Marche, itinerario n.2/2019
Il Conero e il vicino entroterra
Itinerario: da Ancona a Porto Recanati abbracciando il Conero, in 2 tappe.
Località: Ancona - (Numana – Sirolo – Falconara M.) – Chiaravalle – Jesi –Filottrano - Osimo – Castelfidardo – Loreto - Recanati – Porto Recanati.
Stagione: primavera, estate, autunno. Tempo: due giorni. Lunghezza: Km. 122.
I) Ancona (Numana – Sirolo – Falconara M.) – Chiaravalle – Jesi –Filottrano, Km 72, h. 1,45’
II) Filottrano – Osimo – Castelfidardo – Loreto - Recanati (Porto Recanati), km 50, h 1,30’
L’itinerario parte da Ancona insieme ai suoi dintorni, meta che, per la sua particolare posizione, avrebbe potuto essere anche l’arrivo del nostro viaggio. Ci ha convinti il Conero, il grande promontorio sulla costiera adriatica, un balcone naturale che si erge sul mare e come un maestoso faro abbraccia tutto il territorio circostante, con la sua rigogliosa ed esuberante macchia mediterranea, fatta di bacche, di lecci e di ginestre. Lo stesso parco regionale del Conero si sviluppa per lunghi tratti dentro la città di Ancona, di Sirolo, con la sua spiaggia sovrastata da nette pareti che si perdono nel mare, fino a Numana, che si estende ai piedi della ripida parete rocciosa, ricca di colori e di profumi mediterranei, e Camerano, dove si apre tutto un mondo fiabesco grazie alle sue famose Grotte, a 20 m. sottoterra. All'interno dell'area protetta del parco ricade poi, gran parte della falesia di Ancona, con il Passetto e le caratteristiche spiagge raggiungibili per ripidi sentieri, con le rupi, la pineta, le scogliere, e le valli di Pietralacroce, che dal centro abitato scendono verso il ciglio delle rupi e poi giù fino al mare. Il meraviglioso contesto naturale su cui sorge la città, dominato dal promontorio collinare, permette una vista spettacolare dalle piazze e dalle strade, spettacoli naturali inconsueti, strapiombi affacciati sulle spiagge, il sorgere e il tramontare del sole e della luna sul mare, le onde delle burrasche. Non a caso i monumenti più importanti di Ancona sono stati costruiti nei luoghi più significativi del suo promontorio: il Duomo proprio al suo vertice, l'Anfiteatro romano, l'Arco di Traiano e il Lazzaretto sulle banchine del porto, il Faro vecchio e la Cittadella sulle sommità di colline a picco sul mare e il Monumento ai Caduti nel luogo in cui la vallata centrale della città sbocca sulla costa alta. Riprendendo il viaggio, salendo verso Nord, sulla SP 76, si raggiunge la cittadina di Falconara Marittima, contigua all’abitato di Ancona, con la quale forma un unico agglomerato urbano, tanto che i quartieri costieri di Palombina Vecchia (Falconara) e Palombina nuova (Ancona) sono contigui; si estende interamente lungo la costa e si presenta con un lungo lido sabbioso, molto frequentato d'estate. Falconara si affaccia sul Golfo di Ancona, che rende il suo litorale caratteristico e pregevole. Qualche chilometro più avanti, si incrocia la medievale Rocca Priora, quindi, nella vallata, si intravedono i campi di tabacco e la storica abbazia di Chiaravalle. Risalendo la valle dell’Esino, sulla SP 76, si raggiunge la nobile Jesi, cinta da una meravigliosa cerchia muraria, con i suoi pregni filari di verdicchio; deviando sulla SP 362, dopo circa 15 Km si raggiunge Filottrano, cittadina di notevole interesse artistico per le mura del castello, le quali cingono, ancora, il paese. Dai suoi stretti vicoli si aprono suggestivi scorci sulla città. Continuando ora, attraverso una sorprendente distesa di colline, alcune coltivate e altre fiorite come giardini, dove si intravedono meravigliosi borghi turriti, si incontra Osimo, fra le valli dell’Aspio e del Musone, circondata da una cinta del 1200 e ricca di palazzi, poi l’operosa Castelfidardo, rinomata per la produzione di strumenti musicali. Procedendo sulla Statale si raggiunge Loreto e il suo grandioso santuario, quindi l’aristocratico borgo di Recanati, fiorito di giardini che fanno il capolino dalle corti dei nobili palazzi, dove le solitarie piazzette, le viuzze e gli angoli più riposti rinnovano le struggenti suggestioni dei versi del grande poeta G. Leopardi. Proprio quest’anno, la città celebra la poesia “L’infinito” realizzata dal poeta 200 anni fa, esponendo, nel Museo di Villa Colloredo Mels, il manoscritto autografo fino al 19 maggio. Ormai non restano che pochi chilometri per raggiungere il mare e Porto Recanati, ultima meta di questo itinerario, ridente e splendida cittadina marchigiana, sulla costa del mare Adriatico, pronta ad accogliere i viaggiatori con i suoi preziosi tesori artistici e i suoi speciali sapori.
