanile. Fuori dal borgo, in campagna, è situata la chiesa di S. Nicola, risalente al XIV – XV sec., restaurata più volte, un esempio dell’arte sacra romanico – rinascimentale, dalla forma semplice con facciata a timpano; l’interno a navata unica conserva pregevoli dipinti.
Gastronomia
Fusilli/ “crejuoli”, maccheroni alla chitarra/ laganelle, pasta fresca condita con i fagioli/ taccozze, pasta fresca condita con fagioli e pomodoro/ vari tipi di formaggi e insaccati/ sedani bianchi/ “picellati”, ravioloni dolci/ “casciate”, dolce a forma di mezza luna ripieno con uova, ricotta o cacioricotta/ Mandorle atterrate, scoppiettate nello zucchero e ricoperte.
Da non perdere
Cavatelli, cubetti di pasta fresca incavati con uno o più dita, conditi con le cime di rapa e soffritto di maiale / ragù campobassano, preparato con la “brasciola”, una fetta di carne arrotolata ripiena di uova sode, lardo di prosciutto e salsiccia/
Vini
Biferno Doc/ Tintilia del Molise Doc/ Molise Doc
Alberghi
Hotel S. Giorgio ****, via Insorti d’Ungheria, 38 – 0874 493619
Centrum Palace ****, via G. Vico, 2 – 0874 413341
Antica dimora la Terrazza, via G. Marconi, 133 – 328 3862839
Ristoranti
Aciniello, via Torino, 4 – 328 5585484
Monticelli Sapere e Sapori, via S. Antonio Abate, 33 – 0874 418460
Il Sagittario, via M. Zaccardi, 74 – 0874 698413