Basilicata - itinerario n. 2/2020
L’area del Vulture e le alte Valli del Basento e del Bradano: Potenza - Rionero in Vulture – Melfi – Venosa – Forenza – Acerenza - Pietragalla
Itinerario: Potenza – Pietragalla, in tre tappe
Località: Potenza, Atella, Rionero in Vulture, Melfi, Venosa, Forenza, Acerenza, Pietragalla
Stagione: primavera, autunno, estate, Tempo: tre giorni. Lunghezza: Km. 131
I) Potenza
II) Potenza – Rionero in Vulture – Melfi – Venosa, km 75 1,22’
III) Venosa – Forenza – Acerenza - Pietragalla, km 56 h. 1,17’
Un itinerario questo che si snoda attraverso un paesaggio del tutto particolare, dove la natura e i paesaggi urbani appaiono un unico elemento, del tutto indivisibili. Si parte da Potenza, la sconosciuta “città verticale”, situata su un rilievo dell’Appennino Lucano, nell’alta Valle del Basento, a m. 819 s.l.m., circondata dall’altopiano dei Monti Li Foj, la cui cima più alta raggiunge 1.365 m., per ammirare l’eccezionalità del suo sistema di scale e il suo medievale centro storico. Procedendo verso nord, risalendo un territorio ricco di testimonianze storiche e artistiche, dove longobardi, normanni, svevi incrociarono i loro destini, tra distese di vigneti e campi di seminativo continua il nostro viaggio, mentre all’orizzonte si profila l’area del Vulture, con il suo antico vulcano. Scopriamo un territorio bello e seducente, non ancora sufficientemente conosciuto come meriterebbe, con le sue perle abbarbicate sulle pendici, immerse tra foreste di querce, tigli, aceri e pioppi: Rionero in Vulture, Melfi, Venosa, le più famose. Senza dimenticare i meravigliosi borghi di Atella, Muro Lucano e Lavello. Lasciando alle spalle il Vulture, procedendo verso sud si giunge alla punta estrema nord occidentale della Valle del Bradano, dove incastonate sugli altopiani si trovano Forenza e Acerenza, e infine, poco più a sud il borgo medievale di Pietragalla, immerso nella prosperosa macchia mediterranea.
Potenza
Ab. 66.391, potentini; altezza: m. 819; provincia: Potenza; mappa - Info Turista.: Vico Stabile, 10 - T. 339 3265328; P.S.H.: Via Potito Petrone, 6 – T.: 0971 612694
L’antica città ebbe il massimo rigoglio in età imperiale romana. Fu saccheggiata dai Goti e successivamente aggregata dai Longobardi al ducato di Benevento, poi al principato di Salerno. Si dovette difendere dagli assalti dei Saraceni e sotto gli Svevi fu città demaniale. Fu poi possesso di aragonesi e spagnoli. Il terremoto de 1694 la rase al suolo. La ripresa fu molto lenta. Nel 1860 si ribellò ai Borbone e divenne parte del Regno d’Italia.
Potenza sorge nell'alta Valle del Basento, a nord delle Dolomiti lucane, si estende in una posizione panoramica su una collina, racchiusa da vari monti più alti, su un rilievo a 819 metri s.l.m., per altitudine seconda solo a Enna tra i capoluoghi di provincia italiani. All’antico nucleo urbano, sui fianchi della collina e nella pianura circostante, sorgono i nuovi quartieri, sino a lambire il corso del fiume Basento. Nota con gli appellativi di “Città Verticale” o di “Città delle cento scale”. A Potenza le scale rappresentano le scorciatoie che collegano tutto il centro storico e conducono ai punti più alti della città. Questi antichi gradini in pietra insieme al sistema di scale mobili moderne, il più esteso d’Europa, offrono la vista di scorci panoramici indimenticabili. Tutte le piazzette del centro hanno la loro scalinata che le collega ai vicoli più in basso e ogni rione è collegato all’altro da scalinate. Basta percorrere le scale ottocentesche di via del Popolo, che da Piazza Vittorio Emanuele II arrivano in alto, fino a Piazza Mario Pagano, per capire questo sistema. Per raggiungere il punto più centrale, Viale Dante, da Viale Marconi, occorre tanta pazienza perché bisogna salire ben 100 gradini. Non mancano altri suggestivi percorsi: la gradinata Medaglie d’Oro e la scalinata del Pensiero, la più suggestiva. Insomma, un giro per Potenza merita un vero sacrificio che potrà attenuarsi in discesa, usando le scale mobili o gli ascensori.