Ancona
Ab. 100.924, anconetani/anconitani; altezza: m.16; provincia: Ancona, mappa Info Turista.: Banchina Nazario Sauro,50 - T. 071 2076431; P.S. H.: Via Conca71 - T.: 071 5961; Aeroporto delle Marche: via del Consorzio, Falconara Marittima – T.: 071 28271
La città sorge su un promontorio formato dalle pendici settentrionali del monte Conero o monte d'Ancona, circondata dai colli Guasco, Cardelo e Astagno. Il promontorio, a forma di gomito piegato, da cui la denominazione dorica di Ἀγκών, 'Ankón, in greco gomito, dà origine al golfo di Ancona, e protegge il porto naturale venutosi a creare nella parte più interna. Le sue origini risalgono ad epoca preistorica, colonia dorica, nel 387 a.C, passò sotto il dominio romano nel 295 a.C., nel 90 a.C., in seguito alla guerra sociale, fu istituito il municipio romano. Sotto Antonio e Ottaviano divenne una posizione di un certo rilievo e in età imperiale svolse la funzione di collegamento marittimo con l'Oriente e per questo l'imperatore Traiano ne ampliò il porto. Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente fu soggetta al dominio di Odoacre, poi a quello degli Ostrogoti (493-553). Dopo la guerra gotica passò all’Impero bizantino, resistendo all’arrivo in Italia dei Longobardi e costituendo, insieme ad altre quattro città la Pentapoli marittima, di cui fu la città più importante. Con l'istituzione del Sacro Romano Impero , VIII sec., la città fu posta a capo della Marca di Ancona. Completamente distrutta dai Saraceni nel 839, nel X sec. ricostruita, diventò libero comune per passare ai Malatesta. Seguirono periodi di conflitti e di lunga decadenza, dovuto in particolare alla scoperta dell'America, 1492, e alla caduta di Costantinopoli 1453, eventi che spostarono il centro dei commerci dal Mediterraneo all'Atlantico, fino al 1700, quando il Papa Clemente XII concesse alla città il porto franco e la arricchì restituendole l’antico splendore.
Da vedere
- La riviera del Conero, tratto di costa dell'Adriatico, alto e roccioso, che dal porto della città di Ancona giunge sino a quello di Numana
– Porto, l’unico naturale del medio-adriatico, ampliato da Traiano per migliorare i collegamenti con la Dalmazia, fortificato durante il medioevo, nel 1566 furono aggiunti i bastioni di S. Agostino e di S. Lucia, nel 1700 il Vanvitelli disegnò e portò a conclusione un ulteriore prolungamento del molo.
- Arco di Traiano, porto, eretto nel 115 si erge su 4 colonne corinzie, dedicato dalla città all’imperatore Traiano.
- Duomo, sorge alla sommità del colle Guasco, già occupata dall'Acropoli della città greco-dorica, da dove domina tutta la città di Ancona e il suo golfo, costruito tra l’XI e XII sec, è un edificio medievale di notevole importanza. Conserva uno spiccato stile romanico, nonostante diversi elementi stilistici lo compongono. Accanto alla chiesa è ospitato il Museo diocesano.
- Anfiteatro romano, p.za dell’anfiteatro, risale al I sec. situato tra i colli Guasco e dei Cappuccini, costituisce, dopo l'arco di Traiano, l'opera architettonica di epoca romana più importante della città.
- Palazzo del Senato, p.za del Senato, costruzione medievale datata intorno alla metà del XIII sec., fu l’antica sede del comune, ora sede della Sabap, Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio delle marche.
- Museo nazionale delle marche, via Ferretti, nel cinquecentesco palazzo Ferretti, accoglie reperti paleolitici e dell’età del ferro, oltre a vari materiali ellenistici, mosaici e sculture romane, gli avori e le ambre provenienti dalle necropoli di Pianello e Belmonte Piceno.
- Palazzo degli anziani, p.za B. Stracca, costruito nel 1270, è l'antica sede municipale della città, vicino si trova la Chiesa del Gesù, della seconda metà del XVII sec., con una superba facciata curvilinea del Vanvitelli del 1743.
