Napoli

Napoli scorcio panoramicoAb. 911.621; napoletani; altezza: m. 17 s.l.m.; Città metropolitana di Napoli - mappa Info Turista.: via S. Giuseppe dei Nudi, 82 - T.: 800 134034; P.S. H.: via A. Cardarelli, 1 – T. 081 7471111/ P.S.H. Fatebenefratelli: via A. Manzoni, 220 – T.: 081 5981111;  Aeroporto Internazionale di Napoli - Capodichino, via F. Ruffo di Calabria – T.: 081 7896111     

Le origini risalgono all’antica Palaepolis, la città vecchia, IX sec. a. c., situata sull’isoletta di Megaride, dove ora si trova Castel dell’Ovo, che comprendeva anche la collina di Pizzofalcone, posta di fronte. Le origini, comunque, sono controverse, si dubita che esistesse un precedente insediamento denominato Partenope. La città nuova, Neapolis, nacque intorno al V sec. a. c. vicino a Paleopolis con propensione commerciale e una forte influenza culturale greca. Nel IV sec. essendo entrata nei possedimenti romani diventò residenza prediletta degli imperatori e del patriziato. Successivamente nonostante l’occupazione dei goti e dei bizantini mantenne il suo stato di floridezza economica, diventando un ducato autonomo, 763 - 1139. Riuscì a restare indenne alle incursioni dei saraceni, potenziando i traffici commerciali, nonostante la breve dominazione longobarda. Dovette soccombere però, dopo sanguinosi conflitti, ai conquistatori normanni, i quali nel 1139 l’annessero al regno di Sicilia. Nonostante i privilegi concessi, cominciò la lenta decadenza, che continuò nel periodo svevo, 1194. Tornò lentamente al suo magico splendore con l’avvento degli angioini, dopo la morte di Re Manfredi nel 1266, quando riprese il ruolo di capitale del Regno, sviluppando un notevole impegno politico, culturale e di rinnovo urbanistico della città. Nel 1442 passò agli aragonesi di Alfonso I e nel 1495 agli spagnoli di Carlo VIII, governata fino al 1707 da viceré reazionari spagnoli, uno dei periodi più oscuri, che culminarono nel 1647, nella rivolta popolare guidata da Masaniello. Nel 1734 sali al trono Carlo di Borbone, segnando la rinascita della città con riforme politiche e sociali e contribuendo all’arricchimento culturale e urbanistico. Durante le campagne napoleoniche, tra il 1806 e il 1815 fu in mano ai francesi di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat. Con la restaurazione tornarono i Borbone, i quali accompagnarono il regno fino al 7 settembre del 1860, quando G. Garibaldi e le sue Camice Rosse entrarono in città, acclamati dal popolo, portando a compimento la missione dei Mille, mentre il re Francesco II di Borbone, ripiegava su Gaeta con parte dell’esercito. Pochi mesi dopo Napoli fu annessa a quello che sarebbe diventato il Regno d’Italia. Durante la II guerra mondiale Napoli sopportò pesanti bombardamenti e gravi rappresaglie dei nazisti. Le famose “Quattro giornate di Napoli”, 26 - 30 settembre 1943, determinarono la liberazione della città.                

Napoli si estende sulla costa del golfo omonimo, dominata dal Vesuvio. Nota in tutto il mondo per i suoi tesori artistici e per l’impareggiabile bellezza naturale è uno dei centri turistici più importanti d’Italia. “Napoli è la sola città del mondo che non è affondata nell’immane naufragio della civiltà antica. Napoli è una Pompei che non è stata mai sepolta. Non è una città: è un mondo.” (in "La Pelle" di Curzio Malaparte).

La città, nell’imponente centro storico, mantiene la rete intricata di strade e vicoli, con struttura a fasce (“strigas”, in greco), che costituiscono ancora oggi la sua pianta urbanistica. Essa è caratterizzata dal decumano romano, tre strade parallele principali, le antiche plateiai dei greci, che si estendono da oriente a occidente: Spaccanapoli (decumano inferiore), via dei Tribunali (decumano maggiore); via dell’Anticaglia (decumano inferiore). Vie che incrociano numerose altre, le quali scendendo perpendicolarmente da nord a sud, gli antichi cardi (le vecchie stenopoi di foggia greca), formano una scacchiera che nell’antichità rappresentava simbolicamente il Cosmo, secondo i canoni architettonici greci, attribuiti a Ippodamo da Mileto.

Piazza S. Gaetano, in cui domina la basilica di San Paolo, attigua a via dei Tribunali, era l’agorà cittadina, il centro in cui si svolgevano la politica, gli affari e i commerci cittadini. Vicino a piazza Nicola Amore, in prossimità di via Duomo, durante i lavori della nuova metropolitana, sono emersi i resti del grande gymnasium partenopeo. Sotto i giardini e la piazza del Municipio, in prossimità del Maschio Angioino è stato rinvenuto, durante i lavori per la realizzazione della linea tranviaria rapida, i resti dell’antico porto di Neapolis. Numerosi templi sono stati ritrovati e portati alla luce, altri restano soltanto citati e supposti dagli studiosi a causa delle troppe stratificazioni subite dalla città. Così, a Napoli, si possono vedere i resti di teatri romani, sotto e nei cortili dei palazzi, come la cavea semicircolare per seimila persone in via San Paolo 4/A; in via Anticaglia, le mura esterne di un teatro; in vico Cinquesanti, le antiche strutture in laterizio, mentre il teatro coperto è interrato. Nel 1995 il centro storico della città ha ottenuto il riconoscimento dell’Unesco come patrimonio dell’umanità per i suoi edifici e monumenti testimoni di tremila anni di storia. Un’altra caratteristica della città è rappresentata dalle cosiddette “scale di Napoli”; antichi percorsi che congiungono le colline al centro e al litorale. Sono oltre 200 e costituiscono dei particolari sistemi urbanistici e monumentali che attraverso vie gradinate uniscono numerosi rioni. Negli ultimi 30 anni la mobilità cittadina è cambiata, oltre alla rete metropolitana, tranviaria, agli autobus, a Napoli sono presenti: tre ascensori: Chiaia, Sanità, Acton Ventaglieri; un metrò del mare, che collega la città alle località marittime vicine; 4 funicolari.

La costruzione della rete metropolitana ha dato un notevole contributo alla modernizzazione. Le stazioni dell’arte, distribuite nei punti strategici di smistamento della nuova rete, sono state progettate per coniugare il servizio di trasporto con la fantasia e la creatività. Si tratta di un complesso artistico funzionale costituito da 15 fermate, in cui sono stati creati ambienti ad hoc che potessero armonizzare la fruizione del servizio di trasporto pubblico con l’esposizione agli utenti di vere e proprie opere d’arte contemporanea. La funzione del progetto è duplice: arricchire e diffondere la conoscenza dell’arte e, nello stesso tempo, riqualificare importanti aree del tessuto urbano. Alla creazione di queste stazioni hanno partecipato i migliori artisti e architetti italiani e stranieri: da Fuksas allo spagnolo Oscar Tusquets; da Gae Aulenti a Mendini. All’interno delle stazioni si possono ammirare le opere di Nappo, Cucchi, Scolavino, Sargenti, Chia, Ontani, Sol Lewitt e numerosi altri artisti di valore internazionale.