Puglia, itinerario n. 3/2022

Alto Salento, Valle d’Itria e Basse Murge: Carovigno - Ceglie Messapica - Martina Franca - Cisternino - Locorotondo - Alberobello - Noci - Castellana Grotte - Polignano - Monopoli - Fasano - Ostuni


Itinerario: da Carovigno a Ostuni in 4 tappe

Località: Carovigno - Ceglie Messapica - Martina Franca – Cisternino - Locorotondo - Alberobello - Noci - Polignano - Monopoli – Fasano - Ostuni

Stagione: tutte. Tempo: sette/dieci giorni. Lunghezza: Km. 163

I) Carovigno – Ceglie Messapica - Martina Franca, km 37 

II) Martina Franca - Cisternino - Locorotondo -  Alberobello, Km 32

III) Alberobello - Noci - Castellana Grotte – Polignano, km 43  

IV) Polignano - Monopoli – Fasano - Ostuni, Km 51

Il viaggio che ci accingiamo a descrivere è come un set di un film, un set che si rinnova chilometro dopo chilometro, illuminato dalla luce del sole abbacinante che si riflette sulle onde del mare, rimbalza tra le piante degli ulivi e dei vigneti, accende la strada e i luoghi teatro dello spettacolo.

Dunque, attenzione, “ciak si gira” la bellezza delle Oasi Marine, dei “Borghi Bianchi”, della verde terra dei Trulli, delle Grotte carsiche, delle spettacolari scogliere e degli antichi scavi archeologici della Bassa Murgia. Uno spettacolo nello spettacolo, un percorso lungo e avvincente, unico e unito da un filo conduttore comune: “l’uomo e la natura”. Uno scenario che riteniamo ogni viaggiatore debba vedere e conoscere. Insomma, per noi un viaggio che merita il sacrificio. Ora, bando ai preamboli e via.

Si parte alla scoperta di luoghi antichi, luoghi senza tempo, dalle coste adriatiche, ai margini settentrionali del Salento, penetra nella verdissima Valle d’Itria, grande depressione carsica delle Murge meridionali, il cui nome risale al culto antico per la Vergine orientale Odigitria, dal XVI sec. venerata come Madonna d’Idria o Itria, e si conclude nella Bassa Murgia, toccando il cuore.

Muoviamo dalla Riserva Naturale Statale Marina Torre Guaceto dove il mare cristallino, la spiaggia, le falesie, i canneti costituiscono lo sfondo alla restaurata Torre aragonese da cui l’Oasi prende il nome.

Proseguiamo per Torre Santa Sabina dove si avvista l’antica Torre merlata, stretta tra le tamerici, gli scogli e il mare.

 

Quindi, lasciamo la costa e saliamo dolcemente per le colline dove lo spettacolo della natura è travolgente, tra piante e fiori selvatici, a bordo strada distese di alberi da frutto e di uliveti segnati da ordinati muretti a secco, cavalli di lavoro nei prati, mucche e pecore che pascolano libere, qua e là si intravedono i primi trulli. Troviamo la cittadina di Carovigno, primo avamposto della serie di “borghi bianchi” che incontreremo sulla nostra strada, poi in Valle d’Itria, attraverso S. Vito dei Normanni, raggiungiamo Ceglie Messapica e Martina Franca. Subito dopo, due inevitabili deviazioni di pochi chilometri si rendono necessarie, rispetto al tracciato esposto sulla mappa, una per vedere la splendida orientaleggiante Cisternino e l’altra per ammirare la meravigliosa Locorotondo a pianta circolare.

