Firenze

(In Lavorazione)

 

Ab. 363.822; fiorentini; altezza: m. 50 s.l.m.; provincia: Città metropolitana di Firenze - mappa - Info Turista: https://www.feelflorence.it; Infopoint Stazione, piazza Stazione, 4 - T.: 055 000; Infopoint Cavour, via Cavour 1R - T.: 055 290832/290833; Infopoint Aeroporto A. V., via del Termine, 11 - T.: 055  315874; Infopoint Borgo Santa Croce, via Borgo Santa Croce 29r - T.: 055 2691207;  P.S. H.: H. Careggi, viale G. Pieraccini - T. 055 794111/ H. S. M. Nuova, piazza S. M. Nuova, 1 - T.: 055 693111/ H. S. Giovanni di Dio, via Torregalli, 3 T.: 055 69321; Aeroporto Internazionale di Firenze - Peretola, Amerigo Vespucci, via del Termine 11 - T.: 055 30615         

Il primo insediamento urbano risale al IX sec. a. C., a opera degli etruschi del periodo villanoviano. Chiamata Florentia, dopo la vittoria dell’esercito romano, nella guerra sociale contro la lega costituita da numerosi popoli italici, 99 - 88 a.C., nel suo territorio fu insediata una colonia di veterani dell’esercito. Circondata da mura, la città diventò una fortezza che ben presto si ingrandì. Nel medioevo, Firenze fu dominio dei bizantini, poi dei longobardi, diventando nel 576 capoluogo della vasta area circostante. Intorno all’XI sec. la città si ingrandì ulteriormente, schierandosi con il Papa e Matilde di Toscana. Nel 1125 diventò libero comune con ampia autonomia amministrativa che portò la città guelfa a scontrarsi con la fazione dei cittadini schierati con i ghibellini, appoggiata dall’imperatore. Nel 1260, a Montaperti la sconfitta di Firenze contro Siena, portò temporaneamente al potere i ghibellini. Circa sei anni dopo, nel 1266, a Benevento, la sconfitta di Manfredi, figlio del defunto imperatore Federico II, per mano degli angioini guidati da Carlo d’Angiò, paladino del pontefice, determinò il trionfo dei guelfi. A Firenze, negli anni successivi i guelfi si divisero in due fazioni: i Bianchi, formati dai rappresentanti delle arti mediane; e i Neri, dal popolo grasso e dagli aristocratici. Tale divisione, provocò numerose discordie tra le due fazioni ed ebbe importanti conseguenze sul destino della città: tra prese di posizioni del Papa a vantaggio dei Neri; le sconfitte contro le potenti città vicine di Pisa e Lucca; poi  la signoria di Carlo duca di Calabria, quindi di Gualtiero di Brienne, cacciato dal popolo nel 1341; il tumulto dei Ciompi, nel 1378; fino all’elezione del banchiere Cosimo dei Medici, rappresentante del “popolo grasso”, primo protagonista della dinastia borghese, che avviò la florida età chiamata Rinascimento. Nel 1494, dopo la cacciata di Piero dei Medici, figlio del “Magnifico” Lorenzo, venne restaurata la Repubblica e i francesi di Carlo VIII, che intanto si erano insediati nel territorio, dovettero lasciare la città.  La partenza dei francesi permise ai Medici di tornare al potere che detennero fino al 1737, mentre Firenze, nel 1530 diventava capitale del Granducato. A Gian Gastone, l’ultimo dei Medici, successe la famiglia degli Asburgo Lorena, il cui dominio fu interrotto dalla conquista napoleonica che rese Firenze capitale dell’Etruria. Nel 1860 la Toscana fu annessa al Regno d’Italia e Firenze proclamata, nel 1861, sua nuova capitale.   

Firenze sorge sulle sponde dell’Arno, circondata da una pianura ornata da splendide colline, ricche di vigneti e oliveti abilmente disegnati e punteggiate da splendide ville signorili. Città faro di civiltà e meta turistica internazionale, luogo privilegiato di incontro per giovani europei e nordamericani nel corso del loro tour d’iniziazione. Vie, piazze, strade, edifici, chiese, sembrano dei quadri tridimensionali in cui architetti, ingegneri, artisti e soprattutto avveduti politici, hanno saputo realizzare una città unica al mondo. “Se sai dove guardare Firenze è il paradiso”, Dan Brown “Inferno”, un immenso spazio dove perdersi e restare incantati, complici bellezze naturali e artistiche che armoniosamente si incontrano. Crocevia importante della storia italiana ed europea, grazie alla sua potenza finanziaria e mercantile che durante tutto il Rinascimento e oltre ha contraddistinto la città. Il centro storico di Firenze fin dal 1982 è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità Unesco. “Città dell’arte” il cui immenso centro storico e religioso si distribuisce all’interno dei viali che seguono il disegno delle antiche mura del XIV sec., comprendendo il patrimonio artistico e architettonico per cui è riconosciuta in tutto il mondo, un vero e proprio museo diffuso. Una nota va dedicata al fiume Arno, il cui corso divide a metà la città, occupando un posto importante nel cuore dei fiorentini; un rapporto di odio - amore che accompagna da sempre la storia cittadina.  

Da vedere

Per il suo straordinario patrimonio artistico, per la grandezza del territorio su cui è distribuito nella città metropolitana, abbiamo individuato, per i viaggiatori, quattro percorsi virtuali distinti, da seguire, considerata la rispettiva lunghezza, in tappe separate, intorno al centro storico e non solo, attraverso strade e piazze, edifici rinascimentali, tesori artistici e bellezze naturalistiche unici al mondo: 

Percorso I, circa 6,0 km, h. 1,30’: da Piazza della Stazione, per via Faenza, dove si può ammirare il Cenacolo di Foligno (9), nell’ex convento di S. Onofrio, alla Fortezza da Basso, a via XXVII Aprile, dove è situato il Cenacolo di S. Apollonia (9), al Museo Stibbert (9), fino all’Orto Botanico (9), in via P.A. Micheli. Poi, prendendo per via Cavour troviamo: Palazzo Medici - Riccardi (3), il Chiostro dello Scalzo (9), incluso nel complesso della Confraternita di S. Giovanni Battista. Più avanti, in Piazza S. Marco (9), l’omonima chiesa monumentale e, poco più avanti, in via Ricasoli, la Galleria dell’Accademia (9). Infine, da via De’ Martelli, con la chiesa di S. Giovanni degli Scolopi, a piazza S. Lorenzo, (3), sede del mercato, dove si alzano: il monumento a Giovanni dalle Bande Nere e la grandiosa chiesa di S. Lorenzo e la vicina piazza Madonna degli Aldobrandini (3), sito delle Cappelle Medicee.

Piazza della Stazione, l’ampio spazio è in parte occupato dal lato posteriore della chiesa di Santa Maria Novella, da cui si alza l’esemplare campanile del XV sec., mentre dall’altra parte si erge la Stazione Centrale delle FF. SS. di Firenze, opera razionalista e moderna che risale al 1935.

Cenacolo di Foligno, in via Faenza, situato nell’ex convento di S. Onofrio. Nel refettorio rifulge questa splendida opera raffigurante “L‘Ultima Cena”, attribuita al Perugino, della fine del XV sec.

Fortezza da Basso, in viale F. Strozzi, complesso a bugnato a punta di diamante, voluto da Alessandro dei medici della metà del XVI sec., circondata da alte mura a scarpa con bastioni intorno alla pianta pentagonale, dove si riconoscono il fossato difensivo, gli ampi viali e i giardini.

Cenacolo di S. Apollonia, in via XXVI Aprile, refettorio rinascimentale costruito per le monache benedettine di S. Apollonia. La visione dell’Ultima Cena, capolavoro di Andrea del Castagno, della metà del XV sec., è diventata visibile, con le altre pregevoli opere conservate nel cenacolo, soltanto nel XIX sec. quando fu soppresso il convento. Suggestivo è il Chiostro del XV sec., il cui accesso è sulla via S. Gallo.

Museo Stibbert, nella via omonima, il palazzo prende il nome dal fondatore inglese che Federico Stibbert, il quale riuscì a collezionare e conservare, nelle 60 sale in cui è costituito, una ingente quantità di oggetti e reperti antichi, tra cui mobili preziosi, quadri di diverse epoche, porcellane, maioliche, abiti del XVIII sec. e soprattutto la collezione di armi e armature dal XV al XVII sec.

