Marche, itinerario n. 3/2019
Dalla Marca fermana al territorio dei Piceni, attraverso la provincia maceratese e i monti Sibillini
Itinerario: Fermo, Macerata, i Sibillini, Ascoli Piceno in 3 tappe.
Località: Fermo - Macerata - Tolentino – Camerino - San Ginesio – Sarnano – Amandola - Montefortino – Montemonaco – Montegallo – Ascoli Piceno.
Stagione: primavera, estate, Tempo: tre giorni. Lunghezza: Km. 220.
I) Fermo - Macerata - Tolentino, km 65, circa h 1,15’
II) Tolentino - Camerino - San Ginesio - Sarnano, km 80, circa h 1,30’
III) Sarnano - Amandola - Montefortino - Montemonaco - Montegallo - Ascoli Piceno, Km 75, circa h 2,00’
Non poteva che cominciare dalla costa, propizia e profumata, questo avvincente e per certi versi struggente itinerario nelle terre marchigiane. Il percorso parte dal territorio fermano, fra colli e piccoli borghi, continua nella provincia maceratese, tra verdi distese di colline, punteggiate da abitazioni sparse sui poderi e da piccoli centri che si estendono in alto, si inerpica per colline e montagne per raggiungere i magici Sibillini e poi toccare la terra dei piceni. Fermo, dunque, è la prima città da cui inizia questo viaggio, situata in alto su una costa che divide le valli dei fiumi Tenna ed Ete, fornisce scorci panoramici davvero esaltanti dalla sua terrazza chiamata Girfalco, da cui si possono ammirare la porticata Piazza del Popolo insieme ad altri importanti edifici medievali che tuttora confermano l’importanza dell’antica Marca fermana. Proseguendo sulla Statale, immersa in un’atmosfera profumata e pungente, appare, imponente e solenne, Macerata. La città esibisce uno charme garbato, quasi di altri tempi tra botteghe, aperte da 100 anni, come Marangoni che offre praline, tartufini e frutta ricoperta da cioccolato e interessanti iniziative moderne, come quella de “Il biglietto Unico”, offerta da maceratamusei.it a 10 euro o il coupon “Gustamuseo”, offerto dai ristoranti convenzionati (macerata.comune.it). Nel famoso centro storico si respira tanta vitalità, i punti di incontro sono variegati e tra bistrot e ristoranti non si fatica a fare tardi. Riprendendo il viaggio, sulla SP 77, si giunge a Tolentino, meravigliosa cittadina situata al centro della vallata del Chienti, a 60 km con l'innesto della Flaminia in direzione ovest (Roma) e a 40 km con l'innesto dell'Autostrada Bologna-Taranto (A14), è la cerniera tra la costa e la zona montana, che si comincia a intravedere quando, dopo qualche chilometro, si giunge a Camerino, città posta in una suggestiva posizione su di un colle al centro della zona montana della provincia di Macerata, chiusa a sud dal massiccio dei Monti Sibillini e a nord dal Monte San Vicino. Il territorio è caratterizzato per la maggior parte da un paesaggio collinare, con una gradevole alternanza di campi coltivati, piccoli boschi e querce secolari. Camerino esprimeva un fascino austero e una certa eleganza, grazie alla fitta trama dei suoi edifici in grigia arenaria e alla sua antica università. Oggi, dopo il terremoto dell’ottobre 2016, è diventata una città che non si può vedere, a causa delle rovine ancora ammassate, con l’esercito per le strade, ferita dal sisma. Da lontano sembra tutto a posto, ma quando si prova a salire verso il centro si trova lo sbarramento militare. Non è possibile proseguire. Stop! Alt, zona rossa! Ciò nonostante abbiamo voluto proporre questa tappa, con l’intenzione di far ascoltare a tutti i viaggiatori il fragoroso silenzio che domina il luogo e, in un certo senso, denunciare i ritardi accumulati nella ricostruzione e ricordare. Proseguendo sulla SP 78 si raggiunge San Ginesio, chiamata “il balcone dei Sibillini” per gli infiniti panorami che si aprono sul territorio tutt’intorno. La cittadina conserva ancora l’aspetto medievale, circondata, dalla cinta muraria ancora visibile, nonostante i gravi danneggiamenti subiti dopo il terremoto dell’agosto-ottobre 2016. Quindi, si giunge a Sarnano, la quale con il suo territorio prevalentemente collinare spazia tra valli, boschi e campi coltivati, unisce alla moderna stazione termale lo splendido e medievale centro cittadino. Dopo alcuni chilometri si intravede Amandola, attrezzata stazione turistica, caratterizzata a nord e a sud da elevate e boscose colline, con valli solcate da numerosi torrenti, sullo sfondo dei Monti Sibillini, le cui cime superano frequentemente i 2000 m. di altitudine. Monti