Da vedere
- Via Pretoria, principale via cittadina, attraversa il nucleo storico urbano, dove è situata la Chiesa di San Michele Arcangelo, eretta nel V sec. (oggi la vediamo nelle forme risalenti al periodo della dominazione longobarda, X-XI sec.), e termina in Piazza Matteotti, dove vi prospettano: il Palazzo del Municipio e il Palazzo del Fascio.
- Cattedrale di San Gerardo della Porta, il Duomo di Potenza, dedicata al patrono della città, è posta nell’omonima piazza, eretta tra il XII e il XIII sec. in stile romanico, ricostruita alla fine del XVIII sec.
- Piazzza Mario Pagano, centro principale della città, si aprono: - la Chiesa e convento di San Francesco, costruzione del XIII sec. in stile romanico; - il Palazzo della Prefettura, dell’800, - il Teatro Francesco Stabile, inaugurato nel 1881. Vicino, in direzione del Duomo, sorge la Chiesa della Santissima Trinità, eretta intorno alla fine del XII sec. in forme romaniche, ricostruita ex novo nel 1872 in stile neoromanico, perché distrutta dal terremoto del 1857.
- Chiesa di Santa Maria del Sepolcro, in via A. Moro, XIII - XVII sec., in stile romanico
- Porte della città, erano sei porte di accesso che facevano parte del sistema di fortificazione, attraverso una cinta muraria che circondava l’abitato, il cui fulcro principale era il castello. Oggi ne sono rimaste solo tre: Porta San Giovanni in via Caserma Lucana, Porta San Luca in via Manhes e Porta San Gerardo in largo Duomo, mentre in Piazza Beato Bonaventura, all’estremità del nucleo storico, si può ammirare la Torre Guevara, unico reperto del castello costruito probabilmente dai longobardi intorno all’XI sec.
- Museo Archeologico nazionale della Basilicata, situato negli sazi adibiti di Palazzo Loffredo, conserva reperti delle popolazioni italiche della Lucania preromana.
- Museo archeologico provinciale, in via Ciccotti, nel rione Santa Maria, conserva reperti preistorici.
- Villa comunale di Santa Maria, nell’omonimo rione. Una peculiarità della città è l’abbondanza di parchi, infatti risulta la città italiana con la maggiore superficie verde disponibile per abitante.
- Viadotto dell’Industria o Ponte Musmeci, completato nel 1967 per collegare la città con la tangenziale in direzione Salerno o Taranto. Ponte in unica volta di quattro campate di settanta metri di luce ciascuna che attraversa il fiume Basento.
Nei dintorni
Rifreddo, a circa 18 km a sud, centro di villeggiatura tra boschi meravigliosi
Sellata, a circa 22 km a sud, 5 km da Rifreddo proseguendo sulla splendida strada panoramica si raggiunge il passo omonimo, località turistica.
Comprensorio Sellata - Arioso, a circa 50 km, 28 km dal passo Sellata, nel cuore dell’Appenino lucano si raggiunge questa moderna stazione sciistica che comprende Abriola e Sasso di Castalda, fornita di 10 piste, che variano dai 1350 m della Sellata ai 1740 del Monte Pierfaone.
Castello di Lagopesole, a circa 28 km, ultimo e più vasto dei castelli voluti da Federico II (rimasto incompiuto) L’inizio della costruzione risale al 1242. Per saperne di più consultare il sito www. Castellodilagopesole.com
Manifestazioni
La parata dei turchi è una sfilata in costume che si tiene annualmente la sera del 29 maggio, che conclude il tradizionale evento del Maggio potentino, ricca promozione a tema culturale enogastronomico e ludico legata alla tradizione locale. La parata dei turchi è stata riconosciuta dal Ministero del Turismo Patrimonio d'Italia per la tradizione, dall'Istituto centrale per la demoetnoantropologia, Patrimonio immateriale d’Italia, "Meraviglia Italiana" dal Forum nazionale dei Giovani.
Festival nazionale di arte pirotecnica, competizione di fuochi pirotecnici, inizi di settembre.