Orto Botanico, in via P.A. Micheli, creato da Cosimo I nel XVI sec.: Costituito da un’area di 2 ettari, comprende svariate tipologie di piante; è denominato il “giardino dei Semplici”.  

Istituto Botanico, in via Lamarmora, oltre alla scuola e alla biblioteca è un vero e proprio Museo che comprende con erbari e numerosissime raccolte botaniche, con l’erbario orientale. Nello medesimo palazzo ha sede il Museo di Geologia e Paleontologia, tra i più ricchi d’Italia per il numero di reperti fossili conservati. Adiacente, si trova il Museo di Mineralogia e Litologia, fondato dalla famiglia Medici, si distribuisce in 5 sezioni e conserva migliaia di campioni.

Palazzo Medici - Riccardi, in via Cavour, costruzione rinascimentale della metà del XV sec. abbellito da splendide bifore centinate. Il palazzo fu abitato da Cosimo I e Lorenzo de’ Medici, successivamente dai marchesi Riccardi. La Galleria del palazzo è decorata di affreschi di Luca Giordano. Nella stessa via è posto il Chiostro dello Scalzo, risalente ai primi anni del sec. XVI sec., il quale conserva 16 pregevoli affreschi restaurati di Andrea del Sarto e del Franciabigio. Adiacente è situato il Casino di S. Marco, costruzione del XVI sec. per volontà di Francesco I. Nel giardino è posta una fontana con la statua di Diana della scuola del Gianbologna.

Chiesa di S. Marco, nella piazza omonima, eretta intorno alla fine del XIII sec. con l’attiguo convento, ristrutturati nel XV sec. La facciata attuale, in forme cinquecentesche, risale alla fine del XVIII sec., mentre l’interno fu ristrutturato dal Giambologna alla fine del XVI sec. L’interno, a una navata, è riccamente decorato. L’altare conserva le spoglie di S. Antonino. Al lato destro della chiesa si staglia il convento, sede del Museo di S. Marco, in cui si entra dal magnifico Chiostro di S. Antonino del Michelozzo, procedendo sulla destra è situato l’Ospizio dei Pellegrini in cui è custodito lo splendido tabernacolo dei Linaiuoli, realizzato dall’Angelico nel 1433. Dal Refettorio, magnificamente affrescato da opere dell’Angelico e di Paolo Uccello, si raggiunge il Refettorio Grande, che custodisce opere del XVI – XVIII sec. Nel Refettorio Piccolo, altri affreschi del Ghirlandaio e del Beato Angelico. Da qui si apre la parte del convento dedicata alle celle dei monaci, ognuna ornata con un affresco dell’Angelico. In fondo è situato il Quartiere del Priore dove risiedette il Savonarola. Infine, è possibile visitare la Biblioteca costruita dal Michelozzo che spone alcuni notevoli codici miniati.               

Galleria dell’Accademia, in via Ricasoli, nella sede dell’ex ospedale di S. Matteo, il Granduca Pietro Leopoldo, nel 1784, fece riunire tutte le scuole di disegno fiorentine risalenti alla Compagnia di S. Luca. Nel palazzo sono custoditi tesori inestimabili di pittura e sculture dei maggiori artisti italiani del XV – XVI sec.

Chiesa di S. Giovanni degli Scolopi, in via De’ Martelli, antico complesso architettonico riedificato intorno alla fine del XVI sec.  

Chiesa di S. Lorenzo, nella piazza omonima, costruzione del IV sec., intorno all’XI sec. assunse forme romaniche. La forma attuale è dovuta al Brunelleschi che la ricostruì intorno alla metà del XV sec. L’interno, a tre navate, si distribuisce sobrio e armonioso attraverso una navata centrale e due laterali su cui si aprono le gentili arcate delle cappelle. Due meravigliosi pulpiti di bronzo di Donatello sono posti alla fine della navata centrale. La Sagrestia Vecchia è opera del Brunelleschi e rappresenta un vero e proprio gioiello artistico. Al chiostro si accede appena si entra nella navata di sinistra, poi attraverso la scala si arriva alla Biblioteca Laurenziana, fondata da Cosimo il Vecchio e organizzata nel complesso costruito da Michelangelo nel XVI sec.; custodisce pregiati codici miniati di antica fattura. Fanno parte di questo maestoso complesso “laurentiano” le Cappelle Medicee, in piazza Madonna degli Aldobrandini, le quali furono il sepolcro della famiglia medicea. Si trovano la cripta del Buontalenti, le tombe di Cosimo il Vecchio, di Donatello e dei Lorena, e la Cappella dei Principi, riccamente decorata e raro esempio di arte barocca fiorentina. Nelle cappelle dietro all’altare si può ammirare il Museo dell’Opera Medicea Laurentiana, da cui si accede alla Sagrestia Nuova dove sono posti due notevoli sepolcri medicei opera di Michelangelo: quello di Lorenzo, duca di Urbino e quello di Giuliano, duca di Nemours; a lato, un semplice sarcofago raccoglie le spoglie di Lorenzo il Magnifico e di Giuliano, dove è posta, nella parte superiore da una Madonna col Bambino in marmo, opera del Michelangelo.           

Percorso II, circa 4,00 km, h. 00,58’: da piazza Santa Maria Novella (3) dove si alza l’omonima immensa Basilica, a piazza S. Giovanni, dove si stagliano: la Loggia del Bigallo (2), il Battistero (2), il Duomo (2) e il campanile di Giotto (2). Da piazza Duomo attraverso via De’ Calzaiuoli, prendendo per via degli Speziali si arriva a piazza della Repubblica, poi, per le vie Calimala e Orsanmichele, si arriva al Palazzo dell’Arte della Lana (2), alla chiesa Orsanmichele (2) e più avanti, per via dei Lamberti, alla chiesa di S. Carlo dei Lombardi (2). Ritornando per un tratto su via De’ Calzaiuoli si raggiunge Piazza della Signoria (1) e la Galleria degli Uffizi (1). Prendendo per via Por Santa Maria, si vede la Loggia del Mercato Nuovo (1), a seguire, per un breve tratto, nella traversa con via di Capaccio, si alza il Palagio di Parte Guelfa (1), poco più avanti, in piazza Santo Stefano, si trova la Cattedrale omonima (1), poco più avanti, verso il Lungarno si arriva a Ponte Vecchio (1). Restando sulla riva destra dell’Arno, senza attraversare il Ponte, per il momento, si raggiunge piazza del Limbo, dove si trova la Chiesa dei Santi Apostoli (5), poi Piazza di Santa Trinità (5), il Museo di palazzo Davanzati (5), in via Porta Rossa; quindi, palazzo Corsini su Lungarno Corsini, Palazzo Rucellai (5), in via Vigna Nuova, Palazzo degli Strozzi (5), in via de’ Tornabuoni,; infine, piazza degli Antinori (5), piazza Ognissanti (5), fino al parco delle Cascine.

Chiesa di Santa Maria Novella, nella vasta e armoniosa piazza omonima, su cui si alzano due imponenti obelischi di marmo, che servivano a delimitare il percorso dei cocchi durante il Palio voluto da Cosimo I nel 1563. Di fronte la chiesa si erge la preziosa Loggia di S. Paolo della fine del XV sec., con le sue arcate e le notevoli decorazioni risalenti alla scuola di Luca della Robbia, ritratto in uno dei medaglioni dal nipote Andrea. I lavori di costruzione della chiesa, su una precedente più antica, risalgono alla metà del XIII sec., e furono completati insieme al campanile, un secolo più tardi. Si tratta di uno dei maggiori esempi del gotico italiano giunti fino a noi. La facciata in marmo è divisa verso il basso da piccole arcate che incorniciano il magnifico portale di Leon Battista Alberti. Sul lato destro insiste il recinto del cimitero delle famiglie maggiorenti della città. L’interno ampio si divide in tre navate, delimitate da pilastri. Numerose sono le cappelle laterali, che custodiscono importanti e famose opere d’arte, come gli affreschi del Ghirlandaio o le decorazioni di Filippino Lippi, le sculture di Giovanni della Robbia, i meravigliosi affreschi della Trinità della Morte di Masaccio. All’esterno della chiesa, sulla sinistra si trova l’accesso ai chiostri di Santa Maria Novella, pregevole complesso in stile gotico, costituito: dal chiostro Verde, che custodisce i famosi affreschi di Paolo Uccello, realizzati in terra verde, da cui derivò il nome; a lato è situato il Cappellone degli Spagnoli di Jacopo Talenti, impreziosito dagli stupendi affreschi di Andrea da Firenze del XIV sec., dedicati all’ordine domenicano; annesso a quest’ultimo, il chiostro dei Morti con altrettanti affreschi del ‘300.  Nell’ampia piazza è situato il Museo Novecento, allestito nell’antica sede dello Spedale delle Leopoldine, in cui sono custodite numerose collezioni d’arte riguardanti l’arte italiana del XX sec.     