Più avanti, annunciata dai trulli, disseminati sul percorso, ecco Alberobello e la sua vetrina di coni grigi e imbiancati. A qualche chilometro Noci, sul limitare della terra dei trulli, al confine di quella zona calcarea delle Basse Murge che porta alle famose Grotte, spettacolare complesso speleologico, e alla cittadina di Castellana Grotte. Ancora qualche chilometro, verso la costa, e si arriva a Polignano a Mare, maestoso promontorio che si apre su numerose grotte di un litorale spettacolare che conduce a Monopoli, antico villaggio di pescatori, il cui suggestivo centro storico costeggia il porto, la Cattedrale, il borgo Murattiano. Continuando, attraverso la zona di Capitolo, si avvistano le ampie spiagge di sabbia e poco oltre, nel territorio del comune di Fasano, l’importante sito archeologico dell’antica città greca di Egnazia e il suo Museo Nazionale. Riprendendo la SS 379 verso sud, Ostuni appare da lontano sulla dx come uno schizzo di bianco nel cielo azzurro, una macchia che via via che ci avviciniamo diventa sempre più luminosa. Così la città ci accoglie nella sua candida maestosità e ci invita, per la conclusione di questo fantastico viaggio, ad assaporare, insieme all’ospitalità e la passione pugliese, il meglio della cucina locale.  

N.B. L’itinerario esposto si estende per circa 163 km attraverso numerosi borghi vicini tra loro, sebbene dislocati in zone territoriali diverse, alto Salento, Valle d’Itria, basse Murge. È il caso delle cittadine di Carovigno e Ostuni, rispettivamente punto di partenza e di arrivo del nostro percorso, distanti appena 8 km.

Carovigno *

Ab. 16.787, carovignesi; altezza: m. 161 s.l.m.; Provincia: Brindisi, mappa - info Turista.: Pro Loco, Corso Vittorio Emanuele – T.: 0831 99190; P.S. H.: Via Villafranca, Ostuni – T.: 0831 309111; Aeroporto del Salento, Contrada Baroncino, 72100 Brindisi - T.: 0831 4117406 

L’origine messapica dell’antica Carvinia o Carbinia è confermata dai numerosi reperti archeologici rinvenuti nel suo territorio, dai resti delle antiche mura e della stessa acropoli. Subì la dominazione dei Tarentini dal 473 a. C. fino al 400 a. C. quando questi finirono nella sfera di influenza dei romani. Dopo la caduta dell’Impero   romano d’Occidente fu integrata ai territori di Ostuni e contesa alternativamente da tutti gli invasori: Goti, Bizantini, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Veneziani, Spagnoli, Austriaci e per finire dai Borboni. Tracce dell’epoca feudale sono rappresentate dal Castello Dentice di Frasso, risalente all'epoca normanna, poi ingrandito nel XV sec., e dai resti delle mura medievali uniti all’antica cinta messapica.    

“Città della Nzegna”, Carovigno ricorda e onora la tradizione popolare legata al “gioco” della bandiera e agli sbandieratori a cui è dedicata una statua sulla rotonda, all’ingresso est, venendo da S. Vito dei Normanni. Un’altra statua è dedicata al “delfino cavalcato da un amorino che suona la cetra”, situata all’entrata ovest, provenendo da Ostuni, che simboleggia la presenza del delfino nello stemma cittadino.

Suggestiva è la passeggiata, dalla piazza principale, raccolta intorno all’antico edificio del Municipio, fino al Castello Dentice di Frasso, passando davanti alla Chiesa Madre e la corte del castello. Carovigno è chiamata la “Città salentina tra torri e mare” per la presenza di ben 14 torri difensive sulle sue meravigliose spiagge, da Torre Guaceto a Torre S. Sabina fino in paese. Il suo territorio, grande produttore di olio, è caratterizzato dalla presenza diffusa di oliveti, seminativi e ortaggi, è anche produttore del pomodoro fiaschetto.

In particolare, gli oliveti si distinguono per i terreni rossi su cui crescono, la loro accurata manutenzione e la meticolosa divisione degli appezzamenti realizzata con muretti a secco di pietra locale.

* articolo aggiornato a marzo 2024 

Ceglie Messapica


Ab. 18.826, cegliesi; altezza: m. 298 s.l.m.; Provincia: Brindisi, mappa - info Turista.: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – T.: 3206217419; P.S. H.: via Cappuccini – T.: 0831 377190; Aeroporto del Salento, Contrada Baroncino, 72100 Brindisi - T.: 0831 4117406  