che stanno a cavallo tra Marche e Umbria, tra le province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Perugia e ospitano l'omonimo Parco nazionale dei Monti Sibillini, un’area naturale protetta che tutela il massiccio montuoso omonimo, il quale si estende su un terreno prevalentemente montagnoso. Ora, procedendo sulla SP 89, affrontando un percorso altimetrico importante, si incrociano dei borghi meravigliosi, incastonati nel verde dei boschi e dei declivi naturali, che aprono la strada a luoghi di una bellezza inesprimibile che resterà indelebile nell’animo di ogni viaggiatore. Prima Montefortino, abbracciato dall'anfiteatro dei Monti Sibillini cui se ne scorgono in ampi panorami i più alti picchi: dal Monte Vettore a sud, al Monte Sibilla, al Monte Priora (tutti oltre i 2000 metri d'altitudine), fino al Monte Amandola e in lontananza, verso nord, il Pizzo di Meta. Tutto il resto del borgo è un susseguirsi di colline solcate da molteplici ruscelli e torrenti. Da non perdere le visite: al Santuario della Madonna dell’Ambro, situato lungo il corso del fiume Ambro che scava le sue Gole denominate dell’Infernaccetto, tra il Monte Priora e il Monte Amandola; alle Gole dell’Infernaccio, situate più a nord. Ancora a qualche chilometro, spunta il caratteristico centro di Montemonaco, comune di appena 568 abitanti, situato su un pianoro prospicente Monte Zampa e Monte Sibilla, accessibile in ascensione a chi ha buone gambe e dispone di sufficiente fiato. Da vedere, in questo scenario di inimmaginabile bellezza: il lago di Pilato, chiamato anche il “lago degli occhiali” per la curiosa immagine che mostra durante l’estate; le frazioni di Rocca e Vallegrascia i cui rispettivi abitati conservano, quasi inalterato, l’antico e medievale impianto a pietra tufacea e a faccia vista. Proseguendo ancora, sempre sulla SP 89, si sale a Montegallo, comune sparso di 504 anime, a 870 m s.l.m., per abbracciare il Monte Vettore. L’atmosfera che si respira tutt’intorno a queste contrade è magica, pur se il disastro provocato dal terremoto del 2016, rimane profondamente segnato. A pochi chilometri, dove la valle del Tronto si allarga, si raggiunge Ascoli Piceno, a 28 Km dal mare Adriatico, a ridosso del Monte Ascensione e della Montagna dei Fiori, chiamata pure Montagna d’Ascoli, per la vicinanza alla città. Ascoli, la città delle cento torri, piccola e insieme grande, come la sorella Urbino, sorge su una conca collinare che le fa da cornice, da cui si può rimirare la fitta rete geometrica delle strette “rue”, e la trama di alte case–torri gentilizie, testimonianza dell’età medievale, da cui si aprono le splendide piazze che l’hanno resa famosa in tutto il mondo. Piccola come appare, Ascoli deve essere scoperta a piedi, rigorosamente, per meglio saggiare lo spirito di questi luoghi e sentire il conforto che queste mura concedono a ogni viaggiatore.
Fermo
Ab. 37.238, fermani; altezza: m. 319; provincia: Fermo, mappa Info Turista.: Via Lungomare Fermano, 8 - T. 0734 642428; P.S.H.: via A. Murri, 189 – T.: 0734 6252261
Area culturale villanoviana, nel III sec. Fermo era già una colonia romana. Annessa al regno longobardo, poi al regno dei Franchi, divenne il centro e il capoluogo della Marca fermana. Libero comune alla fine del XII secolo subì i conflitti e l'avvicendamento di diverse signorie, finché diventò dominio della Chiesa.
La città sorge in cima e lungo le pendici del Colle Sabulo, oggi dominato dalla Cattedrale di S. Maria Assunta, si presenta divisa in due parti, una costruita intorno e sulla sommità del colle Sabulo, considerata la parte storica medievale, e l’altra, la parte nuova. Benché sia situata a 6 Km dal mare, al territorio di Fermo appartengono 3 km di litorale a sud di Porto San Giorgio (località Marina Palmense) e 4 km di litorale a nord (località Lido di Fermo, Casabianca e Lido San Tommaso). Il centro storico è delimitato da una cinta muraria quattrocentesca, di epoca sforzesca, in parte ancora visibile, munita di torri rompitratta e porte di accesso.
Da vedere
– Palazzo comunale, p. za del Popolo, all’interno è ospitata la Pinacoteca civica che raccoglie opere di notevole valore artistico. Nella stessa piazza si trovano: il Palazzo degli studi, edificio barocco della fine del XVI sec., il Loggiato di S. Rocco, costruito nel XVI sec.,
- il Palazzo dei Priori, gli altri due lati della piazza sono anch’essi a portici del 500.