Città delle cento scale festival, evento internazionale di danza urbana e arti performative nei paesaggi urbani, nel mese di settembre.
Gastronomia
Piatti a base di pasta/ carni/ baccalà/insaccati: soppressata, capocolli, prosciutti, salsiccia
Da non perdere
Lagagne con fagioli/ ‘ndruppete, ragù alla potentina/ ravioli alla potentina/strascicati mollicati con i puparoli cruschi/ ciambotta, piatto a base di melanzane, patate e peperoni/ minestra maritata ricca, piatto con verdure e carne di maiale/ ciauredda, zuppa con baccalà/ pollo alla potentina/maccheroni inferrettati.
Vini
Basilicata Igt/ Aglianico del Vulture
Alberghi
Miramonti ***, Via Caserma Lucana, 30 - 0971 411623
Hotel Pretoria ***, Via XX Settembre, 4 - 0971 37100
Il Covo degli Arditi B&B, Via E. Ciccotti, 13 - 392 1448673
Ristoranti
Antica Osteria Marconi Via G. Marconi, 233, tel.0971 56900
Il Posticino Via Isca del Pioppo, 33, tel. 389 932 9442
Cantina Sciacquariedd' Via Angilla Vecchia, 11, tel. 0971 309119.
Parcheggi
Parcheggio Uno (Pubblico Multipiano di Via Armellini) - 0971 410564
Parcheggio Due (Socomer G.L.) - Via Carlo Lepore
Parcheggio Tre - Via Amerigo Vespucci
Parcheggio Unicef - Viale dell'Unicef
Area di parcheggio - Via F. Tammone
Parcheggio Unibas - Via dell'Ateneo Lucano, 33
Parcheggio tourist hotel - Via Vescovado, 2
Parcheggio del Tribunale di Potenza - Via Nazario Sauro, 74
Rionero in Vulture
Ab.13.239, rionesi; altezza: m.565 s.l.m.; provincia: Potenza; mappa - Info Turista.: Via G. Matteotti - T.0972 724284; P.S.H.: Via Potito Petrone, 6 – T.: 0971 612694
Cittadina di origini medievali, distrutta dal terremoto del 1694 fu ricostruita per volontà del Caracciolo. La storia del comune di Rionero è legata alle figure dello storico ed economista Giustino Fortunato, uno dei più importanti interpreti del pensiero meridionalista, a cui è dedicata la piazza principale del paese, e del brigante Carmine Donatelli, più conosciuto come “Crocco”, entrambi nati a Rionero.
Situato alle pendici del Monte Vulture, antico vulcano è un centro di villeggiatura e punto di riferimento per diverse escursioni. Comune del Vulture avvolto da un paesaggio collinare con infinite distese di lussureggianti vigneti e secolari uliveti. Nelle vicinanze di Monticchio Bagni sgorgano sorgenti di acqua minerale, imbottigliata in moderni stabilimenti.
Da vedere
- Chiesa di San Marco Evangelista o Chiesa Matrice, eretta nel 1660 in stile barocco, ristrutturata nel 1728
- Palazzo G. Fortunato, nel centro della città e polo culturale cittadino, costruito agli inizi del XVIII sec., è il più importante edificio civile di Rionero. Oggi ospita la biblioteca comunale che conserva opere di inestimabile valore.
- Chiesa di Sant’Antonio Abate, situata nella periferia della cittadina, eretta intorno al XIII sec. probabilmente dai frati benedettini, ha subito importanti restauri dopo i terremoti del 1316, 1651, 1851.
- Museo del Brigantaggio, nell’ex Grancia di Santa Maria degli Angeli, conserva documenti e oggetti salienti di quel particolare periodo.
- Area archeologica romana, si tratta di un insediamento agricolo termale
Nei dintorni
- Atella, a circa 6 km a sud, caratteristico borgo il cui centro antico ha mantenuto le tracce dell’impianto urbano medievale, per ampi tratti è ancora visibile la cinta muraria.
- Riserva regionale lago piccolo di Monticchio, a circa 12 km a ovest, si vedono due laghi il Piccolo e il Grande, di origine vulcanica, dove si trovano i resti della Chiesa di Sant’Ippolito del X sec. e l’Abbazia di San Michele, che oggi ospita il Museo di storia naturale di Monticchio, il quale mette in mostra le particolarità dell’ecosistema locale.