Battistero (2), in piazza S. Giovanni, costruzione del IV – V sec. su una più antica di origine romana, fu ricostruito intorno all’XI – XIII sec. Antica chiesa di Firenze, dove ricevette il battesimo Dante, che lo definì “il mio bel S. Giovanni”. Ha forma ottagonale, sormontato da una struttura piramidale; è decorato da marmi di colore verde e bianco con pilastrini e fasce orizzontali, le quali sostengono tre arcate per lato, che ornano le finestre.  Stupende le tre porte in bronzo: la porta a sud, verso la Loggia del Bigallo, è la più antica e risale al XIV sec. opera di Andrea Pisano, che raffigurò episodi della Vita del Battista; la porta a nord, davanti alla colonna di S. Zanobi del XIV sec., eseguita intorno alla prima metà del XV sec. da Lorenzo Ghiberti che produsse le Storie del Nuovo Testamento; la porta a est, che prospetta verso il Duomo, è la più famosa opera di Lorenzo Ghiberti, eseguita successivamente alla precedente, intorno al 1425 – 1452, decorata con pannelli che narrano episodi del Vecchio Testamento. L’interno splende di marmi e in alto si apre a un loggiato; mentre il pavimento è intarsiato, la cupola è decorata da meravigliosi mosaici del XIII sec. che riproducono i temi di Gesù, di Giuseppe, della Genesi; in fondo all’abside si staglia un imponente Cristo di Coppo di Marcovaldo. Sul lato destro dell’abside si trova il sepolcro dell’antipapa Giovanni XXIII di Donatello e Michelozzo.       

Duomo (2), costruito sulle mura della cattedrale di S. Reparata, sul finire del XIII sec. da Arnolfo di Cambio; dopo la sua morte fu l’opera fu proseguita da Giotto, dal Talenti e da F. Ghini. Tra il 1420 – 1436 il Brunelleschi realizzò l’ardita e magnifica cupola, simbolo della città; nel 1461 fu terminata la lanterna. La facciata fu ricostruita sul finire del XIX sec. L’intero complesso è caratterizzato sui fianchi da decorazioni policrome marmoree e rappresenta uno dei maggiori esempi del Gotico italiano. Sul lato destro, nella parte più antica, si accede alla Porta del Campanile e la Porta del Caronici; quindi, segue la complessa struttura delle absidi poligonali che il tamburo a finestre circolari da cui partono le nervature della cupola. Più avanti si passa per la Porta della Mandorla, in cui si evidenzia lo scorrere del tempo e il passaggio dallo stile gotico a quello rinascimentale segnato dal tocco di Donatello, nei “Due Profeti” e quello di Nanni di Banco nella “Madonna”, racchiusa in una mandorla e circondata dagli angeli. Nella lunetta trionfa “l’Annunciazione” del Ghirlandaio. Poi si arriva alla Porta della Balla, con l’interno diviso in tre parti da pregiati archi gotici e illuminato attraverso splendide vetrate, il suo interno è decorato da preziose opere d’arte. Presso la cappella, vicino all’abside si accede alla Sagrestia Vecchia, sovrastata da una lunetta con una “Ascensione “di terracotta di Luca della Robbia e altri importanti dipinti dell’epoca. A sinistra a metà della tribuna si accede alla Sagrestia Nuova o delle Messe, dove si rifugiò Lorenzo il Magnifico per sfuggire alla congiura de’ Pazzi, in cui invece, trovò la morte il fratello Giuliano; La lunetta sopra la porta bronzea contiene una preziosa “Resurrezione” in terracotta di Luca della Robbia. Nel punto dove parte la navata di sinistra c’è l’ingresso alla cupola da cui si può raggiungere la lanterna, con suggestiva vista sulla città. Scendendo la scala, presso la seconda arcata della navata destra, si arriva alla cripta di S. Reparata dove si trovano i resti dell’antica cattedrale e altri reperti romani e paleocristiani, insieme alla tomba del Brunelleschi. Sul lato nord est della piazza del Duomo è situato il Museo dell’Opera del Duomo che conserva e raccoglie le opere d’arte provenienti dal Duomo, dal Battistero e dal Campanile di Giotto, impreziosito, altresì, da notevoli e preziose statue di epoca gotica e rinascimentale.    

Campanile di Giotto (2), anche se le sue fondamenta risalgono all’inizio dei cantieri della nuova cattedrale, intorno al 1296, la sua costruzione ebbe inizio nel 1334, quando Giotto subentrò alla gestione dell’impresa, alla morte di Arnolfo di Cambio. Giotto, morì nel 1337, quando era stato realizzato soltanto l’ordine inferiore del Campanile, la cui costruzione fu portata a termine, sui suoi progetti, da Andrea Pisano e Francesco Talenti, senza la cuspide, la quale non fu mai realizzata. Il complesso è spettacolare, grazie al prezioso e armonioso rivestimento fatto di marmi bianchi, verdi e rossi. La base, a forma rettangolare, è ornata per una parte da bassorilievi che raffigurano Arti e Opere umane e per l’altra da figure allegoriche. Al di sopra, dentro pregevoli nicchie, sono poste statue di Profeti e Sibille. Il Campanile, alto circa 84 m, si alza ancora con due piani di bifore e un terzo accoglie un’ardita trifora, da cui sporge la balaustra. Infine, una scala di ben 398 gradini, che parte dalla prima rampa di accesso di altri 15 scalini, porta alla cima, dove si gode lo spettacolare panorama fiorentino.      

Palazzo dell’Arte della Lana (2), nella via omonima, dell’inizio del XIV sec. costituito da una casa a forma di torre e da un’altra costruzione più piccola e comprende al lato il Tabernacolo di S. Maria della Tromba. Dal palazzo si accede ai due splendidi saloni di Orsanmichele, oggi sede di mostre d’arte.

Chiesa Orsanmichele (2), in via de’ Calzaiuoli, un cavalcavia unisce il Palazzo dell’Arte della Lana alla chiesa, la quale deve la sua origine all’incendio dell’antico mercato granario, avvenuto nel XIV sec., poi ricostruito e trasformato a chiesa delle Arti, le antiche corporazioni fiorentine. I piani superiori ospitano il Museo che custodisce gli originali delle sculture esposte nelle sue nicchie esterne. La costruzione si caratterizza per le grandi trifore gotiche decorate da delicati trafori e piccole statue. Ai piani superiori si aprono grandi bifore di marmo con decorazioni che richiamano gli stemmi delle Arti e quello della Repubblica fiorentina. Tra le trifore, i pilastri ospitano le nicchie con i santi patroni delle corporazioni dei mestieri. Sopra ogni tabernacolo, in alto, dei medaglioni raffigurano l’arte a cui il tabernacolo si riferisce.  L’interno, a cui si accede da uno dei portali aperto su via Dell’Arte e della Lana, si presenta a due navate con due pilastri al centro, che reggono le sei volte a crociera a tutto sesto, su cui fu realizzato, 1398 – 1399, il ciclo pittorico delle volte che raffigura personaggi dell’Antico e Nuovo Testamento. Pareti e pilastri sono decorati riccamente. Le vetrate sulle lunette delle trifore compongono un ciclo con le Storie e i Miracoli della Vergine e dell’immagine della Madonna di Ornanmichele. Sull’altro portale, quello a sinistra, sono intarsiati, ai quattro spigoli esterni, in basso, motivi che richiamano le quattro stagioni, opera di Niccolò di Pietro Lamberti del 1410. In fondo alla navata di sinistra è posto il gruppo marmoreo di Sant’Anna di Francesco Sangallo, 1526; sul lato destro si trova alza il magnifico tabernacolo realizzato da Andrea di Cione, chiamato l’Orcagna, che ospita il dipinto “la Vergine col Bambino” di Bernardo Daddi, del 1347.