– Duomo, p. za del Girfalco, posizione panoramica sita nella parte più alta della città, Cattedrale di Santa Maria assunta in Cielo, costruita su dei resti architettonici risalenti all'epoca romana e all'Alto Medioevo. Ricostruito nel XVIII sec. conserva parte dell’originaria struttura romanico-gotica con un portale a tutto sesto e un rosone del XIV sec. L’interno è a tre navate.
– Chiesa del Carmine con annesso Convento, corso Cefalonia, costruita in stile gotico nel XIV sec., le cui tracce sono andate perdute a causa delle diverse fasi di ristrutturazione e ammodernamento a cui la struttura è stata sottoposta, l’ultima datata 1794. La facciata, in stile romanico, è in cotto e pietra bianca. All'interno appare molto spaziosa: a tre navate divise da possenti colonne e da archi a tutto sesto.
- Sempre su C.so Cefalonia, via principale della città, si trovano: il Palazzo Azzolino, risalente al XVI sec., fiancheggiato da altri palazzi nobiliari, la Chiesa della Pietà del XVII sec., la Torre dei Matteucci, del XIII sec, il Palazzo Vitali Rosati del XVI sec.
- Palazzo Paccaroni , del XVII sec., con portale barocco, il Tribunale, la chiesa di S. Filippo, del XVII sec. e il Palazzo Monsignani-Sassatelli, anche residenza del Prefetto di Fermo, tutti prospicenti il corso Cavour.
– S. Agostino, l. go XXI settembre, chiesa romanico gotica della metà del XIII sec., rimaneggiata più volte, conserva interessanti affreschi, con annesso l’interessante oratorio di S. Monica decorato in stile gotico.
– S. Pietro, via Lattanzio Firmiano, risale al XIII sec., conserva il campanile a bifore e un portale romano.
– S. Domenico, via F. Maranesi, in prossimità di P.za del Popolo, chiesa del duecento rimaneggiata nel XVIII sec. presenta una semplice facciata arricchita da un notevole portale del XV sec., l’interno è barocco.
– S. Caterina, via Brunforte, presso l’omonima porta, chiesa edificata nel 1226 e in seguito più volte rimaneggiata. Ha la facciata in laterizio, molto semplice, e un imponente rosone centrale risalente quattrocento, mentre le linee del tetto sono ingentilite da volute. L'interno a croce latina ad una navata è costituito da sei cappelle laterali. A seguito del terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017, la chiesa fu di nuovo chiusa per la messa in sicurezza, conclusa nel 2017 con la riapertura al culto.
– S. Francesco, in largo Mora, chiesa gotica tra la fine del XIII sec. e l’inizio del XIV sec. Presenta un'imponente parte absidale poligonale e l'interno, a sala, è diviso in tre navate da esili pilastri rotondi. Il campanile venne eretto verso il 1425. L’interno di grandi dimensioni è pianta basilicale.
– Piscine romane, via degli Aceti, risalenti ad epoca augustea, costituivano il serbatoio d’acqua della città.
Macerata
Ab. 41.776, maceratesi; altezza: m. 315; provincia: Macerata, mappa Info Turista.: Corso della Repubblica, 32 - T. 0733 234807; P.S.H.: Via Santa Lucia, 2 – T.: 0733 2571
Sito di epoca preromana, prima municipio romano col nome di Ricina, nel 205 fu elevata a colonia dall’imperatore Settimio Severo che la ribattezzò col nome di Helvia Recina Pertinax, in onore del suo predecessore Publio Elio Pertinace. Nel V o VI secolo a causa delle invasioni dei Goti la maggior parte degli abitanti fu costretta a fuggire e a spostarsi sulle colline, creando il centro medievale dell’attuale Macerata. All’inizio del XII sec. diventò libero Comune, successivamente passò sotto le signorie dei Molucci, dei da Varano di Camerino, degli Sforza, fino alla sottomissione allo Stato Pontificio. Macerata si erge, a 315 metri s.l.m., su un colle, tra la vallata del fiume Potenza a nord e quella del fiume Chienti a sud; è situata a 30 km a ovest del mare Adriatico e a circa 60 km dall'Appennino umbro-marchigiano
Da vedere
– Duomo, via Strambi chiesa risalente al XI sec., completamente ricostruita in stile neoclassico sul finire del XVIII sec. oggi è in fase di ristrutturazione, dopo i terremoti del 2016.
– Piazza della Libertà accoglie: il Palazzo del Comune, opera del seicento in cotto con porticato, la Loggia dei Mercanti, eretta nel XVI sec., in stile rinascimentale con porticato a tre arcate sormontate da una loggia, il Palazzo della Prefettura, costruito in cotto con resti di archi duecenteschi, la chiesa di S. Paolo, risalente al XVII sec., con facciata in cotto e interno barocco, il Palazzo dell’Università, il Teatro comunale in stile neoclassico, la Torre Maggiore o dell’Orologio della metà del XVII sec.