- Cascate di San Fele, dal comune di San Fele, circa 25 km a sud ovest, attraverso fitti boschi, antiche mulattiere conducono a questo luogo incantato tra gli intensi scrosci d’acqua del torrente Bradano. Un percorso di circa 8 km che si svolge in un contesto fluviale da effettuare a piedi forniti di indumenti impermeabili e scarpe da trekking.
- Muro Lucano, a circa 41 km a sud ovest, borgo arroccato su uno sperone di roccia, a circa m. 600 s.l.m., annoverato nell’elenco dei più belli d’Italia, dove l’abitato è disposto alle falde di due colline a forma di presepe e in alto il torrione del castello, eretto ancora prima che arrivassero i normanni, a dominare il territorio. Borgo Pianello è la parte più antica del paese. Suggestive sono le stradine, le scalinate, le casette incastrate nella roccia, affacciate a strapiombo sulle Ripe. Nel suo centro storico si scopre la Cattedrale, l’Episcopio, il seminario vescovile che ospita il Museo archeologico Nazionale della Lucania nordoccidentale, dove sono conservati i reperti e le testimonianze degli antichi popoli che abitavano questi luoghi: dai Peuketiantes ai Lucani, alle genti che assoggettarono queste terre come i longobardi e i normanni. Naturalmente Muro Lucano si concilia anche con il gusto e i sapori, assaggi tipici da non perdere: gli gnocchi col tartufo/ l’agnello o la tagliata con il tartufo. Il territorio circostante si presta soprattutto a magnifiche escursioni, i luoghi da scoprire sono numerosi: dal sentiero delle Ripe, al disopra del torrente Rescio, alla diga di San Pietro da cui si gode una vista incantevole; poi, il ponte di Annibale, in fondo alle Ripe, tra i mulini ad acqua e Capodigiano; ancora, le grotte carsiche del Bosco Grande a m. 1120 s.l.m. e il “Vallone delle iene” a m. 980 s.l.m.
Manifestazioni
Le sacre rappresentazioni della settimana santa
Gastronomia
Piatti a base di pasta/ carni/ cereali/ formaggi e latticini
Da non perdere
Lagagne e ceci/ ravioli con la ricotta/ cavatelli e cime di rapa/ Acquasal, pane raffermo con peperoni secchi e uova/ i mustacciuoli/ i calzoncelli, ripieni di castagnaccio.
Vini
Aglianico del Vulture Doc
Alberghi
Hotel Ristorante San Marco ***, Largo Fiera, 16 - 0972 724121
B&B Ellenica, Via G, Garibaldi, 39 -340 7538973
B&B Casa Laviano, Via F. S. Nitti, 43 - 328 9866345
Ristoranti
Lago Grande Colucci, Laghi di Monticchio - 0972 731181
Arte Chef, C/da Serro di S. Francesco SP 87 - 380 9039179
Pizzeria ristoro del Vulture, Via Padre Pio, tel. 335 527 507
Melfi
Ab.17.822, melfitani; altezza: m.532; provincia: Potenza; mappa - Info Turista.: Piazza Umberto I,1 - T.0972 239751; P.S.H.: Via Foggia, 10 – T.: 0972 773111
La città fu molto amata, scelta come dimora dai re normanni e dallo stesso imperatore Federico II. Il nucleo storico di Melfi è racchiuso nell’originaria cinta muraria normanna ristrutturata in epoca aragonese. Il castello, a forma poligonale con otto torri, il fossato difensivo e al suo centro una struttura quadrata, più antica, costruita dai normanni nel XII secolo. A risplendere su tutto la meravigliosa Cattedrale risalente al 1056.
Da vedere
- Castello (fine XI secolo) al suo interno ospita il Museo Archeologico Nazionale del Melfese che custodisce preziosi reperti del VII-III secolo a.C. oltre allo splendido Sarcofago di Rapolla, opera della seconda metà del II secolo, proveniente dall’Asia Minore. Nel castello si tennero ben cinque Concili papali e nell’anno 1089 Papa Urbano II benedisse la prima crociata in Terra Santa.
