Emilia Romagna, itinerario n. 2/2019 *
Ferrara, il Delta del Po e Ravenna: Ferrara - Mesola – Goro - Pomposa – Comacchio - Ravenna
Itinerario: da Ferrara a Ravenna attraverso il Delta del Po, in 3 tappe:
Località: Ferrara - Mesola – Goro - Pomposa – Comacchio - Ravenna
Stagione: primavera - estate Tempo: almeno 5 giorni. Lunghezza: Km. 150
I) Ferrara
II) Ferrara - Mesola – Goro – Pomposa – Comacchio, Km 114, circa h. 1.52’
III) Comacchio – Ravenna, Km 36, circa h. 0,40’
Un itinerario affascinante tra bellezze artistiche e naturali, in un territorio contraddistinto da canali artificiali per l’irrigazione e il drenaggio delle campagne, rese coltivabili e abitabili, in cui il fiume Po ne ha condizionato lo sviluppo. Un viaggio, in questa caratteristica area, che non può prescindere da una località di appoggio, che, nella fattispecie, non può che essere Ferrara. Una città ricca di monumenti e scrigno di gioielli artistici e architettonici, regalati dal suo lucente passato, riconosciuti dall'Unesco, nel 1995, patrimonio dell’umanità, insieme al suo Delta del Po, successivamente nel 1999.
L'avventura quindi, parte da Ferrara in direzione delle foci del Po e delle zone umide del comacchiese, fino al ravennate. Si tratta di un’area umida particolare, di confine fra terra e mare, la più grande in Italia, detta anche “la Camargue italiana”.Qui troviamo realizzate delle superbe opere di ingegneria idraulica e di bonifica, grazie alle quali vaste zone del ferrarese, che stanno sotto il livello del mare, sono state mantenute all’asciutto.
Si raggiunge il centro del Parco regionale del delta del Po che si trova a Mesola, sede di un notevole Castello estense, che oggi ospita la sede del parco. Per l’esplorazione del Parco conviene assumere le informazioni sul posto. Ci si trova sul delta del Po, quasi al confine tra il territorio dell’Emilia Romagna e del Veneto, dove si affaccia la laguna chiamata “Sacca di Goro”, in una porzione di territorio compresa tra il ramo deltizio di Goro e quello di Volano, dove si estende un’ampia foresta, conosciuta come “Bosco della Mesola”, originata dall’azione del Po e cresciuta in modo spontaneo. Il bosco rappresenta un’oasi naturale sia sotto l’aspetto floristico che faunistico. Sono presenti il leccio, l’olmo, il pioppo, il frassino, il pino marittimo e diversi tipi di quercia, oltre ai cervi autoctoni, daini, cinghiali, lepri e conigli selvatici. La bellezza e la varietà del paesaggio consigliano una visita accurata e prolungata. Le ore del mattino e del tardo pomeriggio sono le migliori per gli effetti della luminosità che offre aspetti cromatici deliziosi, provocati dalla combinazione della vegetazione con la ricca rete di canali interni. In barca, navigando lentamente nei meandri del delta si percepisce la fragilità dell’ambiente in cui ci si trova, in cui i silenzi e la natura agiscono, ritemprando corpo e spirito.
Ritornando sulla S P 27 si raggiunge l’abitato di Goro, da cui è possibile scoprire la Riserva naturale Dune e isole della Sacca di Gorino, all’interno del Parco regionale del Delta del Po.