Chiesa di S. Carlo dei Lombardi (2), in via dei Calzaiuoli, di fronte a Orsanmichele, costruzione della metà del XIV sec. in forme gotiche, completata nel XVII sec. con facciata a capanna in pietra arenaria e portale a cuspide. L’interno, a navata unica, è coperto da capriate. Il presbiterio è tripartito da pilastri che reggono gli archi e le volte a sesto acuto. Sopra l’altare maggiore è posto il dipinto “Compianto del Cristo Morto” di Niccolò di Pietro Gerini. 

Piazza della Signoria (1), fulcro della città, la sua costruzione risale alla fine del XIII sec., vi prospettano: Palazzo Vecchio o della Signoria, la Loggia della Signoria, ornata dalla Fontana di Piazza o del Nettuno, proprio davanti alla fontana un cerchio indica il punto in cui fu giustiziato Savonarola. Sulla sinistra della fontana si alza il monumento a Cosimo I de’ Medici del Giambologna.

Palazzo Vecchio o della Signoria, edificio storico centro di tutta la storia fiorentina e in parte di quella italiana, quando Firenze fu capitale del Regno. Ora è sede del Municipio. La sua costruzione risale al 1299 attribuita ad Arnolfo di Cambio, fino al XVI sec. subì rimaneggiamenti ad opera del Vasari, di B del Tasso e del Buontalenti; edificio a bugne, impreziosito da numerose bifore, coronato da una merlatura guelfa su cui si alza la Torre d’Arnolfo con merli ghibellini del XIV sec. L’entrata è situata nel cortile porticato e affrescato da opere di vari artisti del tempo, coordinati dal Vasari. Al 1° piano si apre il Salone dei Cinquecento, che custodisce importanti dipinti, sculture e arazzi; sulla sinistra la parte rialzata, detta l’Udienza, dove sedeva il granduca durante le udienze; a destra si trova il gruppo della Vittoria, collocato in una nicchia, scultura in marmo di Michelangelo. Su un lato, attraverso una porta si entra nello studio di Francesco I, armoniosamente decorato; da un’altra porta, per una scala, si trova il Tesoretto, rifugio segreto di Cosimo I. Gli uffici comunali oggi occupano le altre sale. Al 2° piano si trova la sala dei Gigli, che porta alla sala dell’Udienza, mentre alla parete opposta si apre la Cancelleria con a fianco il Guardaroba; quindi, si raggiunge la Cappella della Signoria, poi il Quartiere di Eleonora da Toledo, che comprende 4 stanze e una cappella; qui, un passaggio porta al Quartiere degli Elementi. Dalla sala dei Gigli si sale alla Torre di Arnolfo. Tutti gli ambienti sono armoniosamente decorati da preziose opere d’arte degli artisti del tempo.        

Loggia della Signoria, chiamata anche dei Lanzi, perché ospitava i Lanzichenecchi, mercenari, pagati da Cosimo I. L’edificio della fine del XIV sec. ha forme tardo gotiche, tre grandi archi sorreggono uno splendido coronamento. All’interno conserva preziose sculture, come il Perseo bronzeo di Cellini e il Ratto delle sabine del Giambologna.   

Galleria degli Uffizi (1), allestita nel rinascimentale Palazzo degli Uffizi, costruito a forma di ferro di cavallo tra il 1560 e il 1580, dal Vasari e, alla sua morte, da A. Parigi e B. Buontalenti, per ospitare gli uffici amministrativi della città. Oggi la Galleria conserva, custodisce e raccoglie le collezioni dei Medici, dei Lorena e numerose altre che continuamente arricchiscono questo museo famoso in tutto il mondo. Occupa 45 sale al 3° piano, al 2° piano si trova il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. Al termine si giunge alla terrazza della loggia. Si può visitare anche il Corridoio Vasariano che unisce gli Uffizi a Palazzo Pitti, in cui è allestita la Galleria dei Ritratti. Vicino agli Uffizi, in piazza dei Giudici, nella sede di Palazzo Castellani, si trova il Museo di Storia della Scienza, il quale conserva raccolte di importanti strumenti scientifici, compasso, microscopio, cannocchiale e l’astrolabio di Galileo e tanti altri cimeli e materiale scientifico del XIX sec. Dal 2010 ha preso il nome di Museo Galileo.

Loggia del Mercato Nuovo (1), in via Por S. Maria, eretta nel XVI sec., è posata su alte colonne dai capitelli diversi, è oggi sede del mercato della Paglia e di souvenir turistici. Di fianco è posta la fontana del Porcellino, opera del XVII sec., copia di cui l’originale è custodito agli Uffizi. 

Palagio di Parte Guelfa (1), in via di Capaccio, edificio in forme gotiche ampliato dal Brunelleschi nel XV sec. e portato a termine dal Vasari intorno alla fine del XVI sec. 

Cattedrale di S. Stefano (1) o al Ponte, nella piazza omonima, nei pressi del Ponte Vecchio, da cui deriva il nome. La chiesa risale agli inizi del XII sec. e nel corso del tempo ha subito notevoli restauri, i gravi effetti della II guerra mondiale e quelli dell’alluvione del 1966. Riaperta al culto nel 1981 fu soppressa nel 1986 per la riduzione delle parrocchie nel centro storico di Firenze. Quindi, diventò l’auditorium dell’Orchestra regionale toscana, poi restaurata nuovamente a causa dell’attentato di via dei Georgofili del maggio 1993, oggi ospita eventi e manifestazioni artistiche. Lo stile della sua costruzione evidenzia forme diverse: quella romanica, di cui rimane solo la parte inferiore della facciata; quella gotica e persino un segno di barocco fiorentino, dovute ai diversi interventi di rifacimento effettuati.  

Ponte Vecchio, di origine etrusca, fu più volte ricostruito e distrutto fino all’ultima ricostruzione della metà del XIV sec. ad opera del Neri di Fioravante. Particolari sono le botteghe di orafi e argentieri presenti e distribuite sul Ponte, mentre nelle zone centrali si aprono terrazze panoramiche sull’Arno. In alto continua il corridoio del Vasari che collega il Palazzo della Signoria a palazzo Pitti.

Chiesa dei Santi Apostoli, in piazza del Limbo, costruita nell’XI sec., presenta una facciata romanica e un magnifico portale. Tra XV e XVI sec. fu restaurata e completata, fu gravemente danneggiata dall’alluvione del 1966. L’interno a tre navate è semplice, diviso da colonne di marmo verde con capitelli differenti. Il soffitto in legno riccamente decorato. La zona dell’abside è sobria e presenta la semplice struttura romanica con le pietre lasciate a vista. Numerose sono le cappelle laterali ma di ridotte dimensioni. La chiesa custodisce preziose opere d’arte, tra le quali risalta l’Allegoria della Concezione di Giorgio Vasari, del 1540, la prima pala realizzata per una chiesa fiorentina che affermò sulla piazza l’ingegno dell’artista; il Tabernacolo eucaristico di Andrea della Robbia, del 1512. Una piccola nicchia nella navata di sinistra custodisce le tre schegge di pietra che la tradizione vuole portate da Pazzino de’ Pazzi dalla Terrasanta dopo la prima crociata, con le quali il giorno di Pasqua di ogni anno si dà fuoco alla colombina per il tradizionale scoppio del carro in piazza Duomo. A lato alla chiesa, con ingresso da Borgo SS. Apostoli, si trova Palazzo Rosselli del Turco del XVI sec., con all’esterno una Madonna con Bambino di Benedetto da Maiano.

Museo di Palazzo Davanzati, in via Porta Rossa, si affaccia sull’omonima piazza, costruzione del XIV sec. con portico e altana del XVI sec., oggi è sede del Museo della casa fiorentina antica, nelle cui sale sono raccolte suppellettili del periodo XIV - XIX sec., mobili del XV – XVI sec., ceramiche, dipinti, arazzi.  

Basilica di Santa Trinità, nella piazza omonima, costruzione dell’XI sec., in forme romaniche, modificata nel XV sec. in stile gotico, mentre alla fine del XVI venne realizzata la facciata. L’interno a tre navate è diviso da pilastri che sostengono le arcate ogivali coperte da volte a crociera. Le cappelle laterali sono riccamente decorate e custodiscono notevoli opere d’arte, affreschi di Domenico Ghirlandaio, sculture di Luca della Robbia. Nella piazza Santa Trinità si stagliano: il Palazzo Bartolini Salimbeni del XVI sec. con una preziosa facciata a edicola; il Palazzo Spini Ferroni del XIII sec.; la Colonna della Giustizia, proveniente dalle Terme romane di Caracalla. Col Ponte S. Trinità del XVI sec. a tre arcate, termina via de’ Tornabuoni; vicino, sul Lungarno Corsini prospetta il Palazzo Corsini del XVII sec. con l’ampia balconata della facciata, al cui 1° piano è allestita la Galleria Corsini con ingresso da via del Parione, dove sono conservate collezioni di dipinti fiorentine e straniere, tra cui opere di Reni, Giordano, Dolci, Pontormo.       