- Cattedrale di Santa Maria Assunta, risalente al 1076 in stile romanico - gotico, dopo numerose ricostruzioi a causa dei terremoti, l'ultima risale al 1770 in forme barocche.
- Cripta di Santa Margherita, chiesa rupestre che conserva notevoli affreschi tra cui il “monito dei morti”, in cui pare sia raffigurato l’Imperatore Federico II in costume da falconiere.
Nei dintorni
Rapolla a circa 6 km, conserva una bella cattedrale di origine romanico - bizantina. Importante per la produzione vitivinicola dell’aglianico, malvasia e moscato del Vulture; per la produzione dell’olio extravergine da uliveti di qualità Coratina o dell'ormai autoctona Ogliarola; per la produzione olivicola.
Barile a circa 10 km, di origine greco-albanese insieme ai paesi di Ginestram Maschio, San Costantino Albanese e San Paolo Albanese, tutti conservano ancora le tradizioni etno-linguistiche arbèreshè. Importante centro di produzione vinicola, conserva numerose cantine scavate nel tufo. Da vedere: la monumentale fontana dello Steccato.
Manifestazioni
Festa dello Spirito Santo, a ricordo dell'importante momento storico del 1528 con la battaglia degli spagnoli contro le truppe francesi a cui partecipò anche la popolazione di Melfi poi rifugiatasi in una chiesetta sul Vulture, quella dell'Immacolata Concezione che ancora si ripete annualmente con la distribuzione delle Panedduzze di pane azzimo, ed il concerto nella chiesa di Santa Maria ad Nives
Gastronomia
Piatti a base di pasta/formaggi - latticini/ olio Doc ogliarola e coratina/ carni/ legumi
da non perdere
I maccuanar, maccaronata a sezione quadrata condite con sugo di coniglio o maiale/ lagane di castagne, particolari tagliatelle a base di farina di grano duro e castagne/ Strascinati con ricotta/ tagliatelle e ceci/ tagliatelle con fave secche/ pancotto alla melfitana, con pane, patate e rape/ cucinidd, agnello con pancetta, salsiccia pomodori cardi e uova, piatto della tradizione pasquale/ cicerchia con crostini di pane e cipolla/ le cartedde, dolci di farina fritti e passati nel miele o nel vincotto/ calzoncelli, piccoli panzerotti ripieni di cioccolato e mandorle o castagne.
Vini
Aglianico del Vulture
Alberghi
La Casa nel Borgo Antico ***, Str. Vittorio Emanuele, 27 -0972 237526
Casa Isabella luxury rooms ***, Viale G. D'Annunzio, 31 - 392 9734832
Casalbergo B&B, Viale G. D'annunzio, 140 - 333 2860663
Ristoranti
Miseria e Nobiltà, Viale G. D'Annunzio, 58 - 320 4029033
Da Mario, Via Lucca, 2 - 334 8511383
Macelleria Braceria Rauseo, Corso Garibaldi, 25 - 0972 082080
Venosa
Ab.11.837, venosini; altezza: m. 415 s. l. m.; provincia: Potenza; mappa- Info Turista.: Via Roma, 24 - T.0972 36958; P.S.H.: Via Appia, 70 – T.: 0972 39111
Le origini di Venosa sono molto antiche come dimostrano i reperti del sito paleolitico di Notarchirico, posto a pochi chilometri dal centro abitato, il più antico della Basilicata. La sua fondazione è ascrivibile ai romani, nel 291 a.C. A Venosa, nel 65 a.C., nacque il poeta latino Quinto Orazio Flacco. Si può visitare anche il parco archeologico, in località San Rocco, dove si conservano i resti monumentali di un impianto termale, costruito tra il I e il II secolo d.C. con i resti perimetrali della basilica paleocristiana. Vicino si staglia l’Abbazia della Santissima Trinità, voluta da Roberto il Guiscardo per ospitare il sacrario degli Altavilla, che oggi è solo un ammasso di vecchie mura.
La città si trova al margine orientale del Vulture su di un pianoro fondo di un antico lago. Il centro storico è stato definito “dolorosamente bello”. Ne sono simbolo le geometrie del castello quattrocentesco, l’abbazia normanna della Trinità, le rovine romane e l’aver reimpiegato per secoli le pietre classiche nel costruire. La città fa parte dei “Borghi più belli d’Italia”. Insomma, una cittadina dal fascino antico, sempre attuale e perché no? Anche seducente. Come sostengono i suoi cittadini per capire la sua bellezza e il suo cuore, bisogna camminare in silenzio, quasi in punta di piedi, per cogliere ogni sensazione che lanciano i suoi vicoli, gli edifici e l’antichità che la circonda.