Riprendendo il percorso sulla via Romea, SS 309, si raggiunge il meraviglioso complesso dell’Abbazia di Pomposa, antica tappa dei Romei (pellegrini che nel medio evo passavano dall’Abbazia per superare le paludi e le valli), quindi si giunge a Comacchio, capolavoro urbanistico, dove si trova il museo dell’antica città etrusca di Spina. Proseguendo sulla via Romea si incontra la zona dei lidi ferraresi che ha raggiunto un notevole sviluppo turistico. Continuando il viaggio in direzione sud est, immersi nel paesaggio tipico del delta del Po, si intravede la distesa delle Valli di Comacchio con la loro caratteristica fauna che contempla le anguille, si attraversa la foce del fiume Reno, quindi si giunge al cippo che ricorda la morte di Anita Garibaldi, avvenuta in questo territorio, durante la fuga dell’Eroe da Roma verso Venezia. Infine, attraversando la pineta di San vitale, antico residuo di macchia mediterranea, si arriva a Ravenna, la città tre volte capitale: dell’Impero Romano d’Occidente, di Teodorico Re dei Goti, dell’Impero di Bisanzio in Europa, uno scrigno d’arte, di storia e di cultura di prima grandezza. Le basiliche e i battisteri della città conservano il più ricco patrimonio di mosaici dell’umanità risalente al V e al VI secolo. Otto monumenti di Ravenna sono inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
- Articolo aggiornato a maggio 2021
Ferrara
Ab. 132.288, ferraresi/estensi; altezza: m. 9 s.l.m.; provincia: Ferrara; mappa Info Turista.: IAT Castello Estense, T. 0532 209370 – PSH: via A. Moro, 8 – T. 0532 236224
Il primo insediamento urbano risale al 657, periodo in cui, intorno alla cattedrale di S. Giorgio (oggi Basilica di S. Giorgio fuori le mura), si consolidò un nuovo abitato, dopo la distruzione della città vicina di Voghenza. A causa di una donazione di Carlo Magno passò al papato, il quale nel X sec. istituì il ducato di Ferrara, insediando il marchese Tedaldo di Canossa. Con la morte della contessa Matilde, nel 1115 il dominio dei Canossa finì e nacque il libero comune, che restò autonomo fino alla fine del XII sec., quando divenne possedimento degli estensi. Ferrara diventò, nella contingenza dei difficili tempi un centro di riferimento per la cultura l’arte e la politica delle varie casate che governavano la penisola. Con Ercole I d’Este intorno alla fine del XV sec. Ferrara raggiunse il suo massimo splendore, rappresentato dalla realizzazione del progetto urbanistico “Addizione Erculea”, che permise il raddoppio dell’area urbana. Con la morte di Alfonso II d’Este, 1597, la città tornò sotto la dominazione pontificia e perse l’autonomia. Da allora lo splendore di Ferrara fu oscurato dal potere papale, fino all’occupazione napoleonica, 1796. Con la restaurazione, 1815, la città divenne centro di moti insurrezionali che ebbero termine con l’annessione al regno d’Italia.
Per la sua particolare struttura urbanistica Ferrara è una città unica, un vero modello di quello che era lo sviluppo urbano del rinascimento, con la creazione di ampi spazi verdi, palazzi nobiliari di lato e al centro la il castello del signore, secondo gli insegnamenti del tempo. Il cuore del centro storico cittadino è rappresentato dalle due enormi piazze: quella della Cattedrale e della Repubblica su cui si ergono i suoi più importanti gioielli artistici e architettonici, rispettivamente, il Duomo di San Giorgio e il Castello estense, separati dal Corso di Porta Reno, il quale confluisce in Corso della Giovecca, l’indimenticabile “corso” dei racconti di Giorgio Bassani. Già nel 1995 fu riconosciuta dall'Unesco come patrimonio dell’umanità per il suo centro storico e nel 1999 ottenne un secondo riconoscimento per il delta del Po e le sue delizie estensi. Il suo centro storico, come le città di Bergamo, Grosseto e Lucca, è ancora oggi circondato da un’importante cerchia muraria.
Da vedere
- Cattedrale di San Giorgio, in piazza della Cattedrale, tra le costruzioni più importanti del medioevo in Italia. Costruita a partire dal 1135, in stile romanico - gotico, testimoniato dalla imponente facciata, tripartita e traforata da tre ordini di logge in cui si distinguono elementi romanici nella parte inferiore e gotici in quella superiore. Sul lato destro del Duomo si affaccia su Piazza Trento e Trieste dove si alza il campanile in marmo a pianta quadrata, con quattro ordini di arcate che poggiano su colonne, eretto tra il XV e il XVI sec. nella stessa piazza si erge il Palazzo Comunale, antica dimora dei duchi d’Este, venne costruito a partire dal 1245 e ingrandito alle dimensioni attuali intorno al 1481. La facciata odierna risale alla ricostruzione avvenuta nel 1927.
- Castello estense, in piazza della Repubblica, è considerato il monumento più rappresentativo della città, realizzato in mattoni nel 1385 per volontà di Nicola II, ampliato nel 1482. Ha una pianta quadrata, cinta da un profondo fossato e fortificata da quattro torri angolari con altane.
- Chiesa di San Paolo, in C.so Porta Reno, eretta nel XVI sec., con facciata in cotto su cui sono ineriti tre portali marmorei, a tre navate e riccamente decorata. Da una traversa del Corso ci si immette in via Capo delle Volte dove si affacciano pregevoli edifici del XIV e XV sec., così sulla vecchia strada di S. Romano, parzialmente porticata, testimonianza dell’antica città medievale.