Loggia dei Rucellai, in via della Vigna Nuova, della metà del XV sec., con le sue preziose vetrate, poco più avanti, sulla destra, si alza il Palazzo Rucellai, della metà del XV sec. costruito con conci piatti e levigati, realizzando una facciata divisa, con delicate lesene in stile dorico al 1° piano, ionico al 2° e corinzio al 3°. Ai piani superiori si aprono bifore in cornici bugnate, mentre la facciata è divisa orizzontalmente da due cornici. Proseguendo sulla via si incrocia via degli Strozzi, dove, sulla piazza omonima, prospetta Palazzo Strozzi, del XV sec., terminato soltanto nel XVI sec., si caratterizza per i due piani di bifore divisi da cornici dentellate; i portali sono accompagnati da finestre rettangolari; il rivestimento a bugne conferisce al complesso una certa monumentalità. Nella piazza Strozzi, dietro al palazzo omonimo, si alza il palazzo dello Strozzino della seconda metà del XV sec. anche esso rivestito al pianterreno a bugnato. Riprendendo via de’ Tornabuoni, tra le più eleganti della città, si raggiunge Palazzo Antinori, nella piazza omonima, eretto nel XV sec. presenta un rivestimento a bugnato e un cortile interno. 

Chiesa di Ognissanti, nella piazza omonima, del VII sec., con splendida facciata barocca e interno a navata unica. Nella 2^ cappella di destra è posta la lapide sepolcrale dei Vespucci, sopra l’altare stanno una splendida Madonna e una Pietà del XV sec. di Domenico e Giovanni Ghirlandaio. Dalla piazza si accede al chiostro del monastero attiguo; quindi, si procede verso il Refettorio, al cui fondo, sulla parete si trova Il Cenacolo, affresco famoso del Ghirlandaio del 1480, e a sinistra quello del S. Girolamo, sempre del Ghirlandaio. A destra l’affresco di S. Agostino del Botticelli, 1480. 

Cascine, piazza Vittorio Veneto, sulla riva destra dell’Arno, immenso parco pubblico ricco di verde.

Percorso III, circa 6,00 km, h 1,30’: da piazza S. Croce, con la basilica omonima, poi, il Borgo S. Croce, il Museo Horne, piazza S. Firenze, via del Proconsolo, dove si stagliano il Museo Nazionale del Bargello, Palazzo Pazzi, il Museo di Antropologia ed Etnologia, la Badia. Proseguendo per via Dante Alighieri, dove si trovano le Case degli Alighieri e, più avanti, fino al Borgo degli Albizi dove si alzano: Palazzo Matteucci Ramirez di Montalvo, Palazzo Altoviti, il Palazzo degli Albizi. Da via dell’Oriuolo, dove si possono visitare: il Museo “Firenze Com’era”, il Museo della Preistoria e il Museo del Risorgimento, situati nell’ex convento delle Oblate, a via Sant’Egidio, dove si trova il Museo della Preistoria, fino a piazza S. Maria Nuova dove si staglia l’Arcispedale omonimo. Poi, prendendo per via dei Servi, dove si erge Palazzo Niccolini,  via degli Alfani, per vedere la magnifica Rotonda di S. Maria degli Agnoli e l’Opificio delle Pietre Dure, si raggiunge piazza della SS. Annunziata, dove si alza la chiesa omonima, circondata dai porticati dello Spedale degli Innocenti, quindi, via Colonna e il Museo archeologico. Proseguendo per Borgo Pinti, dove si alza la Chiesa di S. Maria Maddalena dei Pazzi, poi via Pietrapiana, dove è situata la chiesa di S. Ambrogio, via Ghibellina per vedere la Casa Buonarroti, quindi, proseguendo per circa 2 km, si arriva al famoso Cenacolo di Andrea Del Sarto, in via di S. Salvi.

Basilica di S. Croce (4), nella piazza omonima, il complesso francescano fu fondato agli inizi del XII sec., fu ritoccata intorno alla metà del XIV sec. ad opera di Arnolfo di cambio. La parte superiore della facciata e il campanile risalgono al XIX sec. In forme gotiche, la chiesa diventò il sacrario fiorentino. La facciata di marmo bianco è divisa in riquadratura verdi, sulla sinistra si apre un grande portico decorato di stemmi, che custodisce altre tombe del XIV sec. l’interno, a tre navate, è ampio e sobrio diviso da pilastri di forma ottagonali, sui quali appoggiano gli archi acuti sovrastati dal ballatoio, mentre il soffitto si distribuisce a capriate scoperte. Conserva e custodisce un patrimonio di opere d’arte e numerosi monumenti che ricordano importanti personaggi come quello di Niccolò Macchiavelli dello Spiazzi, quello dedicato a Michelangelo del Vasari, a Vittorio Alfieri realizzato dal Canova nel 1810. Sulla destra dell’entrata si accede al chiostro, edificato nel XIV sec., con portico e loggiato. In fondo al chiostro è situata la Cappella dei Pazzi, opera del Brunelleschi della metà del XIV sec., la quale si presenta con un portico a sei colonne, arcata centrale e attico sovrastante. Le decorazioni della preziosa cupola e il S. Andrea posto sopra il portale sono di Luca della Robbia, come pure l’armonioso interno.  Sempre dal portico del chiostro si entra al Museo dell’Opera di S. Croce, nell’antica sede del Refettorio e altre sale adiacenti, il quale conserva grandi opere d’arte della scuola fiorentina. Dalla piazza diparte il Borgo S. Croce su cui prospettano Palazzo Corsini del XVI sec., la Casa Marrocchi dove abitò il Vasari e il Palazzo Spinelli – Rasponi. Dalla piazza S. Croce, prendendo la via Magliabechi si arriva alla Biblioteca Nazionale Centrale, con l’entrata in piazza Cavalleggeri. 

Museo Horne (7), in via dei Benci, vicino al Ponte alla Grazie del XIII sec., situato in un edificio rinascimentale del XV sec., propone la ricostruzione degli ambienti di una abitazione fiorentina antica, ed espone una preziosa raccolta di dipinti, sculture e pezzi di antiquariato   

Piazza S. Firenze (4), tra le più belle piazze della città, vi prospetta palazzo Gondi della fine del XV sec. e dalla parte opposta lo spettacolare edificio barocco di S. Firenze, antica sede del Tribunale, oggi ospita il Centro internazionale per le arti dello spettacolo Franco Zeffirelli.

Museo Nazionale del Bargello (4), in via del Proconsolo, museo allestito nel palazzo omonimo della metà del XIII sec., che fungeva come sede del capitano del popolo, poi del podestà e nel 1502 del Consiglio di giustizia, nel 1574 del capitano di piazza detto il Bargello, quindi adibito a prigione. Fu adibito a museo nel 1865, dopo avere riacquistato le linee duecentesche, per accogliere opere scultoree provenienti dagli Uffizi. Grazie alle numerose donazioni intervenute è diventato uno dei maggiori musei plastici italiani. Il complesso, distribuito da tre edifici e dalla torre Volognana, si presenta al 1° piano con bifore, mentre al 2° si aprono finestre quadrate intervallate da un’alta bifora; è attraversato da un suggestivo cortile porticato del XIII sec. con scala esterna. Conserva opere di Bernini, Michelangelo, Donatello, Brunelleschi, Luca della Robbia, Michelozzo e numerosi altri grandi artisti. Sulla stessa via si alza la Badia (4), costruzione del X sec., ampliata nel XII sec., successivamente rimaneggiata nel XVII sec. Della forma romanica è rimasto soltanto lo slanciato campanile, mentre il portale risale al XV sec. Dalla sagrestia si arriva al chiostro degli Aranci, da cui si apre un portico impreziosito da bifore bicrome. Ancora su via Proconsolo, si trova Palazzo Pazzi (8), fabbricato della fine del XV sec. a bugnato al 1° piano, mentre gli altri due piani superiori sono decorati elegantemente da bifore; l’interno è attraversato da un cortile con colonne coronate da una loggia elegante. Era la residenza della famiglia che congiurò contro i Medici. Infine, sulla via Proconsolo si trova il Palazzo Nonfinito del XVII sec., non ultimato, come testimonia il nome, dove ha sede il Museo di Antropologia ed Etnologia, fondato nel 1869.   