La fondazione della cittadina, secondo la tradizione, risale all’arrivo in Italia del popolo dei Messapi. I greci la chiamavano Kailia. Fece parte della Dodecapoli messapica, tra il 343 ed il 338 a.C. tentò di resistere alla egemonia della spartana Taranto.  In epoca romana, chiamata Caelia era già decaduta. Nel periodo normanna diventò il feudo Castellum Caeje; durante quello svevo era nota come Celie de Galdo (Ceglie della Foresta). Dopo la caduta di Gallipoli, per mano degli angioini fu ceduta al feudatario Anselino de Toucy e successivamente passò sotto il dominio di varie signorie locali, fino al 1524 quando fu ceduta in permuta ai signori Sanseverino, i quali ampliarono il castello e fondarono il convento dei Cappuccini, sui cui resti sorge l’Ospedale Civile, e quello dei Domenicani, sede del comune fino al 2005. Altri signori subentrarono al potere fino a quando nel 1862 il territorio venne ereditato dalla famiglia Verusio.   

Il territorio di Ceglie Messapica si estende da una parte, a nord-ovest dell’abitato, su dolci colline e terrazzamenti con muretti a secco, costellato da trulli e dall’altra, che scende verso la pianura salentina, da numerose forme carsiche come le doline, le grotte (tra cui la Cripta di S. Michele; le Grotte di Montevicoli), le lame. L’abitato si estende su due colli, uno occupato interamente dal centro storico in cui il Castello domina insieme alla Collegiata e gli edifici del XVIII e XIX sec. il borgo medievale, caratterizzato da vicoli stretti su cui si affacciano suggestive piccole abitazioni, scialbate con latte di calce, sviluppate su due livelli, massimo tre, con minute porte d’ingresso, piccoli balconcini ai piani superiori, scalinate esterne, particolari finestre con 4 piedritti sporgenti in corrispondenza degli angoli.

Martina Franca


Ab. 47.070, martinesi; altezza: m. 431 s.l.m.; Provincia: Taranto, mappa - info Turista.: Piazza Roma, 37 – T.: 0804 805702; P.S. H.: p. za S. Francesco da Paola, 1 – T.: 0804 835111; Aeroporto del Salento, Contrada Baroncino, 72100 Brindisi - T.: 0831 4117406 

Le sue fondamenta risalgono al X sec. per opera degli abitanti di Taranto fuggiti alle scorrerie dei Saraceni. Nel XIV sec. fu ampliata dagli angioini che alzarono una cinta muraria e la proclamarono città franca. Dall’inizio del XVI sec. fino al 1827 fu un feudo dei Caracciolo.

Il nucleo storico della cittadina, prevalentemente barocco e rococò, si sviluppa all’interno delle mura ancora in parte visibili e si caratterizza per le vie strette e le strade nascoste, una specie di labirinto, e per le sue case sviluppate in senso verticale. Al pianterreno e i locali in parte interrati erano adibiti a bottega; il primo piano era organizzato con camino a zona giorno con cucina e sala pranzo, c’era l’imbocco per il pozzo che serviva anche a conservare gli alimenti, come un rudimentale frigorifero; il secondo piano è la zona notte con un balcone e una finestra che comunicano col tetto della casa, dove viene steso il bucato. Oltre l’arco di Sant’Antonio si alza il maestoso Palazzo Ducale, poi si raggiunge il vero e proprio cuore della cittadina, splendido e prezioso salotto rinascimentale, posto tra piazza Plebiscito, dove si staglia la maestosa chiesa barocca di S. Martino e la splendida contigua piazza Maria Immacolata. Una passeggiata nel tempo, ove non è semplice staccarsi, mentre la bellezza ritrovata lascia i segni nell’anima. Anche nel territorio martinese, i muretti a secco e i trulli costituiscono una peculiarità del luogo.

 

Cisternino, circa 11 km a est da Martina Franca, 


Ab. 11.203, cistranesi; altezza: m 394 s.l.m.; Provincia: Brindisi, mappa - info Turista.: via Castello, 22 – T.: 3914387131 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; P.S. H.: via Regina Margherita, 11 - T.: 0804 390612; Aeroporto del Salento, Contrada Baroncino, 72100 Brindisi - T.: 0831 4117406 

 

Numerosi scavi e ritrovamenti nella zona provano che il territorio era abitato fin dal periodo Paleolitico, diventando sempre più popolato di insediamenti urbani nell’età del bronzo. Ingrandita nell’epoca romana, fu saccheggiata dai Goti e caduta in rovina. Nel medioevo, l’attuale centro, l’antica Cis - sturnium, rifiorì grazie all’opera dei monaci basiliani.  