– S. Francesco delle Scale, p. za S. Francesco, chiesa del XIII sec., la facciata si apre con uno stupefacente portale gotico, fiancheggiato da due pilastrini che sostengono un baldacchino a pinnacoli.
– Fontana del Calamo, nell’omonima piazza, la cui denominazione sembra derivare dalla parola latina Càlamus, "Canna", demolita nel 1503 venne ricostruita, in stile rinascimentale-manierista, fra il 1559 e il 1560 da maestranze recanatesi. Oggi la fontana riceve le acque dell'acquedotto cittadino, anticamente, attingeva l'acqua da una grande cisterna posta sotto il muro posto dietro, oggi, vuota e visitabile, attraverso un passaggio che si apre alla destra della fontana. Secondo un’antica tradizione, i viaggiatori che berranno l’acqua che sgorga dalla fontana avranno la fortuna di ritornare ad Ancona
- Pinacoteca civica e Museo d’arte moderna, via Pizzecolli, si trovano nel palazzo Bosdari, ristrutturato verso la metà del XVI sec.
– S. Maria della Piazza, in p. za S. Maria, chiesa romanica costruita nel XIII sec., ha una pregevole facciata ornata da un rivestimento in marmo.
– Loggia dei Mercanti, via della Loggia, ristrutturata nel XV sec. in stile gotico è ornata da 4 statue raffiguranti la Forza, la Temperanza, La Prudenza, la Carità.; nella stessa piazza è situato il Palazzo Giovannelli – Benincasa, del XV sec., che presenta una facciata aperta da due ordini di bifore gotiche.
- I quartieri ottocenteschi, esempi di urbanistica post-unitaria, sono caratterizzati da tre corsi paralleli che costituiscono il centro commerciale della città, Corso Garibaldi, Corso Mazzini e Corso Stamira. Centro di questi quartieri sono Piazza Cavour, una piazza-giardino del 1868, e Piazza Roma, vicina alla storica fontana delle tredici cannelle.
– S.S. Sacramento, p.za della Repubblica, risalente al 1500, disegnata a croce latina con campanile. Ricostruita nel 1700 ha un aspetto neoclassico.
– Palazzo del Governo, p. za del Plebiscito, complesso risalente alla metà del XIV sec. La facciata è aperta da un arco rinascimentale, denominato Amoroso dal nome del progettatore, che introduce nel cortile, parzialmente a portico, ad archi gotici con piccole finestre alla sommità. Nella Piazza, preceduta da una scalinata si erge la Chiesa di S. Domenico, al suo interno sono conservati dipinti di Tiziano e del Guercino.
– Porta Pia, antica porta monumentale di accesso alla città, via XXIX settembre, in stile tardobarocco, fu costruita alla fine del XVIII sec. in onore di Pio VI.
– Mole Vanvitelliana, posta sul porto, collegata alla terraferma da ponti, disegnata nel 1733, dal Vanvitelli a forma di pentagono per conto di Clemente XII.
– Cittadella, p. za da Sangallo, fortezza militare con pianta a cinque bracci, rafforzati da altrettanti bastioni, costruita nel XVI sec. Vicino, sulla sommità del colle Astagno ed all'interno dell'antico campo trincerato si trova il Parco della Cittadella che domina dall’alto il Porto della città
– Spiagge, sul territorio di Ancona esistono diverse spiagge la più centrale è quella del Passetto, con grandi scogli bianchi, tra i quali la Seggiola del Papa (uno dei simboli della città) e lo scoglio del Quadrato. Altre spiagge sono raggiungibili attraverso impervi sentieri che si susseguono verso Sud; tra queste va menzionata la lunga spiaggia libera di Mezzavalle. A Sud di Ancona la più nota spiaggia è Portonovo, posta sotto il Monte Conero, con tipici sassi bianchi e arrotondati, dove si trovano numerosi impianti balneari. A Nord del porto, invece, è situata la spiaggia attrezzatissima di Palombina, sabbiosa, di carattere urbano, notevolmente frequentata, con panorama sul golfo dorico.
Chiaravalle
Ab. 14.733, chiaravallesi; altezza: m. 22; provincia: Ancona, mappa Info Turista.: Via Camillo Benso Conte di Cavour, 3 Falconara Marittima - T. 071 910458; P.S. Croce Gialla: Via IV novembre, 12 Falconara Marittima – T.: 071 9160822
Era un piccolo nucleo abitato, legato strettamente all'omonima abbazia cistercense. La sua storia, veramente interessante, fino al XVIII secolo si identifica con quella dell'Abbazia di Santa Maria in Castagnola, fondata nel 1126 dai monaci cistercensi provenienti dalla Lombardia-Francia in stile romanico, si presenta già ricco di accenni al gotico. Recentemente, durante alcuni scavi nel Chiostro dell'Abazia, sono state trovate delle tracce di un insediamento della tarda età del bronzo, che anticipa di quasi due millenni l'origine della cittadina. Infatti, secondo un codice cartaceo della biblioteca sessoriana, fu la regina Teodolinda che edificò il monastero di Castagnola sulla riva del fiume Esino, all'epoca di papa Gregorio I.