– Palazzo Buonaccorsi, via Don Minzoni, del XVIII sec., ospita l’accademia delle belle arti
– Corso Matteotti dove si stagliano il Palazzo Mozzi o dei Diamanti, il Palazzo Rotelli e il Palazzo Mozzi-Consalvi.
– S. Filippo Neri, chiesa della fine del XVII sec, in stile barocco, su pianta ellittica. Nel 1997, a seguito del terremoto che colpì le Marche e l'Umbria, l'edificio subì danni e restò chiuso per vario tempo. Da pochi anni è stata riaperta al pubblico a seguito di un restauro durato vari anni.
– la casa del Podestà, in piazza Mazzini, costruita alla fine del XIV sec.
– Sferisterio, viale Pantaleoni, è un’arena semicircolare, costruita intorno alla fine del primo quarto del XIX sec., situato nel centro storico della città, originariamente destinata al gioco del pallone col bracciale e successivamente riadattata per concerti e teatro dell’opera, con acustica perfetta.
Tolentino
Ab. 19.409, tolentinati; altezza: m. 228; provincia: Macerata, mappa Info Turista.: Piazza della Libertà, - T. 0733 234807; P.S.: C.R.I. Via Terme Santa Lucia, 60– T.: 0733 969600
Fiorente insediamento di piceni, poi colonia e municipio romano, intorno al XI sec. diventò libero comune, conteso da diverse signorie locali e dalla Chiesa, fino alla sottomissione a Papa Eugenio IV, nel 1445. Nel 1585 papa Sisto V elevò Tolentino al grado di città e diocesi.
Tolentino si trova al centro della vallata del Chienti, cerniera tra la costa e il territorio montano, a 60 km dalla diramazione con la Flaminia in direzione ovest (Roma) e a 40 km con l'innesto dell'Autostrada Bologna-Taranto (A14). Per questo motivo e per una fitta rete viaria, fra cui la SS 77 e la superstrada parallela, rappresenta uno snodo di un certo rilievo grazie al quale sono facilmente raggiungibili le località sciistiche dei monti Sibillini per il soggiorno montano e le località balneari della costa. La città ha subito molti crolli dopo le scosse del 24 agosto, del 26 e del 30 ottobre del terremoto del Centro Italia del 2016.
Da vedere
– Piazza della Libertà, in cui si affacciano il Palazzo Municipale, il Palazzo Sangallo e la Torre degli Orologi, la quale funge da campanile anche per la confinante Collegiata di San Francesco, chiesa eretta in stile romanico-gotico nel XIII sec. e ristrutturata all’interno alla fine del XIX sec. La torre si presenta con quattro quadranti: il primo in alto indica le fasi lunari, il secondo (la meridiana meccanica a quadrante) segna le ore “all'italiana”, il terzo (l'orologio astronomico) segna le ore ed i minuti, il quarto (l'orologio calendario) indica i giorni della settimana e del mese. Sotto l'ultimo quadrante, esiste una piccola meridiana solare che serviva al “moderatore” per rimettere l'orologio astronomico. L'orologio batte le ore ed i quarti. A mezzogiorno suona diversi rintocchi seguiti da una breve armonia.
– Duomo, Concattedrale di S. Catervo, dedicato al patrono della città, costruito in epoca tardo imperiale, ricostruito nel XIII sec., in stile gotico, e ristrutturato in forme neoclassiche nel 1830. L'interno della cattedrale si presenta a pianta a croce latina, con tre navate che sono la testimonianza dell'impianto della precedente grandiosa chiesa benedettina, e due cappelle ai lati opposti del transetto. Il terremoto del Centro Italia del 2016 la danneggia gravemente.
– Basilica di S. Nicola da Tolentino, eretta tra il XIII e il XIV sec., completata, con l’aggiunta del portale nel 1435, e della facciata nel XVIII sec.Il campanile invece è quattrocentesco. L’interno è a pianta rettangolare a una navata con soffitto a cassettoni. Danneggiata dal terremoto del Centro Italia del 2016, ora è coperta da un telone della Madonna.
4 – Teatro Nicola Vaccaj, nell’omonima piazza, costruito nel 1795, inaugurato il 10 settembre 1797. Il 29 luglio 2008, durante i lavori di ristrutturazione del tetto, un grave incendio distrusse gran parte dei dipinti del Fontana. Il 10 settembre 2018 Il Teatro Nicola Vaccaj è stato riaperto al pubblico, nel giorno di San Nicola e nel 221esimo anniversario dell'inaugurazione.
