Lombardia, itinerario n. 1/2019
Mantova - Parco del Mincio - Sabbioneta
Itinerario: Bassa Lombardia Parco del Mincio, in 3 tappe
Località: Mantova – Valeggio Sul Mincio - Sabbioneta
Stagione: Primavera Tempo: tre giorni Lunghezza: Km. 94.
I) Mantova –Curtatone (Le Grazie), km 8, circa h. 0,15’
II) Mantova – Valeggio Sul Mincio, km.30, circa h. 0,45’
III) Valeggio sul Mincio-Sabbioneta, km.57, circa h. 1,00’
L’itinerario, che ha inizio nella bellissima Mantova, è in discreta parte dedicato alla scoperta del “Parco del Mincio”, si tratta dunque di un itinerario monumentale/culturale/naturalistico di grande interesse, che tocca anche il territorio veneto, in particolare la provincia di Verona.
Mantova è stata la capitale dei Gonzaga, grandi mecenati d’arte, la cui “Celeste Galleria”, che oggi è dispersa in innumerevoli musei e collezioni di tutto il mondo, è stata per anni una delle massime, se non la massima, raccolta di opere d’arte per qualità e per quantità. La città mantiene tesori d’arte notevolissimi.
Facendo base a Mantova si possono fare escursioni (guidate) a piedi, ma soprattutto in barca alla scoperta del “Parco del Mincio”. A Valeggio del Mincio, situato nella parte nord del Parco, “Villa Sigurtà’” da’ compimento alla visita. Sabbioneta, “la piccola Atene", è la ciliegina dell’itinerario.
Mantova
Ab. 49.445, mantovani; altezza: m. 19; provincia: Mantova, mappa Info Turista.: Piazza Andrea Mantegna, 6 - T. 0376 432432; P.S.H.: Str. Lago Paiolo, 10 – T.: 0376 2011
Dal luglio 2008 la città d'arte lombarda, con Sabbioneta, entrambe accomunate dall'eredità lasciata loro dai Gonzaga che ne hanno fatto due tra i principali centri del Rinascimento italiano ed europeo, è stata inserita nella list dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Nel 2016, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha insignito Mantova del titolo di capitale italiana della cultura. Nel 2017 Mantova e la sua provincia fanno parte della Regione Europea della Gastronomia - Lombardia Orientale, insieme alle province di Bergamo, Brescia e Cremona. Mantova sarà anche città europea dello sport nel 2019. Mantova è l'unica città, intesa come museo urbano diffuso, presente sulla piattaforma Google Arts & Culture, con più di 1.000 opere digitalizzate, 40 mostre virtuali allestite in 8 differenti musei virtuali. Inoltre, secondo quanto riportato nel rapporto di Legambiente "Ecosistema Urbano 2017", la città si è classificata al primo posto nella classifica delle migliori città italiane per qualità dell'ambiente e della vita.
Servio sostiene che Mantova era una delle città fondate dall'antico popolo degli Umbri. Venne successivamente abitata dagli Etruschi, ai quali seguirono i Celti. I romani provvidero alla loro cacciata iniziando opere di fortificazione. Durante questo periodo ebbe i natali il poeta Virgilio (70 a.C.-19 a.C.). Nell'anno 1000 iniziò su Mantova il dominio dei Canossa: Tedaldo di Canossa prima e la contessa Matilde ampliarono le loro proprietà e provvidero all’edificazione di chiese e conventi. Dopo la morte di Matilde nel 1115, seguirono frequenti scontri con le popolazioni confinanti: veronesi, cremonesi e reggiani. Ezzelino da Romano nel 1246 conquistò la città col suo esercito ma dopo due mesi di battaglie fu sconfitto e cominciò per Mantova un'epoca di benessere. In questo periodo fu eretto il Palazzo del podestà e il Ponte dei Mulini e la città fu dotata di possenti mura. Nel 1276 iniziò l'ascesa di una delle famiglie più potenti del tempo, i Bonacolsi, che costruirono importanti palazzi merlati. Il 16 agosto 1328 venne ferito a morte l'ultimo dei Bonacolsi, Rinaldo detto "Passerino" ad opera di Luigi Gonzaga, spalleggiato dalla famiglia Della Scala di Verona, che ambiva ad impossessarsi della città. Iniziava così la plurisecolare dominazione della famiglia Gonzaga, che regnò su Mantova fino al 1707. Fu il periodo più importante di Mantova che divenne una delle città più in vista e uno dei massimi centri d'arte in Europa. Pisanello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Giulio Romano e Luca Fancelli lasciarono un'impronta indelebile nell'architettura della città. Mantova subì una guerra di successione e un saccheggio a opera dei lanzichenecchi, che nel 1630 diffusero la peste. Iniziò il lento declino di Mantova, accompagnato dal tramonto della signoria dei Gonzaga che, nel 1707, lasciò la città in mano agli austriaci. Seguì la dominazione francese e nuovamente austriaca nel 1815, quando Mantova divenne caposaldo del Quadrilatero, assieme a Peschiera, Verona e Legnago. L'ultimo dei Gonzaga-Nevers, Ferdinando Carlo riparò a Venezia nel 1701. Nel 1852 avvenne l'eccidio dei Martiri di Belfiore, che anticipò l'unità nazionale. Nel 1866 Mantova entrò a far parte dello Stato Italiano.