Il nucleo storico della città si sviluppò intorno alle attuali vie Cavour e Castelfidardo, presso cui la regina longobarda Teodolinda concesse ai monaci benedettini la costruzione di due file di capanne con un impasto di creta e paglia seccate al sole. Ancora oggi, nel mese di agosto gli abitanti di Chiaravalle celebrano, patrocinati dal Comune, la Festa delle Capanne. In seguito l’Abbazia si trasformò in cistercense, prendendo il nome di Chiaravalle, similmente ad altre, sulla base della celebre Abbazia di Clairvaux.
I territori dell'abbazia di Chiaravalle erano circondati da tre castelli della Repubblica di Ancona: Monte San Vito, Camerata e Falconara. Seguì un periodo di conflitti con i Comuni vicini, fino al 1486, quando il papa dichiarò Chiaravalle abbazia nullius, cioè non soggetta a nessun centro urbano. Questa indipendenza, concessa per motivi essenzialmente religiosi, fu la base per la formazione del comune, per cui nel 1499 i cistercensi abbandonarono il monastero e si ritirano in Francia. Al loro posto si insediarono i francescani, che vi rimasero fino al 1564, quando Papa Pio IV richiamò i cistercensi. I monaci, di numero insufficiente per coltivare tutte le terre loro assegnate, distribuirono ai contadini, in enfiteusi, molti fondi agrari, favorendo così la nascita di un borgo attorno all'abbazia, base della futura cittadina di Chiaravalle. Nel 1759, per opera dell'Abate commendatario cardinal Neri Maria Corsini, nasce la Manifattura tabacchi, centro propulsore dell'attività industriale del territorio e vera fonte di ricchezza per i residenti. Fu in questo periodo che Chiaravalle divenne un centro in qualche modo autonomo dall'abbazia. La fabbrica di tabacchi vide il suo apogeo nel XIX secolo, quando diventò punto di riferimento economico che permise all’abitato di fiorire e giungere ai giorni nostri.
Jesi
Ab. 40.210, jesini; altezza: m. 97; provincia: Ancona, mappa Info Turista.: P.za della Repubblica - T. 0731 538420; P.S. H.: via A. Moro – T.: 0731534240
Posta lungo il corso del fiume Esino, è il centro più importante della Vallesina. Ha origini preromaniche, fu colonia romana nel 247 a.C. con il nome di Aesis. Diventò libero comune nel XI sec., contesa dai signori della zona, Malatesta, Sforza e Braccio da Montone. Nel 1194 ebbe i natali l’imperatore Federico II, circostanza a dir poco “miracolosa”, considerato che in quel periodo il comune di Jesi, schierato con i ghibellini dell’imperatore Enrico VI, padre di Federico, combatteva contro i guelfi del comune di Ancona, i quali appoggiavano il Papa. Quello di Jesi era un territorio determinante per gli esiti del conflitto e molto pericoloso per ogni viaggiatore che si apprestasse ad attraversarlo. Ebbene, proprio a Jesi, nella marca anconetana, l’imperatrice Costanza, già avanti nella gravidanza, mentre scendeva lungo il fianco orientale della penisola per raggiungere Enrico VI in Sicilia, fu costretta a fermarsi per il travaglio del parto. Il destino, nella fattispecie calcò la mano, Federico nacque il 26 dicembre, non soltanto all’indomani del Natale, ma il giorno dopo l’investitura del padre, a Palermo, a Re di Sicilia e dell’Italia meridionale. Dal momento in cui nacque, Federico diventò erede del regno di Sicilia, destinato alla porpora imperiale e dell’impero romano. Le fortune politiche della città furono legate per anni a quelle di Federico II e dei suoi figli Enzo e Manfredi con l'ottenimento di privilegi imperiali seguiti da inevitabili scomuniche ecclesiastiche. Tra la fine del XIV sec. e la prima metà del XV Jesi subì l’occupazione del vicario pontificio Filippo Simonetti, di Galeotto I Malatesta nel 1347-1351, di Braccio da Montone nel 1408, e di Francesco Sforza, di cui divenne un autentico caposaldo. Soltanto nel 1447 la Chiesa riuscì a riprendere il controllo, comprando la città. La fine del periodo signorile e la ricomposizione dell'assetto comunale donarono stabilità al governo, il quale lentamente, ma inesorabilmente avviò una grande ripresa economica, demografica e soprattutto edilizia della città. Una città di antiche e importanti tradizioni industriali che, sin dalla fine dell'Ottocento, le sono valse l'appellativo di "Milano delle Marche". A testimonianza del suo glorioso passato storico, che nel XII secolo l'ha vista anche piccola capitale della Respublica Aesina, conserva un centro storico con interessanti monumenti, ancora circondato da una cinta muraria del XV secolo pressoché intatta.