Camerino
Ab. 6.956, camerinesi/camerti; altezza: m. 661 s.l.m. ; provincia: Macerata, mappa Info Turista.: Corso V. Emanuele II, 21 - T. 345 8855294 ; P.S.H.: Località Caselle – T.: 0737 6391
Territorio occupato da un piccolo popolo, gli Umbri Camerti, che fondò Cameria o Camerta. Nel 309 a.C. la città si alleò con i romani. Durante il periodo imperiale ebbe pace e benessere. Sconfitti i Goti nel 552, Camerino diventò possedimento Bizantino fino al 592, poi fu il turno dei Longobardi che, arrivati dall’Umbria, nel 601 vi costituirono il marchesato a cui seguì il ducato. Già nel 1000, Camerino fu un comune fiorente ed indipendente, inizialmente ghibellino, divenne in seguito roccaforte guelfa e sede della legazione pontificia (1240), per cui nel 1259 fu distrutta dalle truppe imperiali, mentre la popolazione trovava la salvezza abbandonava la città. Attorno al 1262 i fuoriusciti rientrarono e posero a loro capo alcuni signori tra cui Gentile I da Varano. Nel 1382, a difesa del territorio di Camerino, Giovanni Da Varano, fece costruire una barriera lunga dodici chilometri costituita da torri, fossi e sbarramenti con grossi tronchi tagliati che prese il nome di "Intagliata". Nel 1502 arrivarono i Borgia che si sbarazzarono dei Da Varano ed eressero la Rocca dei Borgia a controllo del territorio. Durante questo periodo la città raggiunse una certa prosperità economica. Dal 1545 Camerino passò sotto il diretto controllo pontificio. L’occupazione napoleonica, l’invasione austriaca che ne seguì e un grave terremoto, 28 luglio 1799, sconvolsero e desolarono tutto il territorio camerinese. Successivamente, Camerino partecipò alle lotte nazionali in tutto il periodo risorgimentale e nel 1849 ebbe un governo provvisorio. Con l'annessione della città al Regno d'Italia, espressa con un plebiscito del 4 e 5 novembre 1860, non fu più capoluogo di provincia, ma riuscì a mantenere l’apertura della sua Università.
Alcune violente scosse sismiche, nel settembre 1997, con epicentro localizzato nell'Appennino umbro-marchigiano hanno creato numerosi danni anche alla città di Camerino. Abitazioni e chiese, tra cui il Duomo e Santa Maria in Via, hanno subito danni, tuttavia dopo i vari restauri diverse di esse sono tornata agibili. 19 anni dopo, a lavori di ricostruzione ormai completati, una nuova serie, ancor più violenta, di eventi sismici, noti come "terremoto del Centro Italia", ha colpito la città. La notte del 24 agosto 2016 una forte e lunga scossa ha procurato gravi danni e la chiusura per inagibilità di tutte le principali chiese; anche alcuni edifici privati, principalmente nel centro storico, poi la sera del 26 ottobre un’altra scossa, con epicentro nei pressi di Ussita, ha causato crolli e danneggiamenti a quasi tutti gli edifici del centro storico. Il crollo più notevole è stato quello del campanile di Santa Maria in Via. La mattina del 30 ottobre un’ulteriore violenta scossa con epicentro presso Norcia ha causato ulteriori crolli e devastazioni. Oggi, a distanza di più di due anni, i camerinesi attendono ancora la ricostruzione delle loro case e il ripristino della loro vita tranquilla.
San Ginesio
Ab. 3.376, ginesini; altezza: m. 680 s.l.m.; provincia: Macerata, mappa Info Turista.: Via Piave, 12 - T. 0733 656890; P.S.: Piazzale Vincenzo Gioberti, 1 – T.: 0733 654811
Territorio abitato fin dall’epoca romana, la sua fondazione sembra risalire al VI sec. La città fu soggetta alle scorrerie di Goti, Longobardi, Franchi e Normanni nella loro espansione verso la Marca Fermana. Diventò libero comune nel XIII sec., contesa dalle potenti Signorie del luogo fino a quando passò sotto il dominio della Chiesa.
Un borgo grazioso, sito sulla SS 78 che allaccia il territorio maceratese e i Monti Sibillini, il cui panorama, per la sua elevata posizione, spazia dal Conero all’Appennino, riconosciuto come “il balcone dei Sibillini”. A causa dello sciame sismico avvenuto nel 2016, in agosto e successive repliche il 26 e 30 ottobre, il paese è stato profondamente danneggiato.
Da vedere
- il paese è circondato da imponenti mura castellane, costruite intorno al XIV sec., strutture difensive dell'epoca, ancora tutte visibili, dal camminamento di ronda, alle feritoie per arcieri e ai torrioni.
- Collegiata, piazza Gentili, del 1421, chiesa romanica con una facciata gotica decorata in cotto. L’interno è a pianta basilicale a tre navate.
- Ospedale dei Pellegrini, erettz ne XIII sec., con portico ad archi a sesto, basse colonne e loggetta quattrocentesca.