- Chiesa dei Teatini, in C.so della Giovecca, costruzione del XVII sec., la cui facciata e il campanile sono rimasti incompiuti, conserva una notevole opera del Guercino: la Presentazione di Gesù al tempio. Sulla stessa via: Palazzo Roverella del XVI sec. in forme rinascimentali; la Palazzina di Marfisa d’Este, del XVI sec., conserva numerose opere di antiquariato dell’epoca; chiesa di S. Chiara del XVII sec. in forme barocche.
- Palazzo di Giulio d’Este, in C. so Ercole I d’Este, del XV sec., l’aspetto attuale risale al rimaneggiamento della prima metà del XX sec. sulla stessa via è situato Palazzo dei Diamanti, costruito intorno alla fine del 1400, l’attuale aspetto risale al XVI sec. Famoso per la facciata a bugnato con pietre a punta di diamante. Oggi ospita la Pinacoteca nazionale. A lato del Palazzo dei Diamanti si trova il Museo del Risorgimento e della Resistenza. Di fronte si alza Palazzo Turchi Di Bagno del XV sec., oggi sede del Museo di Geopaleontologia.
- Palazzo Bevilacqua-Massari, in c.so Porta Mare, grandioso complesso, costruito alla fine del ‘500, successivamente modificato alla fine del XVIII sec., per ampliarlo con il parco Massari e la Palazzina dei Cavalieri di Malta. Nel palazzo hanno la loro sede: il Museo dell’ottocento ferrarese; il Museo Giovanni Boldini, famoso pittore ferrarese; il Museo civico di Arte moderna; il Museo documentario della metafisica, che raccoglie documenti sulla nascita e l’evoluzione del movimento artistico che coinvolse personaggi come Savinio, Carrà De Chirico, Morandi, de Pisis. Sempre in c.so Porta Mare, di fronte al parco Massari si trova l’Orto botanico dell’Università di Ferrara.
- Palazzo Prosperi-Sacrati, all’incrocio di c.so Porta Mare con il c.so Ercole I d’este, presenta un eccezionale portale dei Sacrati del 1506, con la porta decorata da rosoni e medaglioni.
- Chiesa di S. Francesco, in via Savonarola, ricostruita nel XV sec., a tre navate; sulla stessa via: il Parco Pareschi, noto come palazzo Pareschi, ospitò la moglie di Ercole II d’Este Renata, figlia di Luigi XII di Francia, rifatto completamente nel XVII sec. oggi ospita l’Università; Casa Romei, una delle dimore del XV sec. più eleganti della città, la costruzione presenta due eleganti cortili a portico e loggia, conserva sculture, affreschi e varie opere d’arte.
- Palazzo Schifanoia, in via Scandiana, del 1385, subì notevoli rimaneggiamenti, l’ultimo tra 1466 -1493. Era adibito a sede dei divertimenti della famiglia d’este. Famoso per gli stupendi affreschi che coprono le pareti della sala dei Mesi. Nel Palazzo ha sede il Museo civico.
- Palazzo di Ludovico il Moro, in via XX Settembre, costruzione del XVI sec. che segna il rinnovamento dell’architettura cittadina, all’interno presenta uno splendido cortile a pianta quadrata con doppio ordine di arcate e ambienti che conservano importanti affreschi del Garofalo. Oggi ospita ilMuseo archeologico nazionale. Sulla stessa via è situata la casa del famoso architetto Biagio Rossetti progettista dell’Addizionale Erculea.
- Monastero di S. Antonio in Polesine, in vicolo del Gambone, costruzione del XIII sec., poi trasformato e ampliato, dall’interno si raggiunge la chiesa o coro delle Monache, costituito da tre cappelle affrescate da opere del XIII – XV sec.
- S. Maria in Vado, in via Borgo Vado, eretta intorno all’XI sec., fu riedificata per opera dell’architetto B. Rossetti la fine del XV sec e la prima metà del XVI sec. la facciata a doppio ordine corinzio e ionico, presenta un portale risalente al XVI sec. Di fianco sorge il chiostro quattrocentesco.
- S. Cristofaro alla Certosa, in via Borso, è la chiesa del cimitero monumentale di Ferrara, eretta tra la fine del XIV sec. e la prima metà del XV sec., la sua facciata è incompiuta e presenta un portale di marmo del XVIII sec. L’interno è a navata unica su cui si aprono 12 cappelle. Da via Borso in direzione centro si raggiunge piazza Ariostea a forma rettangolare, in cui si alza una colonna del XVI sec. su cui è posta la statua dell’Ariosto, opera di F. Vidoni del 1800.