Case degli Alighieri (4), in via dante Alighieri, erano residenze che di proprietà della famiglia, in una di queste nacque il sommo poeta, dove oggi è allestito un museo che custodisce documenti antichi, edizioni d’epoca della Divina Commedia, ritratti del poeta.

Borgo degli Albizi dove si alzano: Palazzo Matteucci Ramirez di Montalvo, Palazzo Altoviti, il Palazzo degli Albizi (8), tutti del XVI sec.

Museo “Firenze Com’era” (8), il Museo della Preistoria (8), e il Museo del Risorgimento (8), situati nell’ex convento delle Oblate, in via dell’Oriuolo, il Museo della Preistoria (8), situato all’ultimo piano del complesso, ma con l’ingresso su via Sant’ Egidio.

Arcispedale di S. Maria Nuova (8), nella piazza omonima, il più antico ospedale della città, fondato nel 1287 da Folco Portinari, il padre della Beatrice, amata da Dante. Dal portico si accede alla chiesa di S. Egidio, riedificata nel XV sec. in cui è custodita una Madonna in terracotta di Andrea della Robbia.

Palazzo Niccolini (8), in via dei Servi, del XVI sec., caratteristico per la sua facciata a graffiti

Rotonda di S. Maria degli Agnoli, in via degli Alfani, costruzione a forma ottagonale incompiuta del Brunelleschi. Sulla stessa via si staglia l’Opificio delle Pietre Dure, antica sede dell’Ospedale di S. Matteo e del convento di S. Niccolò, era il laboratorio d’intaglio delle pietre dure, commissionate dalle ricche famiglie fiorentine.

Chiesa della SS. Annunziata, nella piazza omonima, (8) circondata dai porticati della Confraternita dei Servi di Maria e dello Spedale degli Innocenti (8), opera del Brunelleschi del 1400, in forme rinascimentali, oggi una vera e propria galleria d’arte che raccoglie dipinti e affreschi staccati dei maggiori artisti dell’epoca. La chiesa del XIII sec. fu ricostruita nel XV sec. ad opera di Michelozzo. Dal Portico d’ingresso il portale apre l’accesso allo splendido Chiostrino dei Voti le cui lunette del portico sono decorate con preziosi affreschi. L’interno a navata unica con soffitto barocco conserva numerose e preziose opere d’arte.

Museo archeologico (8), in via della Colonna, allestito nel palazzo della Crocetta del XVII sec., è uno dei più famosi musei di arte etrusca, custodisce altresì collezioni, di sculture greche e romane e una sezione egiziana e una numismatica.

Chiesa di S. Maria Maddalena dei Pazzi (4), Borgo Pinti, rimaneggiata nel XV sec., si può apprezzare il notevole cortile davanti, con portico e colonne decorate da magnifici capitelli. L’interno a navata unica presenta un organo e una cantoria del Sangallo e due dipinti di Luca Giordano nella Cappella Maggiore. La sala capitolare dell’antico convento conserva il grandioso affresco del Perugino.  

Chiesa di S. Ambrogio (4), in via Pietrapiana, il di origini incerte, il complesso subì importanti e numerosi restauri nel XIII e XVIII sec. conserva rilevanti opere d’arte dell’epoca. 

Casa Buonarroti (4), in via Ghibellina, si tratta dell’abitazione donata da Michelangelo al nipote Leonardo di Buonarroto. Cosimo, ultimo degli eredi, nel 1848, la lasciò al Comune di Firenze con le opere che conteneva. La casa, appunto, è diventata un museo dove sono esposti, documenti, reperti, dipinti, disegni che riguardano il grande maestro.  

Cenacolo (4) di Andrea Del Sarto, in via S. Salvi, situato nel convento vallombrosiano e rimaneggiato nel 1511. Dalla Galleria dell’ex convento si entra nella sala del lavabo, capolavoro di Benedetto da Rovezzano, quindi, al refettorio, dove in fondo alla sala si trova il meraviglioso affresco de l’Ultima Cena di Andrea del Sarto, 1520 – 1525.

Percorso IV, Oltrarno, circa 7,5 km, h. 2,00’, ora, per il Ponte Amerigo Vespucci, è il momento di attraversare l’Arno, quindi, procedendo a sinistra verso il Lungarno Soderini, si incontra la chiesa di S. Frediano, in piazza del Cestello, con la porta omonima. Più avanti, piazza del Carmine con la bella chiesa di S. Maria del Carmine; poco oltre, sulla via Sant’Agostino si apre piazza S. Spirito dove si alza la splendida Basilica di S. Spirito; proseguendo, per via Mazzetta, si arriva a piazza S. Felice con l’omonima chiesa trecentesca. Prendendo per via Romana verso sud, a 500 m, si staglia Porta Romana; quindi ritornando verso piazza S. Felice si arriva a piazza de’ Pitti con il sontuoso e grandioso Palazzo Pitti, da cui si arriva al Forte Belvedere e a Porta S. Giorgio e al vicino Giardino di Boboli. Poi, da piazza de’ Pitti, verso via Maggio, su cui prospettano edifici storici del XIV – XVII sec., per arrivare a piazza S. Felicita con la chiesa omonima, poi raggiungere, a circa 500 m, su via Costa S. Giorgio, la Villa Bardini e il museo Annigoni. Tornando verso il lungarno si giunge a Palazzo Torrigiani, in piazza de’ Mozzi. Quindi, si arriva al Museo Bardini, con entrata in via dei Renai. Continuando, su via S. Niccolò, prospettano i tre Palazzi de’ Mozzi, poi, via S. Miniato, su cui si alza la Chiesa di S. Niccolò Oltrarno, si giunge a piazza Poggi dove svetta la Porta S. Niccolò; da qui, costeggiando un pezzo del Lungarno Francesco Ferrucci si giunge a viale Michelangelo, che porta al suggestivo omonimo piazzale, poi, per via delle Porte Sante, all’Abbazia romanica di S. Miniato in Monte.           

Ponte Amerigo Vespucci, ricostruito tra il 1955 - 1957, unisce il lungarno Amerigo Vespucci e il lungarno Soderini e permette di raggiungere la sponda sinistra dell’Arno, quindi, procedendo verso sinistra si arriva in piazza Cestello dove si alza la Chiesa di S. Frediano (6), del XVII sec. con cupola e delicato campanile barocco. Procedendo sulla via Pisana, sulla destra, si staglia l’imponente Porta S. Frediano del XIV sec.

Chiesa di S. Maria del Carmine (6), nella pazza omonima, in forme romanico - gotiche, ricostruita nel XVIII sec., all’interno ospita gli splendidi affreschi del Masaccio. 

Basilica di S. Spirito (6), nella piazza omonima, eretta su progetto del Brunelleschi nel XV sec. in forme rinascimentali. L’interno prezioso è ampio e a croce latina, diviso da colonne in tre navate. A lato della chiesa si accede al Cenacolo, opera del Brunelleschi, rimasta incompiuta. Nella sala è allestita la raccolta della Fondazione Salvatore Romano lasciata al Comune, tra cui si impone una Madonna attribuita a Jacopo della Quercia. Sulla piazza S. Spirito si staglia il palazzo Guadagni in stile rinascimentale a bugne, coronato da un loggiato.   

Chiesa di S. Felice (6), nella omonima piazza, antica chiesa, rimaneggiata più volte, presenta una facciata della metà del XV sec. in stile rinascimentale aperta da un portale dalle linee delicate. All’interno conserva opere di Giotto, del Ghirlandaio e altri importanti artisti dell’epoca.  Più avanti, a 500 m verso sud, si giunge a Porta Romana (6), del XIV sec., antica porta di accesso della città sulla via per Roma e Siena.