- S. Agostino, via C. battisti, chiesa del 1200, ristrutturata nel XVIII sec., conservando lo stile romanico-gotico.
- S. Sebastiano, chiesa sconsacrata del XIV sec., ospita il Museo Pinacoteca che raccoglie materiale di notevole interesse storico e artistico.
Sarnano
Ab. 3.220, sarnanesi; altezza: m. 539 s.l.m.; provincia: Macerata, mappa Info Turista.: Via Piave, 12 - T. 0733 656890; P.S.: Piazzale Vincenzo Gioberti, 1 – T.: 0733 654811
Sarnano sorge ai piedi dei Monti Sibillini, è situata su un colle alla destra del torrente Tennacola, su una lingua di terra racchiusa tra quest'ultimo e il suo affluente, il Rio Terro.
Nel 2016 il terremoto, per tre volte in due mesi e la mattina di domenica 30 ottobre, ha provocato danni alla la città e al suo territorio. Gran parte delle frazioni sono state devastate. Le scuole sono rimaste inagibili, i palazzi storici sono stati fortemente lesionati, la splendida Abbazia di Piobbico parzialmente distrutta.
La zona era abitata dagli Umbri e dai Piceni, colonia romana, occupata dai Goti, Longobardi e Franchi, dopo la caduta dell’Impero Romano. A questo periodo risale la costruzione del castrum che diventerà il borgo di Sarnano. Divenne comune autonomo nel XIII sec., successivamente, passando per i conflitti tra guelfi e ghibellini, venne sottomessa dalla Chiesa e restituita ai Signori di Brunforte.
Da vedere
- Il borgo, suggestivo e ben conservato, nonostante il terremoto, ha ancora l’aspetto antico, caratterizzato da vicoli e pendii, conserva ancora diversi edifici di importanza storica, su tutti la chiesa di San Francesco di Assisi, del XIV sec., con portale romanico-gotico, attigua al palazzo comunale, culmina nella Piazza Alta, in cui si affacciano il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Popolo, oggi Teatro della Vittoria, il Palazzo del Podestà e la chiesa di Santa Maria della Piazza, risalente al XIII sec., con ricco portale gotico e torre campanaria, all'interno ospita notevoli opere d'arte.
– Il palazzo municipale, via Leopardi, è situato nel centro storico, arroccato ed edificato in pietra cotta, caratteristica peculiare del paese, ospita anche la pinacoteca comunale, la biblioteca francescana, il museo delle armi antiche e moderne. Sarnano è anche un'importante stazione termale, grazie all Fonti di San Giacomo.
Amandola
Ab. 3.569, amandolesi; altezza: m. 500 s.l.m.; provincia: Fermo, mappa Info Turista.: Piazza Risorgimento 17 - T. 0736.840731; P.S.H: Largo Plebani, 6 – T.: 0736 8491
Sorge sopra tre colli dell'alta valle del Tenna, è situata a circa 10 km dalla cima del monte Castelmanardo (1917 m s.l.m.), che appartiene alla catena dei Monti Sibillini.
La città ebbe origine nel 1248 dall'unione dei tre castelli su cui orge, Agello, Leone e Marrubbione, i quali già autonomi, si costituirono in libero comune. Nel 1265 edificò una cinta muraria perimetrale con 5 porte: di cui rimangono i resti rimaneggiati della sola Porta San Giacomo. Subì i conflitti tra le signorie, Varano, Sforza, Borgia, Malatesta, fino al XVI sec. quando, cadde sotto il dominio pontificio che ristabilì l pace con i comuni vicini.
Da vedere
- Piazza Risorgimento, nel centro storico, che mantiene la bellezza medievale delle sue vie,
- S. Agostino, o santuario del Beato Antonio, costruita in varie fasi, a partire dal XIV sec., in stile romanico-gotico, nel 1468 fu innalzato il campanile gotico con cuspide e bifore e il portale di ispirazione veneziana, venne rinnovata ed ampliata intorno al 1759 e restaurata all'inizio del '900. All’interno si presenta a navata unica con volta a botte e cupola. Conserva importanti dipinti del XV sec. – San Francesco, chiesa romanico-gotica, molto rimaneggiata con un bel portale e un campanile. Nel chiostro sono ospitati il museo antropogeografico ed il museo della civiltà contadina dotati di applicazioni interattive.
- in Piazza Alta è situato il Palazzo del Podestà del XIV sec. con la torre ricostruita parzialmente nel 1547, il Teatro Comunale La Fenice ed il Palazzo del Popolo.
Montemonaco
Comune di 568 abitanti, montemonachesi, a circa 16 Km da Amandola, in provincia di Ascoli Piceno, a 988 m s.l.m., situato su un pianoro prospicente Monte Zampa e Monte Sibilla, della catena dei Sibillini. Il territorio comunale ricade per la maggior parte all'interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
da vedere
- Torrioni delle mura del castello, in cui sorge un grande belvedere, oggi Parco Montiguarnieri, da cui si gode l’ampia e stupefacente vista panoramica dei monti Vettore e Banditello.