Da vedere
– Duomo, p. za Federico II, chiesa dedicata a S. Settimio, costruita tra il XIII e il XV sec., l’interno è a croce latina con una sola navata. La piazza su cui è stato eretto corrisponde all’antico Foro romano, dove secondo la tradizione sarebbe nato l’imperatore Federico II. Sempre nella stessa piazza, si trova Palazzo Balleani, magnifico esempio di barocco, e il convento di S. Foriano, costruzione del 1700, con una grande cupola, a cui si affianca la chiesa interamente decorata con affreschi dell’800. La chiesa fu sconsacrata dopo il 1860 e divenne sede della biblioteca e pinacoteca comunali, oggi è sede del teatro studio inaugurato nel maggio 2002, dedicato alla scomparsa attrice jesina Valeria Moriconi.
- S. Marco, via omonima, chiesa gotica del XIII sec., l’interno è a tre navate, dove viene conservato un affresco del XIV sec.
- Palazzo della Signoria, p. za A. Colocci, costruito verso la fine del XV sec. da G. Martini, un grande architetto dell’epoca. Ospita il Museo civico e la Pinacoteca che ospita alcune opere di Lorenzo Lotto.
– Palazzo Ricci, p.za Spontini, costruzione del XVI sec.
– Teatro Pergolesi, p.za della Repubblica, costruito nel 1700 e inaugurato nel 1798 con due opere del Cimarosa.
– S. Maria delle Grazie, p.za Pergolesi, chiesa del XV sec. con campanile del XVII sec., che ospita l’affresco della Madonna della Misericordia. Nella stessa piazza si erge la chiesa di S. Nicolò, costruita nel XIII sec. con abside romanica e portale gotico.
– Mura, circondano il nucleo medievale della città, costruite nel 300, sul tracciato delle mura romane, mantengono le sei porte e le torri.
– Chiesa di S. Marco, via omonima, sita fuori dal centro storico è una costruzione in stile gotico del 1200. Nell’interno a tre navate si conserva un affresco di rilievo di scuola riminese.
Filottrano
Ab. 9.332, filottranesi; altezza: m. 270; provincia: Ancona, mappa Info Turista.: P.za della Repubblica, Jesi - T. 0731 538420; P.S. H.: Presidio Sanitario “G. Gentiloni” – T.: 071 722791
"Filottrano" è la sintesi della formula "Mons Philiorum Optrani", Monte dei figli di Ottrano, che la leggenda vuole sia il fondatore longobardo della città. Le prime fonti certe sulla fondazione di Filottrano risalgono al 1187 per opera di Papa Gregorio VIII. Montefilottrano era solo un piccolo oppidum, che fu con i secoli ingrandito sempre più, nel corso dell'Alto prima e del Basso medioevo poi le abitazioni cittadine e le fortificazioni vengono ampliate, si notino al riguardo le mura castellane del XIV secolo circa. Più avanti venne coinvolta nello scontro tra Guelfi e Ghibellini.
Da vedere
- Monastero delle Clarisse di S. Chiara, vicolo delle Monache 1, sorse nel 1578 a ridosso del paese a 270 m, per cui le sue mura paiono proteggere la parte sud est di Filottrano, in una posizione panoramica di grande bellezza. L a comunità monastica si occupò dell'educazione delle giovani appartenenti alle famiglie benestanti dei dintorni. Nel 1940 la comunità accolse le orfane di guerra e l'orfanotrofio restò aperto fino al 1968. Attualmente è attiva solo la scuola materna.
- Chiesa di San Cristoforo, nella via omonima, appartenne ai monaci di Santa Croce di Fonte Avellana secondo l'attestato di una bolla del Papa Onorio III del 1218. La chiesa è a pianta rettangolare, con un'unica navata coperta con capriate lignee e pianelle. Molti sono gli affreschi che decorano l'interno: La facciata, in mattoncini a vista con un alto zoccolo di intonaco ocra, è caratterizzata da una scalinata d'accesso, dal portone in legno e da un piccolo rosone murato.