 

 

Situata nel centro della Valle d’Itria, col suo paesaggio circondato da dolci colline, segnate dai suggestivi muretti a secco, colorate dal verde dei campi e trapuntate dai magnifici trulli, è entrata a far parte dell’elenco dei borghi più belli d’Italia. Il borgo antico è un esempio di “architettura spontanea” che ha illuminato tante cittadine pugliesi, in cui edifici storici e religiosi si fondono in un unico disegno, articolati tra i vicoli stretti, le case scialbate di bianco latte di calce, i cortili ciechi con le scalette esterne.

 

Un intricato dedalo di viuzze, lastricate di tipiche e lucide “chianche” di pietra locale, che conducono, come in un gioco, da una parte all’altra del paese, il cui centro rimane la meravigliosa piazza Vittorio Emanuele II con la sua Torre dell’Orologio, alla quale si accede dalle entrate di Porta Picenne e Porta Grande, vicino alla Torre Normanna.

 

 

 

Locorotondo, circa 10 km a ovest da Cisternino e circa 6,5 km a nord da Martina Franca. 

Ab. 13.904, locorotondesi; altezza: m 410 s.l.m.; Comune della città metropolitana di Bari, mappa - info Turista.: Pro Loco, p. za Vittorio Emanuele, 27 – T.: 0804 313099; P.S. H.: p. za S. Francesco da Paola, 1, Martina Franca - T.: 0804 835111; Aeroporto Internazionale Karol Wojtyla, Via Enzo Ferrari, 70128 Bari - T.: 0805 800200

Insediamento risalente al IX – VII sec. a.C. fondato probabilmente da coloni greci, probabilmente locresi, come indicano alcuni ricercatori. La cittadina attuale prese vita nel medioevo e la prima menzione della denominazione “casale rotondo”, inteso come agglomerato rurale, ampliatosi nel tempo, intorno alla chiesa di S. Giorgio, appartenente al feudo del Monastero dei Benedettini, risale alla fine del XIII sec. Alla fine del XIV sec. divenne feudo della famiglia Orsini del Balzo; intorno alla metà del XV sec., causa l’estinzione della famiglia entrò nel dominio di Ferdinando I di Napoli e successivamente sottoposta al dominio di diverse famiglie di nobili, come i Carafa che fecero erigere le mura e il castello, i Borrassa che nel 1645 cedettero il feudo ai duchi Caracciolo, i quali mantennero il dominio fino agli inizi del XIX sec., seguendo le sorti del regno borbonico. 

Locorotondo è situato su un’altura a 410 m s.l.m. a dominare la Valle d’Itria, circondato da colline, grotte e doline, dove predominano vigneti e uliveti. Intorno al suo territorio numerose contrade e frazioni si raccolgono intorno ai caratteristici trulli, vicino alle pievi, attorno ai pozzi e ai piazzali. Il suo nome rappresenta la caratteristica forma circolare del suo centro storico, una fitta rete di case bianche disposte ad anelli concentrici intorno al Duomo di S. Giorgio. Dal 2001 è inserito nell’elenco “i borghi più belli d’Italia”. Un luogo del cuore, dove tutto è armonico, indimenticabile, per la sua forma avvolgente, gli stretti vicoli che si perdono tra le case accese di calce bianca, i piccoli balconi in ferro battuto ornati di fiori, le famose “cummerse” dai tetti spioventi costruiti con grigie “chiancarelle” di pietra.