Palazzo Pitti (6), nella piazza omonima, imponente complesso architettonico di due piani più il pianterreno, che si sviluppa per una superficie di circa 3 ettari, progettato dal Brunelleschi per la ricca famiglia dei Pitti, intorno alla metà del XV sec. Il magnifico cortile interno è dell’Ammannati, il quale, circa un secolo dopo, ampliò il palazzo per volontà di Eleonora da Toledo nel 1550, che aveva acquistato l’edificio. Sotto i Lorena, nel XIX sec, il fabbricato fu arricchito e ampliato con le due ali terminali, i famosi rondò. Nel 1549 fu la dimora del Granduca e durante il periodo in cui Firenze fu capitale, 1861 - 1867, per sei anni, fu sede della reggia sabauda.  Al 1° piano si trova la Galleria Palatina, in cui sono esposte grandiose opera d’arte tra cui dipinti di Tiziano, Tintoretto, Rubens, Raffaello, Guercino, la statua della Venere di Canova; all’ultimo piano è allestita la Galleria di Arte Moderna che occupa 30 sale in sono esposte più di 2000 opere dal XVIII al XX sec. Negli appartamenti estivi del Granduca è allestito il Museo degli Argenti, una delle collezioni più ricche al mondo, che custodisce tesori inestimabili come reliquari decorati di gemme, vasi ornati d’oro e tanto altro. Nel cortile, a destra della Fontana del Carciofo è situata la Meridiana, padiglione del XVIII – XIX sec., riccamente affrescato nel periodo sabaudo, residenza di Elisa Baciocchi, Leopoldo II e di Vittorio Emanuele III prima diventare sovrano, ospita: la famosa donazione Contini - Bonacossi tra cui figurano opere del Bernini, Velasquez, Goya; il Museo del Costume, allestito in 11 sale dove vengono esposti costumi del periodo XVIII – XX sec. compresi alcuni abiti dell’epoca medicea. Dal cortile di Palazzo Pitti si apre l’ingresso al Giardino di Boboli (6), a cui si accede anche da via Romana e dal piazzale di Porta Romana, oltre che dalla Fortezza Belvedere. Si tratta di un parco storico, nato come giardino granducale e collegato al Forte Belvedere, fortezza militare, per la sicurezza del sovrano e della sua famiglia.  Si tratta di un giardino all’italiana, un museo all’aperto per le caratteristiche architettoniche e le collezioni di sculture che lo contraddistinguono. Occupa un’area di circa 45.000 metri quadrati e dal 2013 è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Oltre la Fontana del Nettuno, su viale dei Cipressi si staglia il Forte Belvedere, dalla complessa planimetria riconducibile a una pianta a forma di stella, su cui lo stesso Michelangelo realizzò delle fortificazioni, completato verso la fine del XVI sec. dal Buontalenti. Un complesso su cui spicca il Palazzetto di Belvedere con portico e orologio in alto. La fortezza peraltro fungeva da ultimo tratto del “corridoio vasariano” che collegava palazzo Vecchio a Palazzo Pitti, proseguendo, attraverso un percorso sospeso, da via Boboli, un intricato dedalo di passaggi tra appartamenti, corridoi, ponti e giardini fino al Forte, estremo rifugio dei Medici in caso di attacco. Oggi, dopo ripetuti lavori di restauro il complesso viene utilizzato dal Comune per esposizioni, manifestazioni culturali ed eventi. Davanti all’ingresso del forte, sul viale dei Cipressi prospetta l’antica Porta S. Giorgio, del XIII sec, una delle porte delle mura cittadine.

via Maggio (6), notevole arteria, circa 150 m da Piazza de’ Pitti, su cui prospettano prestigiosi edifici storici: Casa Rosselli del Turco del XV sec., Palazzo Corsini del XIV sec., la casa di Bianca Capello moglie di Francesco dei Medici.  La via porta al ponte sull’Arno Santa Trìnita.

Chiesa di S. Felicita (6), nella piazza omonima, da Piazza Pitti circa 400 m più avanti, verso il lungarno Torrigiani, antica costruzione restaurata più volte si presenta con un notevole portico di scuola vasariana dove si trovano i sepolcri di illustri personaggi. L’armonioso interno, a navata unica, presenta una la Cappella Capponi, opera del Brunelleschi, circondata da meravigliosi dipinti del Pontormo.  

Villa Bardini, in via Costa S. Giorgio, oggi sede espositiva, ospita il Museo Annigoni, un’istituzione culturale del comune, che custodisce un centinaio di opere del maestro Pietro Annigoni, insieme a medaglie e altri cimeli dell’artista. Nel parco della villa si estende lo storico giardino Bardini, situato su una deliziosa zona collinare alle pendici di piazzale Michelangelo.

Palazzo Torrigiani (6) in piazza de’ Mozzi, edificio chiamato la Specola, perché anticamente ospitava un osservatorio astronomico; oggi è una delle sedi del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, in cui sono allestiti: un rettilarium, una collezione zoologica e un’altra anatomica. 

Museo Bardini (7), riattraversato il Ponte alla Grazie, ritornati sulla riva sinistra dell’Arno, si arriva in via dei Renai dove si accede all’edificio, mentre l’uscita è posta in piazza de’ Mozzi. Allestito nel palazzo dell’antiquario Stefano Bardini tra il 1881 e il 1883. Il Museo, di proprietà dello Stato, è gestito dal Comune di Firenze, ospita le collezioni Bardini, morto nel 1922, donata al comune di Firenze, la quale comprende dipinti, sculture, mobili, arazzi, tappeti, dall’antichità al barocco; la collezione Corsi costituita da più di 600 opere d’arte dal XII al XIX sec.   

Chiesa di S. Niccolò Oltrarno, si raggiunge per via S. Niccolò (7), su cui prospettano i tre Palazzi de’ Mozzi del XIII sec. La chiesa presenta una facciata e un portale rinascimentale. All’interno, nella sagrestia è custodita un’elegante edicola attribuita al Pollaiolo. Più avanti si raggiunge piazza G. Poggi dove si staglia la Porta S. Niccolò, del XIV sec. Poco più oltre si giunge a piazza Francesco Ferrucci da dove parte il viale che porta all’omonimo suggestivo piazzale Michelangelo terrazza panoramica che si affaccia sulla città. Per una rampa si giunge all’antica chiesa di S. Salvatore al Monte o monte delle Croci del XV sec. con convento e chiostro del XV sec. L’interno a navata unica presenta cinque cappelle per lato che conservano numerose opere d’arte.  

Abbazia romanica di S. Miniato al Monte (7), costruita su una chiesa precedente agli inizi dell’XI sec., completata agli inizi del XIII sec., sorge sul Monte alle Croci. La facciata di marmi bianco e verdi è meravigliosa, divisa com’è, da cinque archi che coronano cinque portali, di cui due finti. La parte superiore è decorata da disegni geometrici e da una finestra, perpendicolare al portale centrale, sopra la quale è posto uno splendido mosaico del XIII sec. L’interno a tre navate è prezioso e illuminato dalla ricchezza delle cappelle laterali, in particolar modo dalla Cappella del Crocefisso opera del Michelozzo del 1448, la cui copertura, eseguita da Luca della Robbia, risplende della luce dei colori bianco, azzurro e oro, di cui è rivestita. Navata e Sagrestia conservano notevoli affreschi del XIV - XV sec. Nel presbiterio si nota il pregevole recinto marmoreo del XIII sec. e il pulpito e il Crocefisso di Luca della Robbia, posto dietro l’altare. L’abside conserva un prezioso mosaico del Duecento. La Cappella del Cardinale del Portogallo in stile rinascimentale, costruita alla metà del XV sec. da Antonio Manenti con il soffitto di Luca della Robbia rappresenta il gioiello più prezioso ricca di opere d’arte del Pollaiolo, del Rossellino e altri artisti. Nell’altare del XV sec. sono custodite le spoglie di S. Miniato. La basilica è affiancata dal Palazzo dei Vescovi completato agli inizi del XIV sec., nel cui perimetro si trova il Cimitero monumentale delle Porte Sante.

Nei dintorni

Arcetri, quartiere oltrarno e collinare di Firenze, si estende da porta S Giorgio, tra San Miniato e il Poggio Imperiale, fino alle pendici dei colli di Santa Margherita a Montici e Monteripaldi. Da vedere: l’antica chiesa romanica di San Leonardo in Arcetri, in via S. Leonardo; la chiesa di San Matteo, nel cui convento, le cui mura furono abbattute, vissero le figlie di Galileo Galilei; Villa il Gioiello, vicino alla chiesa, in via Pian dei Giullari 42, residenza di Galileo dal 1631 al 1642, di proprietà dello stato e gestita dall’Università di Firenze; l’Osservatorio Astrofisico di Arcetri, centro di ricerca scientifica.