- San Francesco , via G. Leopardi, chiesa del XVI sec., la sua origine è da collegarsi ai conventuali che si stabilirono nel Castello di monte Filottrano sin dal XIV secolo. Il tempio ad unica navata fu rimaneggiato nel XVIII secolo secondo lo stile dell'epoca. Si conservano all'interno tele di Filippo Bellini, Pompeo Morganti e Ercole Ramazzani. Dal punto di vista architettonico la balaustra in marmo rosa del Settecento è tra le parti più interessanti dell'edificio. Mentre all'esterno si è conservato un portale del Quattrocento con le effigie dei nobili che lo commissionarono.
- Santa Maria Assunta , piazzale XI febbraio, chiesa costruita tra il XIV sec. - XVII sec. Al suo interno si possono arrivare opere pittoriche di autori italiani e stranieri. Si segnalano gli affreschi del Trecento e del tardo Quattrocento che testimoniano la viva devozione della comunità nei secoli.
- San Michele Arcangelo, vicolo Beltrami, chiesa del XVIII secolo, a pianta centrale e riccamente decorata all'interno. La facciata in mattoni presenta due ordini di lesene divise da una imponente cornice ed è caratterizzata da quattro nicchie contenenti le statue di S. Gregorio, S. Ambrogio, S. Agostino e S. Giovanni Crisostomo opera di Giuseppe Mazzanti. Al centro si trovano il grande portone ligneo e un'ampia finestra. All’interno si trovano tre altari.
- Santa Maria degli Angeli, via Rosselli, chiesa del XVIII secolo, la facciata, tutta in mattoni, presenta due ordini separati da un robusto marcapiano, a pianta rettangolare a tre navate di cui le laterali ospitano dieci cappelline, la centrale costituisce l'aula assembleare e termina nel presbiterio rialzato.
- Santa Maria di Storaco , via Storaco 1, chiesa risalente al IX sec. oggi diroccata.
Osimo
Ab. 35.071, osimani; altezza: m. 265; provincia: Ancona,mappa Info Turista.: P.za della Repubblica, Jesi - T. 0731 538420; P.S. H.: Presidio Sanitario “G. Gentiloni”, Jesi – T.: 071 722791
Auximum esisteva già quando i romani, nel 173 a.C, iniziarono la conquista delle terre dei piceni, coinvolgendo appunto, anche il territorio dell’antica Osimo. Durante la guerra greco-gotica (535-553) il suo territorio ebbe una certa rilevanza. Nel 727-728 la città fu conquistata dai Longobardi guidati dal re Liutprando, che ne fece, insieme ad Ancona, due ducati direttamente alle sue dipendenze. Nel 774 il re dei Franchi Carlo Magno, accorso in aiuto del Papa Adriano I, sconfisse i Longobardi, annettendo i territori al Regno franco, donando l'Esarcato e la Pentapoli (di cui faceva parte Osimo) al papa. In epoca comunale, dopo vari conflitti, in cui Osimo sposò la politica ghibellina, la città si riconciliò con la Chiesa nel 1368 e riebbe la sede vescovile e il titolo di città. Negli anni a seguire Osimo sopportò altre dispute tra Signori fino al 1487, quando tornò definitivamente sotto il dominio del Papa.
Da vedere
Osimo si estende su un territorio collinare. Il suo centro storico sorge su due colline affiancate, sulla più alta chiamata Gòmero, sorge il Duomo di S. Leopardo, nella piazza omonima, costruito nell’VIII sec. sui resti del Capitolium, fu ricostruito, in stile romanico-gotico, in pietra bianca, nel XIII sec., più volte rimaneggiato nel tempo. Ha una facciata cinquecentesca e un porticato romanico. Nella stessa piazza, si trova il Battistero o chiesa di S. Giovanni. L’interno presenta un pregevole soffitto in legno decorato con pitture del XVII sec.
- Cinta muraria, costruite nel 1200, sui resti delle mura romane del III sec a.C., in una nicchia delle quali è sita la Fonte Magna, denominazione attribuita al passaggio di Pompeo Magno durante la guerra civile contro Cesare.
- S. Marco, via Matteotti, conserva vari affreschi uno dei quali appartiene al Guercino del 1643.
- S. Nicolò, via Pompeiana, chiesa eretta nel XII sec. con un portale del 300 e l’interno in stile barocco. Nel convento si conservano splendidi affreschi.