- Lago di Pilato, vicino al confine umbro, unico lago naturale delle Marche, unico lago di tipo alpino presenti sull’Appenino, situato tra le suggestive pareti sotto la vetta del Monte Vettore.
- Rocca, frazione di Montemonaco, a circa 6 km., conserva un vasto complesso di edifici del 500, costruiti con materiale in pietra serena e pietra tufacea.
- Vallegrascia, frazione di Montemonaco, si trova lungo l’antico sentiero dei mietitori, risale al XV sec. le costruzioni confermano l’impianto a pietra tufacea e a faccia vista, conferendo all’abitato una particolare qualità architettonica.
Montegallo
Comune sparso di 504 abitanti, montegallesi, a circa 20 Km da Amandola, in provincia di Ascoli Piceno, a 870 m s.l.m., sorge ai piedi del Monte Vettore, con sede nella frazione di Balzo, fa parte della comunità montana del Tronto, compromesso notevolmente dal terremoto del 2016. Il borgo ha subito notevoli danni e la popolazione è stata evacuata. Tuttavia gode di bellezze naturali infinite e di un patrimonio artistico interessante seppur devastato dal sisma, tra cui la Chiesa di Santa Maria in Pantano.
da vedere
- La Chiesa di Santa Maria in Lapide, invece ha resistito, eretta intorno all’VII-IX sec., integralmente ricostruita in vari momenti dal XVI al XX sec.
Ascoli Piceno
Ab. 40.723, ascolani; altezza: m. 154 s.l.m.; provincia: Asoli Piceno, mappa Info Turista.: Piazza Arringo - T. 0736 252391; P.S.H: Largo Plebani, 6 via degli Iris – T.: 0736 358111
La zona era già abitata in epoca neolitica e secondo la tradizione venne fondata da un gruppo di sabini, i quali, fondendosi con altre popolazioni locali, diedero origine ai Piceni, che fondarono Ascoli, diversi secoli prima della fondazione di Roma. Nel 286 a.C. fu conquistata dai romani poi, nel 299 a.C., loro alleata. Sotto Cesare diventò una fiorente città commerciale. Sotto la dominazione dei Longobardi, nel 578, fece parte del ducato di Spoleto e nell’VIII sec. fu annessa al dominio papale. Nel XII sec., diventò libero comune e durante il periodo medievale ebbe un fiorente sviluppo. Fu soggetta, per poco tempo, alla Signoria dei Malatesta per poi vivere pacificamente sotto il potere pontificio, fino all’unità d’Italia.
Sorge nella zona di confluenza tra il fiume Tronto e il torrente Castellano, circondato per tre lati da montagne. Il suo centro storico è unico, costruito quasi interamente in travertino e conserva numerosi torri gentilizie e campanarie, che danno ad Ascoli la denominazione di città dalle cento torri. Il centro storico è uno dei più estesi a livello nazionale e presenta innumerevoli ricchezze architettoniche e due importanti piazze, Piazza del Popolo e Piazza dell’Arringo fulcri principali della città. Tutto contribuisce a caratterizzare il centro storico, non solo le piazze, anche le strade e i vicoli, le Porte, i ponti che conservano incontaminata l’antica struttura medievale.
Da vedere
- Piazza del Popolo, cuore del centro cittadino, completamente pavimentata con travertino, definita come il salotto cittadino è circondata da porticati, palazzi rinascimentali e logge.
- Palazzo dei Capitani del Popolo, risale al XIII sec., la costruzione ha accorpato alcuni edifici già esistenti del XII sec., che furono assemblati tra loro con la realizzazione di un’unica facciata. Ha un bel cortile con portale e una torre del 1200. Al suo fianco si trova il Caffè Meletti, storico caffè della città, aperto dal 1907; la Chiesa di S. Francesco, in stile gotico eretta tra il XIII e il XVI sec., sulla facciata sono presenti tre portali in forme gotico-veneziane, l’interno è a tre navate con un’imponente abside.
- piazza Arringo, l’altro importante fulcro della città, più antica e di maggiori dimensioni rispetto a Piazza del Popolo, costruita sull’area dell’antico Foro romano, dove si affacciano
- il Battistero di San Giovanni, risale al XII sec., costruzione ottagonale sormontata da una loggia a tre arcate;
- il Duomo, Cattedrale di Santa Maria Madre di Dio e Sant’Emidio, patrono della città, eretto sui resti di un’antica costruzione romana, fu riadattata tra il V e VIII sec., con l’aggiunta della cripta nel XI sec., rimaneggiato nel XVI sec. All’interno di forma romanico-gotica si conservano notevoli opere d’arte. - Palazzo dell’Arrengo o Palazzo Comunale, che ospita la Pinacoteca Civica, vetrina di importanti capolavori d’arte.