 

Alberobello


Ab. 10.280, alberobellesi; altezza: m 428 s.l.m.; Comune della città metropolitana di Bari, mappa - info Turista.: Pro Loco, via Monte Nero, 1 – T.: 0804 322822; P.S. H.: p. za S. Francesco da Paola, 1 Martina Franca - T.: 0804 835111; Aeroporto Internazionale Karol Wojtyla, Via Enzo Ferrari, 70128 Bari - T.: 0805 800200

L’insediamento abitato si sviluppò, all’interno della “sylva arbori belli”, nei primi decenni del XVI sec. per volontà del Conte Andrea Matteo III Acquaviva d’Aragona. Il conte introdusse nel territorio un certo numero di famiglie contadine, provenienti dal feudo vicino di Noci, per bonificare e coltivare quelle terre con l’obbligo di versargli la decima dei raccolti. Soltanto nel 1635 per volontà del conte Giangirolamo II, chiamato il Guercio delle Puglie, fu avviata l’urbanizzazione della selva e la costruzione di un raggruppamento di piccole abitazioni. Per evitare il pagamento dei tributi al vicerè spagnolo del Regno di Napoli, dovuto per l’edificazione di un nuovo centro abitato, secondo la legge “Pragmatica de Baronibus”, il conte fece costruire case solo con pietre a secco sulla via dell’antico fiume Cane, evitando la concentrazione dell’abitato. Il villaggio di Alberobello rimase feudo della famiglia Acquaviva d’Aragona di Conversano fino al 27 maggio 1797, quando il re Ferdinando IV di Borbone, su istanza di una delegazione di sette gentiluomini locali, emanò un decreto che lo elevava a città regia, seguendo le sorti del regno dei Borbone.

Oggi Alberobello è l’unico borgo pugliese nel quale esiste un intero quartiere di trulli, la Zona Monumentale, dove si susseguono disposti a schiera centinaia e centinaia di trulli, costituita dal rione Monti, che poggia su una collina dove si trova la chiesa a trullo parrocchia di Sant’Antonio e il Trullo Siamese, e dal Rione Aia Piccola, che si delinea scendendo verso il basso. In piazza Sacramento si staglia il caratteristico Trullo Sovrano, a due piani, il più alto di tutti. Dal 6 dicembre 1996 i trulli sono stati dichiarati dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Noci


Ab. 18.415, nocesi; altezza: m 420 s.l.m.; Comune della città metropolitana di Bari, mappa - info Turista.: IAT, piazza Plebiscito, 43 – T.: 0804 978889; P.S. H.: via Nazionale dei Trulli, 93 Fasano - T.: 0804 390111; Aeroporto Internazionale Karol Wojtyla, Via Enzo Ferrari, 70128 Bari - T.: 0805 800200

La fondazione di Noci risale all’epoca normanna, prima come casale poi, sotto la dominazione angioina, sul finire del XIV sec., ottenendo il riconoscimento di “universitas”, diventò un piccolo centro urbano, il quale con le sue mura costituì una forte attrazione nei confronti dei casali vicini, che così si spopolarono. Nel 1407 re Ladislao I di Napoli della famiglia d’Angiò - Durazzo concesse a Noci il rango di città regia sciogliendola dai vincoli feudali. Seguirono anni in cui il territorio subì la dominazione di varie famiglie nobili: dai Caldora, agli Orsini del Balzo, agli Acquaviva d’Aragona. Quest’ultima famiglia ne detenne il potere fino al 1806, anno in cui il regno di Napoli fu occupato dai francesi. Sotto il regno di Giuseppe Bonaparte furono soppressi gli ordini religiosi e le varie feudalità esistenti. Con la restaurazione Noci ritornò sotto i Borbone seguendone le sorti.    

Quasi nascosta dalla macchia mediterranea, nell’estremità meridionale della Murgia dei Trulli, la cui particolarità è rappresentata da queste tipiche strutture rurali e dalle antiche masserie. La cittadina di Noci conserva intatta la sua bellezza artistica costituita da una suggestiva rete di vicoli e “gnostre”, piccoli spazi che si aprono nel centro antico, con tre lati chiusi e uno solo aperto verso la strada, suggestivi spazi parte pubblici e parte privati.  