Da vedere
- Corso Vittorio Emanuele II, la principale via del centro storico, che si apre da Piazza Umberto I, dove sorge il Castello Aragonese eretto nel 1470 per volontà del duca Pirro del Balzo, a pianta quadrata e torri angolari cilindriche. All’interno ospita il Museo Archeologico Nazionale. Il corso raggiunge Piazza Municipio dove è situato un lato della Concattedrale di Sant’Andrea, 1470 - 1502, in stile tardogotico, eretta sopra le fondamenta di una precedente chiesa. Di fronte è situato il palazzo Calvino. Lungo il corso si trova la Chiesa del Purgatorio
- Abbazia della SS. Trinità suggestivo complesso, il più grande mai costruito in epoca normanna nell’Italia meridionale. Costituito dalla chiesa vecchia, costruita nell’XI sec., affiancata sulla destra dalla Casa Abbaziale, piccolo edificio porticato, e, situata sullo stesso asse della chiesa vecchia, dalla chiesa nuova, definita “l’incompiuta” perché i lavori iniziati dai benedettini nel XII sec. non furono mai portati a termine. Oggi si può solo passeggiare tra i muri perimetrali, le colonne e i pilastri della navata destra, i magnifici resti di un sogno mai realizzato. Il complesso è riconosciuto monumento nazionale fin dal 1897.
- Casa di Orazio, nel vicolo di via Fruci, vicino alla Cattedrale e Piazza Municipio si scorgono i resti di una domus romana del II sec. d.C., che la memoria locale ha sempre indicato come la casa di Orazio. Nel 1935 però, alcuni studiosi identificarono la struttura come parte di un complesso termale.
- Catacombe ebraiche, scavate nel tufo e composte da strette gallerie e cubicoli. Nella stessa collina catacombe cristiane.
- Le fontane, caratteristiche del borgo come la Fontana Angioina, del 1298; la Fontana di Messer Oto, inizi del XIII sec, e la Fontana di San Marco, ante XIV sec.
Nei dintorni
Lavello, a circa 18 km a nord, posto su un crinale sulla destra del fiume Ofanto, conserva la sua struttura medievale, insieme alle chiese di epoca sveva e il castello ristrutturato
Maschito, a circa 10 km a sud, antico castrum romano, poi abitato da profughi albanesi. Chiesa del Caroseno, parrocchiale di sant’Elia
Forenza a circa 18 km, a m. 836 s.l.m., sorge nella Valle del Bradano su un colle isolato chiamato “balcone delle Puglie”, dove si apre la vista sul Tavoliere, fino al Gargano e al Monte Vulture. Nel centro storico, oltre a varie chiese edificate tra il XVI e il XVIII sec., si trova il Museo etnografico della Casa Contadina.
Acerenza, a circa 38 km, sorge su un altopiano tra il fiume Bradano e il torrente Fiumarella, a m. 833 s.l.m. I primi insediamenti urbani in questo sito risalgono alla preistoria. Nel 318 a.C. l’antica Acheruntia fu assoggettata dai romani. Nel medioevo ebbe un posto di rilievo, dai goti ai franchi, dai longobardi ai bizantini, poi i normanni e gli svevi le attribuirono notevole importanza. Oggi il paese, circondato da imponenti mura, ha l’aspetto di una fortezza. Da vedere, in Piazza Duomo, l’imponente Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio, XI – XII sec., costruita in forme romanico gotiche fu rimaneggiata nel XVI sec. La Chiesa di San Laviero, in via Umberto I, della metà dell’XI sec., dedicata al santo patrono martire, morto nel 312. Interessante è la rievocazione storica in costume medievale che si svolge l’11 e il 12 agosto. Il paese risulta nell’elenco dei borghi più belli d’Italia. Cattedrale del 1281, convento di Sant’Antonio.