Da vedere
Piazza Sordello, centro nevralgico della città, cuore dell’attività politica e culturale dell’epoca rinascimentale. vi prospettano il Duomo, dedicato a S. Pietro e il Palazzo Ducale, la splendida reggia dei Gonzaga, costruita tra il XIII sec. e il XVIII sec. Sulla piazza è situato il Museo del Rinascimento, dedicato ai Martiri di Belfiore.
- Castello San Giorgio, costruzione del XIII sec. dove si trova la famosa Camera degli Sposi, affrescata da A. Mantegna, opera tra le più importanti del Rinascimento
- Palazzo del Podestà o Broletto, nella piazzetta omonima, costruito nel XIII sec., poi modificato nel XV sec. La parte posteriore del palazzo si affaccia su Piazza delle Erbe, su cui si ergono il Palazzo della Ragione del XIII sec., la Torre dell’Orologio del XV sec., la chiesa Rotonda di S. Lorenzo, eretta nell’XI sec.
Basilica di Sant'Andrea, in piazza Mantegna, costruita su progetto di Leon Battista Alberti nel XV sec., terminata dopo due successivi interventi alla fine del 1500 e 1600. Da piazza Mantegna, in direzione via Roma si giunge a piazza Martiri di Belfiore, da cui si apre via Frattini, su cui si trovano alcuni notevoli edifici tra cui il Palazzo Valenti Gonzaga e la casa della Beata Andreasi del XV sec.; seguendo via Principe Amedeo sulla destra si apre via Poma dove si erge l’imponente mole tardomanierista del Palazzo di Giustizia; dalla parte opposta si trova la casa di Giulio Romano, famoso architetto del rinascimento; sulla stessa strada, nell’ex chiesa del Carmelino, è situato il museo Tazio Nuvolari, dedicato al famoso pilota automobilistico; procedendo per via G. Verdi, poi per via F.lli Bandiera si giunge a Piazza San Francesco d’Assisi dove si erge la Chiesa di S. Francesco, costruita agli inizi del XIV sec. con una notevole facciata in forme gotiche e uno splendido portale.
In via Acerbi, prosecuzione di via Principe Amedeo, è situata la Casa del Mantegna, probabilmente progettata dallo stesso artista con un elegante cortile circolare. Sul lato opposto si trova la Chiesa di S. Sebastiano, progettata da L.B. Alberti sul finire del XV sec. la cui facciata è stata ridisegnata con poco pregio da un restauro del 1925.
Palazzo Te, sul viale omonimo, enorme villa costruita nella località di Tejeto, da cui deriva il nome, costruita nel XVI sec. da Giulio Romano per volontà di Federico II Gonzaga, con raffinate decorazioni interne. Il Palazzo ospita la Galleria Civica di Arte Moderna.
Valeggio sul Mincio
Ab. 15.308, valeggiani; altezza: m. 88; provincia: Verona, mappa Info Turista.: Piazza Carlo Alberto, 44, - T. 045 7951880; P.S.H.: Via Ospedale Marcello Magalini, 5, 37069 Villafranca di Verona VR, km.10 - tel.: 045 633 8111
La nascita dei centri urbani di Valeggio e Borghetto è attribuibile al periodo longobardo, poiché gli stessi toponimi deriverebbero rispettivamente da luogo pianeggiante e da insediamento fortificato. Tra la fine del X secolo e l'inizio dell'XI, il territorio valeggiano appartenne al Regno di Germania. La pieve di San Pietro fu eretta in quel periodo. Nel XII secolo sorse il monastero di Santa Maria sulle rive del Mincio, che diventerà precettoria dell'ordine dei Cavalieri templari. Le grandi fortificazioni medievali che caratterizzano il paesaggio valeggiano, ovvero il castello scaligero, il ponte visconteo e la linea difensiva del Serraglio furono edificati fra il XIII secolo e il XIV secolo. Nel 1405 Valeggio divenne parte della Repubblica di Venezia, perdendo nel tempo quel ruolo strategico di presidio militare di confine che aveva svolto nei secoli precedenti. Si trasformò in un fiorente centro agricolo e molitorio oltre che in un importante mercato dei bachi da seta. Durante l'epoca risorgimentale Valeggio fu al centro delle battaglie della Prima, della Seconda e della terza guerra d’indipendenza che portarono alla creazione del Regno d'Italia.