Castellana Grotte


Ab. 19.360, castellanesi; altezza: m 290 s.l.m.; Comune della città metropolitana di Bari, mappa - info Turista.: IAT, piazza Plebiscito, 43 – T.: 0804 978889; P.S. H.: via Nazionale dei Trulli, 93 Fasano - T.: 0804 390111; Aeroporto Internazionale Karol Wojtyla, Via Enzo Ferrari, 70128 Bari - T.: 0805 800200

La fondazione dell’antica cittadina di Castellana risale all’epoca medioevale, nei primi anni del X sec., quando l’insediamento fu colonizzato dal monastero dei monaci di San Benedetto di Conversano, nel 1226 la gestione passa alle monache Cistercensi per concessione del Papa Clemente IV. Nel 1407 si affrancò dalla stretta feudale ottenendo dal re Ladislao d’Angiò il privilegio di città regia. Nel 1426 passò al dominio del ducato di Bari, poi agli Orsini del Balzo, agli Acquaviva, ai Borbone e al regno di Napoli di cui segui le sorti.

Nel 1938 furono scoperte le grotte, grazie alle quali la cittadina ebbe una svolta turistica ed economica; nel 1950 il nome del comune cambiò in Castellana Grotte.

Situata su un altopiano calcareo della Murgia dei Trulli e delle Grotte, Castellana Grotte è conosciuta soprattutto per il complesso carsico delle omonime Grotte a cui si deve la sua nuova denominazione. Si tratta di uno tra i più imponenti complessi speleologici scoperti in Italia. Il cuore del centro urbano a pianta medievale, con le sue stradine lastricate ancora da basolato di pietra calcarea che convergono in Largo San Leone Magno dove si staglia la cattedrale cittadina è davvero suggestivo. Sul resto delle vie del centro, all’esterno delle vecchie mura e delle torri, sviluppatosi tra il XVII e il XIX sec. su strade lunghe e parallele, si alzano edifici signorili, archi e case bianche.

 

Polignano a Mare


Ab. 17.680, polignanesi; altezza: m 24 s.l.m.; Comune della città metropolitana di Bari, mappa - info Turista.: IAT, via Martiri di Dogali, 2 – T.: 0804 252336; P.S. H.: via Nazionale dei Trulli, 93 Fasano - T.: 0804 390111; Aeroporto Internazionale Karol Wojtyla, Via Enzo Ferrari, 70128 Bari - T.: 0805 800200

Nel suo territorio sono state rinvenute tracce umane risalenti al neolitico; altri ritrovamenti hanno convinto gli studiosi dell’esistenza di un sito risalente all’età del bronzo, che si sviluppò nel tempo grazie alla posizione e agli approdi naturali. L’approdo degli Iapigi, nel II millenio a.C. spinse gli abitanti dei villaggi limitrofi a trasferirsi nell’attuale centro della cittadina. Nell’epoca romana diventò un’importante stazione lungo la via Traiana che collegava Roma a Brindisi. Nel VI sec. passò sotto il dominio bizantino, poi sotto quello normanno fino al XIII sec. Con la dominazione angioina, XIII – XV sec, i rapporti commerciali crebbero e così lo sviluppo economico della città. Nel XVI sec. diventò un dominio veneziano, nel 1530 venne ceduta a Carlo V di Spagna e più avanti passò al dominio aragonese che diede maggiore impulso allo sviluppo mercantile e provvide a erigere opere a difesa della città. Durante la dominazione francese, agli inizi del XIX sec. il re Giuseppe Bonaparte abolì la feudalità. Dopo la restaurazione, il territorio di Polignano tornò sotto il dominio dei Borbone e ne seguì le sorti.  

    

Il centro storico di Polignano a Mare è situato su una scogliera a picco sul mare Adriatico. Il suo territorio si caratterizza per la costiera alta e frastagliata, forata da suggestive grotte, fra cui la Grotta delle Rondinelle e sulla quale si formano numerose insenature come quella di Lama Monachile o Cala Ponte, la baia dei saraceni odierna, situata sull’antica via Traiana, da cui si coglie l’originale e unico panorama della cittadina.