Fiesole, circa 6,5 km a nord est, sorge su un colle e domina tutta la valle fiorentina, antico centro etrusco poi municipio romano col nome di Faesulae. Nel Vi sec. fu soggetta al dominio dei Goti, nel 1125 passò ai fiorentini. Da vedere: - la piazza Mino da Fiesole, posta sull’area del Foro romano, centro cittadino, dove si alzano: il Duomo dell’all’XI sec. con un bel campanile del XIII sec., sul portale è posta la statua di S. Romolo a cui la chiesa dedicata, di Giovanni della Robbia; il seminario del XVII sec. e il Palazzo vescovile. -  Teatro romano, in via Dupré, della fine del I° sec., sono visibili le gradinate, la cavea e l’orchestra, vicino sono visibili i resti delle antiche Terme. Tutta l’area è circondata da ciò che resta delle mura etrusche. – la Basilica di S. Alessandro, in via S. Francesco, del VI sec. e la chiesa di Francesco, del XIV sec. in forme gotiche con un complesso di chiostri davvero suggestivo. Nella frazione S. Domenico di Fiesole, tra la cittadina e Firenze, si erge, nella piazza omonima, la chiesa di S. Domenico del XV sec., ricostruita e ampliata con portico e campanile nel XVII. Di fronte si staglia la Badia Fiesolana, risalente all’XI sec. e ricostruita nel XV sec. con la facciata originaria, convento, chiostro e loggia. L’interno armonioso ed elegante conserva un ricco lavabo del XV sec.  

Signa, circa 14 km a ovest, posizionata alla confluenza dell’Arno coi fiumi Bisenzio e Ombrone; da vedere: la chiesa di S. Giovanni Battista, in stile romanico, consacrata nel VII sec., custodisce le spoglie della beata Giovanna, patrona della città; all’interno presenta: interessanti affreschi dedicati alla santa, un fonte battesimale del tardo XV sec., lo stemma del Capitolo fiorentino di Andrea della Robbia del XV sec. 

Scandicci, circa 6 km a ovest, grosso comune della città metropolitana di Firenze, posizionato nella zona collinare, in continuità con la stessa città fiorentina, senza un limite evidente. Da vedere: il Palazzo comunale vecchio e la piazza Matteotti; l’Abbazia di San Salvatore e San Lorenzo e Settimo o Badia a Settimo, risalente al X sec. e completata nel XVII sec. con il rinnovamento della facciata e la realizzazione dell’abside e l’altare maggiore, l’interno conserva ricche opere d’arte; Chiesa di S. Martino alla Palma, della fine del X sec. in stile romanico - barocco, la costruzione presenta un ampio portico del XVI sec., l’interno a navata unica conserva le forme barocche con stucchi e affreschi.  

Empoli, circa 35 km a ovest, grosso centro abitato, capoluogo dell’Unione dei comuni dell’Empolese Valdelsa, situato nella pianura del Valdarno, tra il fiume Arno a nord e il fiume Elsa a ovest. L’origine del territorio risale all’età paleolitica media – superiore, poi abitata dagli etruschi e colonizzata dai romani. L’insediamento urbano vero e proprio risale all’VIII sec. divenendo feudo dei conti Guidi nell’XI sec. Dopo la battaglia di Montaperti passò sotto il dominio fiorentino. Piazza Farinata degli Uberti, chiamata piazza dei Leoni è il cuore della città, dove prospetta la facciata della splendida Collegiata di S. Andrea, in forme romaniche risalenti all’XI sec., rivestita in marmo bianco e verde conserva lo stile originario, nonostante la parte superiore sia stata restaurata nel XVIII sec.; a fianco si erge il Palazzo Pretorio e di fronte il Palazzo Ghibellino. Altri palazzi storici circoscrivono la piazza grazie a un porticato che le tiene collegate. Nel centro storico è situato anche il convento e la chiesa di S. Stefano o di S. Agostino, nella via omonima, risale al XIV sec.  e consacrata nel XV, in stile gotico e rinascimentale. Fu restaurata dopo le distruzioni belliche, conservando all’interno alcuni affreschi e sinopie importanti dell’epoca. In piazza Propositura, attigua alla Collegiata, si accede alla Pinacoteca Museo della Collegiata di S. Andrea, che ospita una ricca collezione di dipinti di illustri artisti, tra cui Filippo Lippi, Lorenzo Monaco, Antonio Rossellino.                

Manifestazioni

Firenze è ricca di eventi di carattere espositivo come fiere e convention, festival e manifestazioni che promuovono il ricco patrimonio storico architettonico della città, con appuntamenti che si differenziano di anno in anno, per cui vi invitiamo a consultare il sito ufficiale Firenze Cultura: https://cultura.comune.fi.it/

Gastronomia

Crostino toscano/panzanella/fritto misto alla fiorentina/ fagiano con piselli/ agnello con piselli/ bistecca alla fiorentina/ trippa alla fiorentina/ tortino di uova alla fiorentina/ stracotto/ fricassea/ arista/ stufato di maiale/ maiale ubriaco/baccalà alla fiorentina/ pan di ramerino/ stiacciata all’olio/ frittelle di borrana/ schiacciata dolce/ schiacciata all’uva/ cenci/ brigidini/ buccellati.  

da non perdere

Fettunta/ fegatelli di maiale alla fiorentina/ pasticcio alla fiorentina/ risotto nero/ fagioli all’uccelletto/ pappa al pomodoro/ peposo alla fornacina, stufato di manzo cotto nel vino rosso e abbondante pepe nero/ panino col lampredotto/ schiacciata con la finocchiona/ pappardelle al ragù di cinghiale/ lepre in agrodolce/ chiocciole in tegame/ bomboloni/ zuccotto/ cantucci e vin santo/ berlingozzo.

Vini

Chianti Classico Docg/Chianti Docg/ Brunello di Montalcino Doc

Liquori tipici: Vin santo/ Alchermes.

 

Alberghi

Hotel Ambasciatori ****, via L. Alamanni 3, Santa Maria Novella - 055 287421

Hotel NH Firenze ****, piazza Vittorio Veneto, 4 – 055 2770

Firenze ***, piazza de’ Donati, 4 - 055 268301

Ristoranti

Buca Lapi, via del Trebbio, 1r – 055 213768

Osteria Antica Mescita San Niccolò, via S. Niccolò, 60 r – 055 2342836

Il Latini, via dei palchetti, 6 R – 055 210916

Mercato Centrale, new concept food, per conoscere la cucina tradizionale fiorentina, pronta da asporto per essere gustata seduti comodamente ai tavoli dell’ampio salone; in piazza Mercato centrale, via dell’Ariento.

All’Antico Vinaio, esclusivamente da asporto, vende soltanto panini e schiacciate, via dei Neri, 65 r.

Parcheggi

Per chi arriva in auto a Firenze, la soluzione più comoda è quella di parcheggiare a Villa Costanza, un enorme spazio situato lungo l’autostrada A1, tra le uscite di Firenze Impruneta e Firenze Scandicci. Villa Costanza è il capolinea della linea 1 della tramvia, che porta direttamente alla stazione di Santa Maria Novella, in circa 20-30 minuti. Il servizio è continuo, anche una volta ogni 3 minuti durante le ore di punta.  https://www.toscana.info/firenze/parcheggi-firenze/

In alternativa è possibile lasciare l’auto vicino alla stazione ferroviaria di Rifredi e arrivare in centro con il treno. Il servizio da Rifredi a Santa Maria Novella è continuo, circa ogni 10 minuti durante le ore diurne; il tragitto dura solo 5 minuti. Attenzione!!! i parcheggi attorno a Rifredi, sono delimitati da strisce bianche, ossia riservati ai residenti, o strisce blu, ossia a pagamento. https://www.toscana.info/firenze/parcheggi-firenze/

In ogni caso segnaliamo:

Il parcheggio sotto la stazione Santa Maria Novella.

Il parcheggio sotterraneo della Fortezza da Basso.

Il parcheggio in superficie Stazione Binario 16, accanto alla Fortezza da Basso.

Il parcheggio sotterraneo Porta al Prato – Leopolda.

Il parcheggio sotto il Mercato di San Lorenzo.

Il parcheggio sotterraneo di Sant’Ambrogio (piazza Annigoni).

Il parcheggio sotterraneo di piazza Beccaria.

Il parcheggio all’aperto Oltrarno Calza, si entra da Porta Romana.

Il parcheggio sotto il Parterre, zona piazza dalle Libertà.