- Sant’Angelo Magno, sorge nel centro della città, è una chiesa eretta in forma romanica nel 1292 con un campanile a cuspide e un bel portale romanico-gotico.
- S. Giacomo Apostolo, costruita in pietra di travertino, tra il XIII e il XIV sec., si trova nel centro storico, via dei Soderini, in stile romanico presenta una facciata aperta da un portale.
- Santa Maria Intervineas, nel quartiere omonimo, nel centro storico, via Bartolomei, del XII - XIII sec., in stile romanico, è aperta da uno splendido portale gotico, mentre isolato si trova il campanile.
- S. Pietro Martire, nel quartiere omonimo, nel centro storico, via delle Torri, chiesa costruita tra il XIII – XIV sec., in stile romanico-gotico. Conserva numerosi dipinti del seicento.
- S. Vittore, viale De Gasperi, nel centro, chiesa in stile romanico in travertino del XII – XIII sec., l’interno è a tre navate e conserva affreschi del 1300.
- S. Maria del Carmine, nel centro storico, alla fine di corso Mazzini, in stile barocco, del XVII sec., preceduta da una doppia scalinata con balaustra eseguita nel 1704. L’interno è ad arcata unica, conserva sei altari ed è ricca di dipinti.
- S. Giuliano, nel centro storico, via dell’Annunziata, chiesa in stile romanico, costruita in conci quadrati di travertino, all’incirca del XI sec., di modeste dimensioni.
- S. Agostino, nella piazza omonima, costruita tra il XII - XV sec. in stile romanico-gotico, l’interno è rinascimentale a tre navate.
- Palazzo Merli, in piazza S. Agostino, nel centro storico, maestoso edificio, costruito in parte nel XIX sec. in stile classico, la facciata sulla medesima piazza, e in parte nel XX sec., in stile medievalistico, secondo la moda in uso, la facciata su via delle Torri. Contigue al palazzo si elevano le due torri gemelle del XII sec., inglobate dall’edificio e intervallate tra loro da una casa medievale.
- Palazzo del Governo, piazza F. Simonetti, detto anche palazzo San Filippo, una porzione di questo maestoso edificio era adibito a convento costruito intorno al XVII sec., appartenuto alla congregazione dei frati Filippini. È stato costruito in blocchi squadrati di travertino e si compone in due porzioni, una posteriore costituita dall’ex convento e una anteriore, la facciate principale, aperta da due ingressi. Al suo interno ospita le sedi della Prefettura e dell’Amministrazione Provinciale
- palazzo Malaspina, corso Mazzini, edificio costruito nel XVI sec., presenta due portali sulla facciata con un loggiato, sostenuto da colonne, è affiancato da una torre. Nel cortile vi è una meravigliosa fontana del XVI sec.
- Auditorium Emidio Neroni, in rua del Cassero, nel centro storico, è costituito dall’assemblaggio di due chiese, restaurate e unite. I lavori furono ultimati nel 1992.
- Porta Romana o Porta Gemina, piazza Cecco d’Ascoli, costruita nel I sec. a. C., a due fornici, permetteva l’ingresso nella città dalla via Salaria, ai lati si notano tratti delle mura romane del III sec.
- Ponte romano di Solestà, nel quartiere di Port Cappuccina, alla fine di via Solestà, risale al periodo augusteo, costruito sul fiume Tronto. Ha la forma tipica delle opere romane. Al termine del piano stradale del ponte, si nota sul muro di una privata abitazione, che si affaccia sul piccolo slargo antistante,
- la fonte di Sant’Emidio, ricopre resti risalenti al XII sec. rimaneggiata notevolmente nei primi anni del XX sec., è oggi un lavatoio.
- Teatro romano, situato nella zona ovest del centro storico, via Ricci, di età repubblicana, sono ancora visibili la cavea e l’orchestra.
- Forte Malatesta, adiacente al Ponte Cecco, opera di difesa più volte ricostruita. L’attuale forma risale al 1540 su incarico del Papa Paolo III.
- Palazzetto Longobardo, via dei Soderini, risale al XII sec., tipico esempio di abitazione protoromanica, fiancheggiato dalla Torre Ercolani, dello stesso periodo.
- Tempietto di San’Emidio alle Grotte, nella zona nord della città, eretto in onore del santo patrono. Costruito tra il 1717-1721. La facciata facciata è in travertino e si dispone su due piani sovrapposti in stile dorico. Al di fuori delle mura si trova il Tempietto di Sant’Emidio Rosso, a pianta ottagonale e con finestre e basamento in travertino, sorge nel quartiere di Porta Solestà, dove secondo la tradizione agiografica il Santo fu decapitato.