Oppido Lucano, a circa 15 km a sud ovest di Acerenza, è situato tra il fiume Bradano e il torrente Alvo, alle pendici del monte Montrone, a circa m. 670 s.l.m. Il suo centro abitato, con le sue viuzze, scalette, abitazioni sfatte dal tempo e gli edifici moderni, ha una sua particolare identità che riserva importanti sorprese e ricche testimonianze storiche e culturali. Nel suo territorio le cime del Montrone, m. 762, e del Belvedere m. 667, rappresentano due mete importanti: la prima custodisce la necropoli lucana del VI sec. a.C., la seconda è la sede del Santuario della Madonna del Belvedere. Nella parte bassa del paese si distinguono i piani locali, piccole pianure, di Gorgo, Caronna e Campana e una striscia pianeggiante, le ische della riva destra del Bradano, dove i colori diventano protagonisti, dal verde in primavera, al colore del grano in luglio, al nero del terreno arato in autunno. Nel territorio di Oppido è stata rinvenuta la Tabula Oppidensis, la cosiddetta Tavola bantina, il monumento epigrafico più importante dell’antica lingua osca, conservata presso il Museo Archeologico di Napoli. Da vedere: il Castello normanno, della metà dell’XI sec.; la Chiesa e convento di Sant’Antonio, della fine del XV sec.; la Villa di Masseria Ciccotti, sito archeologico a circa 6 km dal paese, una villa romana tutt’oggi abitata; il complesso termale di Sant’Igino, risalente all’epoca romana, I sec. a.C. Ad Oppido è ubicata la Cineteca Lucana, tra le più vaste ed importanti collezioni cinematografiche d’Italia
Pietragalla, a 50 km. Situata a m. 834 s.l.m., su un ripiano a terrazze da cui si possono ammirare i famosi Palmenti, dove avveniva la pigiatura delle uve e la fermentazione del mosto. Si tratta manufatti del XIX sec. che rappresentano una particolare e unica struttura architettonica rurale, che fornisce un contesto paesaggistico in perfetta armonia con il contesto territoriale. Pietragalla sorge come un insediamento di tipo feudale dominata dal castello, l’attuale Palazzo Ducale. La caratteristica del suo centro storico è il suo sviluppo in modo radiale con direttrice Via Roma, mentre il resto dell’abitato è magistralmente costruito in maniera concentrica, avvolgente e contigua al suo centro. Suggestiva e molto apprezzata risulta la scarpinata tra i numerosi vicoletti e gli archi che si aprono mentre si sale per arrivare al punto più alto del paese, dove si staglia l'imponente campanile della Chiesa Madre. Da vedere: il Palazzo Ducale; la chiesa Madre di S.Nicola, con campanile dominante in stile bizantino, del 1200, ampliata nel 1591, all’interno sono conservate le reliquie del santo patrono, San Teodosio martire; i resti del castello. Dal punto di vista gastronomico rappresentano ottimi piatti tipici locali: la cicoria con bollito/ i mgliatiedd/ i maccaron c’ la mddea/ il calzone con la cipolla.
Manifestazioni
Certamen Horatianum, si svolge al Liceo Classico “Quinto Orazio Flacco”, sfida nazionale tra gli studenti più bravi nella traduzione di un brano oraziano, in maggio.
Festa della vendemmia, appuntamento enogastronomico di tutto il territorio, si svolge nel Castello e nel centro storico
Gastronomia
Carni/ formaggi/ legumi e cereali/ piatti a base di pasta/ baccalà.
Da non perdere
Cavatelli e cime di rape/ past’ e tar’ cucòzz, penne con talli di zucca e pomodori/ brodetto di agnello alla pastora, timballo di carne di agnello uova e cardoni/ U cuturidd, carne di pecora aromatizzata/ baccalà con pomodori cruschi/ciammarucchid, lumachine condite con pomodori e origano /pizzicanell, dolci tipici a forma di rombo con cacao, mandorle e cannella/ cauzincidd,dolce natalizio, di sfoglia ripiena di ceci e castagne/ pettole.
Vino
Aglianico del Vulture
Alberghi
Ca' del Borgo ***, Vico Marcello, 4 - 338 3832175
Le Dimore degli Artisti ***, Via Vittorio Emanuele II, 104 - 338 8246386
Ristoranti
L'Incanto, Discesa capovalle, 1 - 329 1222806
Trattoria il Brigante, Via Colonnello Ruggero, 1 - 0972 374203