- S. Giuseppe da Copertino, corso Mazzini, chiesa dedicata al patrono della città, eretta nel 1200 circa, l’interno rifatto nel 1700 è a croce latina. Conserva opere del XV e XVII sec.
- Palazzo municipale, p.za del Comune, centro cittadino, edificio del XVII sec. con adiacente la Torre Civica con merlatura guelfa del 1200. Nel cortile interno sono custodite diverse opere.
- Duomo, Cattedrale di S. Leopardo,nella piazza omonima, costruito nell’VIII sec. sui resti del Capitolium, fu ricostruito, in stile romanico-gotico nel XIII sec., più volte rimaneggiato nel tempo. Ha una facciata cinquecentesca e un porticato romanico. Nella stessa piazza, si trova il Battistero o chiesa di S. Giovanni. L’interno presenta un pregevole soffitto in legno decorato con pitture del XVII sec.
Castelfidardo
Ab. 18.601, castelfidardensi; altezza: m. 265; provincia: Ancona, mappa Info Turista.: P.za della Repubblica, Jesi - T. 0731 538420; P.S. H.: Presidio Sanitario “G. Gentiloni”, Jesi – T.: 071 722791
Territorio occupato fin dal periodo paleolitico. La prima notizia storica relativa al Castrum è in un documento, del 24 maggio 1139, in questo periodo numerosi furono i conflitti tra le comunità della Marca, legate alcune al Papato e altre all'Impero, fino al XV secolo. Tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento nascevano a Castelfidardo i primi borghi fuori le mura: il borgo del sole e quello delle “casine”. Nel corso del Settecento il centro urbano subiva numerose trasformazioni con la ristrutturazione del palazzo comunale, la ricostruzione del convento di San Francesco e di quello di San Benedetto e l'edificazione della chiesa Collegiata.
Da vedere
- Piazza della Repubblica, centro della città, dove si affacciano il palazzo comunale e la chiesa collegiata di Santo Stefano. Oggi il Palazzo comunale ospita anche il museo internazionale della fisarmonica. Castelfidardo, infatti, è riconosciuta come patria della fisarmonica. Un artigiano locale, Paolo Soprani, elaborò nell'Ottocento il prototipo dello strumento e fondò una delle prime industrie italiane produttrici. La collezione è composta da circa 150 esemplari.
- Piazzale Don Minzoni, comunemente chiamata Porta Marina, il balcone della città che si affaccia sul mare Adriatico
- Monumento nazionale delle Marche, costruito per festeggiare il cinquantenario della battaglia di Castelfidardo (18 settembre 1860) che permise l'annessione delle Marche e dell'Umbria al Regno d'Italia. Venne inaugurato il 18 settembre 1912.
Loreto
Ab. 12.802, loretani/lauretani; altezza: m. 127; provincia: Ancona, mappa Info Turista.: via Solari, 3 - T. 071 970276; P.S. H.: via S. Francesco d’Assisi, 1 – T.: 071 75091
La città si è sviluppata intorno alla nota Basilica che ospita la celebre reliquia della "Santa Casa" di Nazareth dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque e visse e dove ricevette l'annuncio della nascita miracolosa di Gesù. Nel maggio del 1291, Nazareth e tutta la Palestina erano dominio dei Turchi selgiuchidi. Secondo la tradizione alcuni angeli prelevarono la Santa Casa e la portarono via in volo. Il 10 maggio 1291 gli angeli lasciarono la casa a Tersatto, nei pressi della città di Fiume. Dopo diversi tentativi di tenere la casa al sicuro, gli angeli la posarono, alla fine del 1296, al centro della strada che da Recanati scende al mare, in un luogo pubblico. Il luogo prescelto, sulla cima di una collina coperta di lauri, dal latino laurus, si chiamò Lauretum, quindi Loreto. Tale viaggio della casa di Nazaret verso Loreto è chiamato "traslazione della Santa Casa", così viene rappresentato nelle opere artistiche giunte a noi. Oggi il santuario è meta turistica, per l’importante valore artistico del complesso e di pellegrinaggio religiorso, in specie durante le principali feste mariane.
Da vedere
- Basilica della santa casa, costruzione iniziata nel 1468, terminata verso il XVII secolo e completata dal campanile ad opera di Luigi Vanvitelli nel 1755. Vi lavorarono i migliori architetti del tempo.
- Palazzo Apostolico, ai lati nord ed est della piazza della Madonna si trova il complesso del grandioso palazzo Apostolico.
- Fontana Maggiore, opera barocca di Carlo Maderno e dello zio Giovanni Fontana, si erge al centro della piazza. Realizzata fra il 1604 e il 1614, la fontana è ornata da alcune sculture in bronzo, realizzate nel 1622.