Monopoli (cfr. Puglia itinerario 1/2019)

 

Fasano


Ab. 39.867, polignanesi; altezza: m 24 s.l.m.; Provincia di Brindisi, mappa - info Turista.: APT, piazza Ciaia, 5 - T.: 0804 413086; P.S. H.: via Nazionale dei Trulli, 93 Fasano - T.: 0804 390111; Aeroporto del Salento, Contrada Baroncino, 72100 Brindisi - T.: 0831 4117406 

La cittadina di fasano deve la sua origine al Casale di Santa Maria di Fajano fondato agli inizi dell’XI secolo per l’arrivo di una parte della popolazione che aveva abbandonato Egnazia, importante porto romano sulla via Traiana, decaduto lentamente con la caduta dell’Impero romano d’occidente. Intorno alla metà del XIV sec. diventa feudo dei Cavalieri di Malta e tra mille traversie e conflitti alla fine del XVIII sec. raggiunge i 7.000 abitanti e contribuisce alla rivoluzione partenopea. Con la Restaurazione rientra nei domini del Regno di Napoli e ne segue il destino.

Fasano sorge su una pianura a 5 chilometri dal mare Adriatico; il suo territorio segna il confine fra il Salento e le Murge di sud ovest. L’abitato è circondato da colline che si estendono fino alla Selva di Fasano, ricche di lecci, querce, vigneti e alberi da frutta, mentre la zona costiera di Savelletri è costituita da scogliere e calette di sabbia. Il suggestivo centro storico è costituito da strette viuzze dipinte in calce bianca che insieme alle chiese e agli aristocratici edifici offrono una scenografia davvero suggestiva, la quale culmina con la bianca piazza Ciaia che divide i due corsi principali rivestiti anch’essi di chianca locale. 

Ostuni

Ab. 30.277, ostunesi; altezza: m 218 s.l.m.; Provincia di Brindisi, mappa - info Turista.: Corso Mazzini, 8 - T.: 0831 339627; P.S. H.: via Villafranca - T.: 0831 302590/309111/ 309238; Aeroporto del Salento, Contrada Baroncino, 72100 Brindisi - T.: 0831 4117406 

Nell’area di Ostuni numerose sono le testimonianze di rinvenimenti di reperti archeologici, tra tutti la scoperta della “donna di Ostuni”, gestante di circa 20 anni, risalente a circa 28.000 anni fa.  Il primo insediamento urbano fu fondato dai messapi, intorno al VII sec. a. C. Nel III sec a. C, con la conquista romana, l’abitato fu chiamato “Sturninum”. Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, benché difesa dai bizantini, subì le scorrerie degli Ostrogoti, dei Longobardi, dei Saraceni, i quali nell’876 elevarono la città a diocesi. Tra l’XI e il XII sec. subì la dominazione normanna che integrò il territorio nella contea normanna di Lecce e nel Principato di Taranto e Brindisi. Con gli svevi Ostuni ottenne un evidente sviluppo. Federico II di Svevia la liberò dai vincoli feudali promuovendo il suo castello tra le principali fortezze del regno in Apulia. Sotto gli Angioini furono costruite nuove fortificazioni e fu dato impulso alla creazione della particolare conurbazione difensiva e arroccata del borgo medievale. Con gli Aragonesi fu completata l’opera di fortificazione delle mura con la costruzione di nuove cinta murarie e torrioni circolari. Agli inizi del XVI sec. diventò un dominio del Ducato di Bari di Isabella d’Aragona che concesse alla città molti privilegi dando inizio al periodo d’oro della città. Un lieve declino della città si verificò nel XVII sec., quando Filippo IV d’Asburgo fu obbligato a cederla agli Zevallos, famiglia di commercianti, per debiti contratti durante la Guerra dei trent’anni. Con l’arrivo dei Borbone la città rifiorì e si espanse ulteriormente.

Ostuni sorge ai confini sudorientali delle Murge con l’alto Salento e si estende su tre colli. Definita la “Città Bianca” per l’aspetto del suo nucleo più antico, conserva un centro storico a pianta ovoidale con struttura urbana altomedievale e i resti delle mura angioine. È una città dagli splendidi panorami, “dove ogni casa è un belvedere”, ogni finestra è ornata di fiori, dove i balconi si affacciano su una pianura infinita colma di ulivi che la separano dal mare vicino. Nel borgo antico tutto è bianco; le case affastellate, i passaggi, le scalinate, gli archi, i muri, le chiese si susseguono in una rete di vicoli stretti come in un presepe. Uno scenario che sprigiona un fascino particolare che conquista ogni viaggiatore, ipnotizzato dalla luce della sua bellezza.