Jesi             

Cfr.:Marche, itinerario n.2/2019Il Conero e il vicino entroterra: Ancona - (Numana – Sirolo – Falconara M.) – Chiaravalle – Jesi –Filottrano - Osimo – Castelfidardo – Loreto - Recanati – Porto Recanati

                                                        


Ab. 40.210, jesini; altezza: m. 97; provincia: Ancona, mappa                Info Turista.: P.za della Repubblica - T. 0731 538420; P.S. H.:   via A. Moro – T.: 0731534240

 

Posta lungo il corso del fiume Esino, è il centro più importante della Vallesina. Ha origini preromaniche, fu colonia romana nel 247 a.C. con il nome di Aesis. Diventò libero comune nel XI sec., contesa dai signori della zona, Malatesta, Sforza e Braccio da Montone. Nel 1194 ebbe i natali l’imperatore Federico II, circostanza a dir poco “miracolosa”, considerato che in quel periodo il comune di Jesi, schierato con i ghibellini dell’imperatore Enrico VI, padre di Federico, combatteva contro i guelfi del comune di Ancona, i quali appoggiavano il Papa. Quello di Jesi era un territorio determinante per gli esiti del conflitto e molto pericoloso per ogni viaggiatore che si apprestasse ad attraversarlo. Ebbene, proprio a Jesi, nella marca anconetana, l’imperatrice Costanza, già avanti nella gravidanza, mentre scendeva lungo il fianco orientale della penisola per raggiungere Enrico VI in Sicilia, fu costretta a fermarsi per il travaglio del parto. Il destino, nella fattispecie calcò la mano, Federico nacque il 26 dicembre, non soltanto all’indomani del Natale, ma il giorno dopo l’investitura del padre, a Palermo, a Re di Sicilia e dell’Italia meridionale. Dal momento in cui nacque, Federico diventò erede del regno di Sicilia, destinato alla porpora imperiale e dell’impero romano. Le fortune politiche della città furono legate per anni a quelle di Federico II e dei suoi figliEnzo e Manfredi con l'ottenimento di privilegi imperiali seguiti da inevitabili scomuniche ecclesiastiche. Tra la fine del XIV sec. e la prima metà del XV Jesi subì l’occupazione del vicario pontificio Filippo Simonetti, di Galeotto I Malatesta nel 1347 - 1351, di Braccio da Montone nel 1408, e di Francesco Sforza, di cui divenne un autentico caposaldo. Soltanto nel 1447 la Chiesa riuscì a riprendere il controllo, comprando la città. La fine del periodo signorile e la ricomposizione dell'assetto comunale donarono stabilità al governo, il quale lentamente, ma inesorabilmente avviò una grande ripresa economica, demografica e soprattutto edilizia della città. Una città di antiche e importanti tradizioni industriali che, sin dalla fine dell'Ottocento, le sono valse l'appellativo di "Milano delle Marche". A testimonianza del suo glorioso passato storico, che nel XII secolo l'ha vista anche piccola capitale della Respublica Aesina, conserva un centro storico con interessanti monumenti, ancora circondato da una cinta muraria del XV secolo pressoché intatta.