- Mura, la città è circondata da una cinta muraria eretta a partire già dal XIV secolo come difesa, soprattutto dalle incursioni turche nell'Adriatico.
Recanati
Ab. 21.186, recanatesi; altezza: m. 293; provincia: Macerata, mappa Info Turista.: Via G. Leopardi, 1 - T. 071 981471; P.S. H.: Piazzale A. Da Recanati, 2 – T.: 071 75831
Il suo territorio era abitato già in epoca preistorica dalla popolazione dei Piceni, in epoca romana fu fondata lungo la valle del fiume Potenza, allora navigabile, la città di Helvia Recina, chiamata anche Ricina. È appunto, a questa città che Recanati deve la sua origine, dal momento che nel 406, a causa dell’invasione dei Goti, la popolazione cercò rifugio e salvezza. Recanati poi si andò sviluppando dalla riunione di alcuni piccole realtà abitative tra loro vicine, il castello di Monte Morello, il castello di San Vito o Borgo di Muzio, il castello di Monte Volpino e il borgo di Castelnuovo. Appoggiò prima la chiesa, poi passò con i ghibellini dell’imperatore Federico II, giusto il tempo per creare il proprio porto, oggi Porto Recanati, grazie alle concessioni imperiali. Quindi tornò dalla parte del papato e restò legata ai destini del potere della Chiesa.
La città è legata ai natali di Giacomo Leopardi, divenuta famosa per i luoghi leopardiani che le appartengono:
- Palazzo Comunale, in p.za Leopardi, costruito alla fine dell'Ottocento in occasione del I centenario della nascita di Giacomo Leopardi è situato nella piazza che prende il suo nome. All'interno del Comune anche il Museo dedicato a Beniamino Gigli, in cui sono conservati abiti di scena, documenti e dischi del grande tenore. Il vicino Palazzo Leopardi venne ristrutturato nelle forme attuali, nel XVII sec. vi ospita l’imponente biblioteca che custodisce oltre 20.000 volumi, raccolti dal padre del poeta, Monaldo.
- Piazzetta del Sabato del villaggio, sulla quale si affaccia palazzo Leopardi. lì vi si trova la casa di Silvia e la chiesa di Santa Maria in Montemorello (XVI secolo), nel cui fonte battesimale fu battezzato Giacomo Leopardi nel 1798
- Colle dell’Infinito, cima del monte Tabor da cui si gode un panorama vastissimo verso le montagne, che ispirò l'omonima poesia. All'interno del parco è stato organizzato il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura, sede di convegni, seminari, conferenze e manifestazioni culturali.
Da vedere
- S. Agostino, via Calcagni, chiesa costruita verso la fine del XIII sec., La chiesa, con il relativo chiostro, fu costruita assieme al convento degli Eremitani di San'Agostino nel 1270 e rifatta un secolo dopo assieme alla cattedrale. Il portale in pietra d'Istria (1485) è di Giuliano da Maiano, mentre l'interno fu rifatto alla fine del XVII sec. La pianta della chiesa è a croce latina, e a navata unica. Dal cortile del chiostro di Sant'Agostino è visibile la torre, resa celebre dalla poesia "Il passero solitario".
- S. Maria di Montemorello, attigua a palazzo leopardi, la chiesa esisteva già nel XIII secolo, ma venne quasi completamente ricostruita nel Cinquecento, in stile rinascimentale, per volontà di Pier Niccolò e Orazio Leopardi, che desideravano una cappella di famiglia, dove, appunto, il 30 giugno 1798 fu battezzato il piccolo Giacomo Leopardi.
- Duomo, intitolato a S. Flaviano, eretto sulle mura di una primitiva cattedrale, intorno all’XI sec., ristrutturata nel XVI e XVIII sec. L’interno è a pianta basilicale e a tre navate con archi ribassati e belle finestre in stile rococò. Ad esso è annesso il Palazzo Vescovile e le ex-Carceri. All'interno della cattedrale vi è il sarcofago di papa Gregorio XII ivi sepolto e il Museo Diocesano.
- Torre del borgo, p.za Leopardi, costruita nella seconda metà del XII sec., coronata da merlature ghibelline, rappresenta il simbolo dell’unione in un unico comune degli antichi castelli di Monte Morello, Monte Volpino e Monte Muzio. All’interno è ospitato il Murec, il Museo di Recanati
- S. Vito, via Roma, costruzione medievale effettuata su un'antica chiesa romanico-bizantina dell'XI secolo, poi trasformata nelle forme attuali nella metà del Seicento. Custodisce importanti dipinti del XVI sec.