- Casa di Ludovico Ariosto, nella via omonima, del XV – XVI sec.
Mesola mappa
La cittadina è situata su una fetta di territorio, con il Po ai lati e il mare di fronte, come scriveva il Tasso, con una popolazione di 7.200 abitanti. L’edificio di maggiore interesse è il Castello, costruito intorno al 1563 e il 1583 per volere di Alfonso II d’Este, con struttura compatta e torri regolari merlate. Il Castello, circondato da 3 lati da fabbricati di servizio porticati, è oggi sede del Centro visite del Parco regionale Delta del Po e del Centro di Educazione Ambientale e del Museo del Cervo, che illustra gli aspetti più significativi del territorio del Delta con particolare attenzione alla popolazione autoctona dei cervi, che per secoli hanno vissuto sulle dune della foresta del Bosco della Mesola.
Un importante sistema idraulico di arginatura, insieme alle idrovore riesce a mantenere intatto questo delicato ecosistema
Goro mappa
Il nome deriva da “gaurus”, un vecchio ramo del Po di derivazione da quello di Volano. L’abitato si formò nella prima metà del XVIII sec. sull’argine destro del Po, tra il fiume e il mare, in un territorio paludoso dove si ergevano i dossi, terre emerse un poco rialzate fra mare, valli e terra. Su questo particolare territorio furono costruite le prime abitazioni, i casoni, fatti di canne, poi sostituite da case in muratura. L’economia del luogo si basava sul commercio e sugli introiti che derivavano dai dazi e dai diritti applicati per l’ancoraggio delle barche. Dall’inizio del 600 il porto ha iniziato a spostarsi progressivamente verso sud est per il rapido avanzamento della costa causato dal bradisismo. L’abitato ha risentito fortemente di questo fenomeno che ha determinato l’attuale disposizione del borgo e la formazione della sacca di Goro.
Da visitare il porto peschereccio, fra i più importanti dell’Adriatico.
Pomposa, frazione del comune di Codigoro (FE) mappa
Nella verde pianura di Pomposa, che si estende intorno al comune di Codigoro, a circa 5 km, appare improvvisa al visitatore, con il suo svettante campanile, l’importante abbazia che nasconde inaspettati tesori di arte e di storia. La costruzione dell'Abbazia risale ai secoli VI-VII, quando su quella che era l'Insula Pomposia, un'isola boscosa circondata da due rami del fiume Po e protetta dal mare, si insediò una comunità di monaci benedettini. Dopo l’anno Mille divenne un centro monastico fiorente, votato alla vita di preghiera e di lavoro, legato alla figura dell'abate San Guido. Il monastero pomposiano accolse molti illustri personaggi dell’epoca, tra i quali Guido d'Arezzo, il monaco inventore della scrittura musicale basata sul sistema delle sette note. Nella basilica di Santa Maria è possibile ammirare uno dei cicli di affreschi, di scuola giottesca, più preziosi di tutta la provincia e il bellissimo pavimento a mosaico con intarsi di preziosi marmi.
Da vedere
- l'Abbazia di Pomposa con i suoi gioielli:
- l’Aula Capitolare ed il Refettorio
- Museo Pomposiano
- Chiesa abbaziale di Santa Maria
Comacchio
Ab. 22.114, comacchiesi; altezza: m. 1 s.l.m.; provincia: Ferrara mappa
Info Turista.: Via Agatopisto, 2/a, c/o Settecentesco Ospedale degli Infermi, T. 0533 314154 - P.S.H.: via R. Felletti, 8 – T.: 0533 310611
L’insediamento urbano risale al tardo impero romano. Situato su tredici isolette era posizione privilegiata per il controllo delle vie d’acqua sia dal mare che dall’interno. La produzione di sale e la pesca sono sempre state le principali fonti della sua economia. Più volte occupata e distrutta dalla Repubblica di Venezia, passò agli estensi nel 1299 per un lungo periodo, costruendo la sua fortuna. Dal XVI sec. divenne dominio pontificio e iniziò un lento declino, fino ai giorni nostri, in cui l’attività edilizia e l’urbanistica in espansione ha dato un margine di respiro.
Oggi la cittadina è completamente circondata da terre bonificate, nate dal prosciugamento di molte valli da pesca. È rimasta una città dalle caratteristiche architettoniche intatte, ricca di canali, di palazzi e di ponti monumentali. Per la sua particolare conformazione e il suo stretto rapporto con l’acqua viene ricordata come una piccola Venezia. Un paesaggio unico, segnato dai lunghi lembi di terra che affiorano dall'acqua, che si distribuisce lungo il Delta del Po offrendo scorci panoramici davvero suggestivi.