Da vedere
La visita a Valeggio è soprattutto incentrata sul “Parco Sigurtà”, Il parco-giardino Sigurtà ospita innumerevoli attrazioni naturalistiche e storiche: nei mesi di marzo e aprile si possono ammirare un milione di tulipani, che rappresentano la fioritura più importante in Italia e la più ricca del Sud Europa; il viale delle rose, che da maggio a settembre accoglie 30.000 rose rifiorenti; uno straordinario labirinto, diciotto specchi d'acqua, dove tra giugno e luglio fioriscono le piante acquatiche, e immensi prati verdi. All’interno del parco troviamo il Castelletto, voluto dal marchese Antonio Maffei, dove sono conservate le memorie storiche, letterarie e scientifiche della famiglia Sigurtà. Troviamo inoltre l'Eremo (un tempietto in stile neogotico), la Meridiana Orizzontale (che sorge sul belvedere di Giulietta e Romeo), la Grande Quercia (l'albero più antico del parco con i suoi 4 secoli d'età), il monumento in bronzo dedicato a Carlo Sigurtà, la Pietra della giovinezza, il Cimitero dei cani ecc.
Sabbioneta
Ab. 4.216, sabbionetani; altezza: m. 18; provincia: Mantova, mappa Info Turista: Via Assunta, 7 - T. 0375 52039; P.S.H.: Via Staffolo, 51, 26041 Frazione Vicomoscano, Casalmaggiore CR, km.5 - tel.: 0375 2811
È stata dichiarata nel 2008 Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Fa parte del circuito dei Borghi più belli d'Italia ed è stata insignita della Bandiera arancione del Touring Club Italiano. Il centro abitato di Sabbioneta è attraversato dal 45º parallelo.
La città fu fondata da Vespasiano Gonzaga Colonna tra il 1554/1556 e il 1591, anno della sua morte, nel luogo in cui sorgevano una rocca del nonno Ludovico e un antico insediamento. Per Vespasiano Gonzaga, Sabbioneta doveva essere soprattutto una fortezza e la potenza del suo circuito murario la rendevano sicuramente, a quei tempi, uno dei più muniti baluardi della Lombardia di dominio spagnolo. Sabbioneta fu soprattutto la capitale di un piccolo Stato posto tra i grandi stati regionali: il Ducato di Milano ad ovest, retto in quell'epoca dal governatorato spagnolo, il Ducato di Mantova ad est oltre il fiume Oglio, governato dalla linea primigenia dei Gonzaga, cugini di Vespasiano, e il Ducato di Parma e Piacenza a sud del Po, di dominio della casata Farnese, solidale e amica dello stesso Gonzaga. Il territorio del piccolo Stato di Sabbioneta era principalmente concentrato alla propaggine orientale della diocesi di Cremona e costituiva un obbligato crocevia sia per i traffici commerciali nel medio corso del Po, sia per le comunicazioni tra la bassa bresciana e l'Emilia. Il periodo più prospero nella storia della città fu negli anni della sua riedificazione, sotto il dominio del principino Vespasiano Gonzaga Colonna, di cui divenne la residenza.
Sabbioneta è un vero modello di "città ideale". I Gonzaga la costruirono secondo canoni rinascimentali. Fu Vespasiano Gonzaga a promuoverne la costruzione secondo le proporzioni e l’ideale di armonia simboleggiate nel disegno dell’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci. Sorsero così le mura, che tuttora circondano Sabbioneta con il loro perimetro esagonale e i forti baluardi, il Palazzo Ducale: una scacchiera urbanistica dove al centro si disegnava l’asse che ancora porta il nome del Duca. L’eccezione al rigore delle linee è la rientranza in corrispondenza dell’attuale piazza Castello, dovuta alla volontà di mantenere l’antica rocca medievale, demolita nel 1794.