Una caratteristica delle Valli di Comacchio sono i “Casoni”, vecchie stazioni da pesca, costituite da una piccola casetta detta casone, costruita con pali e paglia legata a massi di pietra con corde, 1 o 2 “lavorieri”, vecchi impianti per la pesca in valle, e “tabarre”, spazi destinati al deposito degli attrezzi e delle imbarcazioni.
Da vedere
- Duomo
- Complesso architettonico Trepponti
- Ospedale degli infermi, costruzione neoclassica del XVIII sec.
- Loggiato dei Cappuccini, lungo 400 m. e costituito da 142 archi sostenuti da colonne di marmo
- Museo del Carico della Nave Romana
Ravenna
Ab. 157.663, ravennati; altezza: m. 4 s.l.m.; provincia: Ferrara mappa
Info Turista.: P.za S. Francesco, 7 - T. 0544 35404 - P.S.H.: viale V. Randi 5 – T.: 0544 285111
I primi insediamenti urbani della zona risalgono ai Tessali, agli Etruschi e agli Umbri, poi i Galli Senoni. L'abitato consisteva di palafitte distribuite su una serie di piccole isole situate all'interno della Valle Padusa, una situazione simile alla Venezia di secoli dopo. Per la sua caratteristica, essere circondata dalle acque ed essere accessibile solo dal mare, l’imperatore Augusto scelse Ravenna come porto per la flotta militare romana dell’Alto Adriatico e per questo motivo fece eseguire un canale che collegava il Po con il mare a sud della città, creando il porto di Classe. La fortuna di Ravenna arrivò all’inizio del V sec., quando l’imperatore Onorio la elesse seconda Roma dell’impero d’occidente. A quell’epoca risalgono monumenti sacri e civili voluti dai vari imperatori, latini e barbari, succedutisi sul trono d’Italia. Per due secoli sede dell’Esarcato bizantino, nel 751 passò al dominio dei longobardi e dei franchi. Con la progressiva scomparsa del porto cominciò una decadenza che portarono Ravenna a guerre e conflitti tra i signori locali. Tornò per un breve periodo in auge sotto la dominazione della repubblica veneta, poi saccheggiata dalle truppe dell’imperatore francese Luigi XII la città ricadde in una crisi profonda che si protrasse per altri tre secoli. Finita la dominazione francese, nel 1815, tornò sotto il dominio del papato fino all’unità d’Italia.
Il centro della città si trova a solo 8 km dal mare Adriatico, al quale è collegato per mezzo del canale Candiano. Propaggini urbane si estendono fino al mare attraverso il Porto di Ravenna. Le spiagge ravennati vengono chiamate "lidi", amministrativamente sono classificate come frazioni. I nove lidi ravennati sono definiti, in base alla posizione rispetto al canale portuale, in "Lidi Nord" o "Lidi Sud".
Lidi Nord: Casal Borsetti, Marina Romea e Porto Corsini.
Lidi Sud: Marina di Ravenna, Punta Marina Terme, Lido Adriano, Lido di Dante, Lido di Classe e Lido di Savio. Sono proprio questi lidi ad avere la vocazione più marcatamente turistica con notevole offerta di alberghi, ristoranti e divertimenti.
Da vedere
tutti i monumenti eletti dall’Unesco Patrimonio dell’umanità:
- il Mausoleo di Galla Placidia
- La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo
- La Basilica di Sant’Apollinare in Classe
Altri luoghi di interesse
- Piazza del Popolo, la cui costruzione risale al tardo XIII sec., su cui si trovano prospicenti altri importanti palazzi di epoca rinascimentale.
- il Duomo
- Basilica di S. Agata Maggiore, antica chiesa a tre navate costruita nel V sec. e ristrutturata nel XV sec.
- Loggetta Lombardesca, sulla via di Roma, in stile cinquecentesco ristrutturata nel XX sec. Vicino è situato lo splendido Chiostro rinascimentale del XVI sec. Tutt’intorno si trovano l’Accademia di Belle Arti e la Pinacoteca comunale. Sempre lungo la via di Roma si trova la chiesa di Santa Chiara, costruita nel XIII sec. e il Palazzo di Teodorico, eretto sul sull’area dell’antico palatium del re dei goti.
- San Giovanni Evangelista, in v. le Farini, edificata nel V sec., la basilica a tre navate, voluta da Galla Placidia, è stata interamente rinnovata dopo la seconda guerra mondiale.
- Parco archeologico di Classe